Ha vinto la logica dei numeri, secondo la quale nell’aula di
Montecitorio, grazie al maxipremio concesso dal deprecato Porcellum, Pd e
Sel controllano il 55% dei deputati. È questa maggioranza di sinistra
che ieri ha votato per rendere legale l’esproprio proletario ai danni
dei proprietari di immobili.
In gergo tecnico si chiama «graduazione amministrativa degli
sfratti»: in pratica, gli inquilini morosi per i quali il giudice ha
stabilito lo sfratto potranno restare nell’appartamento affittato senza
alcun onere a loro carico, e senza che il proprietario dell’abitazione
ottenga alcun compenso economico. Se il prefetto, infatti, giudicherà
rilevante il disagio sociale degli inquilini, potrà bloccare la
procedura di sfratto e impedire il ritorno dell’appartamento nelle mani
del proprietario. Come stabilisce il nuovo testo del decreto Imu
(modificato in questo senso in commissione e votato ieri
dall’assemblea), «le prefetture-uffici territoriali del Governo adottano
misure di graduazione programmata dell'intervento della forza pubblica
nell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto». Alla faccia della
separazione dei poteri (in questo modo il governo invade il campo della
magistratura) e della tutela della proprietà privata: due principi
sanciti dalla Costituzione.
Nessuna compensazione per il proprietario gabbato: al momento
nessuna norma stabilisce infatti che il fondo destinato ai cosiddetti
«inquilini morosi incolpevoli», dotato di una dotazione annuale pari a
20 milioni di euro, sia usato per risarcire, almeno parzialmente, il
titolare dell’immobile.
Il voto di ieri segna un’altra frattura nella già sconquassata
coalizione di governo: il Pd ha votato insieme ai suoi vecchi alleati di
Sinistra e libertà (persino i grillini si sono schierati con il
centrodestra) e il Pdl, tramite il capogruppo Renato Brunetta, annuncia
battaglia nell’altro ramo del Parlamento: «Il voto, a maggioranza di
sinistra, che consente ai prefetti di bloccare procedure di sfratto,
nonostante una decisione del giudice, lede gravemente il diritto di
proprietà e apre una valanga di ricorsi e contenziosi. Non è una scelta
accettabile. Occorre certamente modificare questa enormità al Senato».
Lo stesso governo peraltro, durante la votazione del decreto, è stato
battuto: è passato infatti un emendamento, al quale l’esecutivo era
contrario, che consentirà ai Comuni di esentare dall’Imu le case cedute
in comodato d’uso ai parenti di primo grado (ai figli, in sostanza) che
le usano come prima abitazione.
Sul piede di guerra Confedilizia: secondo la principale associazione
di rappresentanza dei proprietari di immobili «prevedere una graduazione
amministrativa degli sfratti, senza limiti e senza criteri, che si
assomma a quella già prevista in capo all’Autorità giudiziaria,
rappresenta un ulteriore, grave scoraggiamento dell’affitto».
di Fausto Carioti (Libero)
Nessun commento:
Posta un commento