Il Consiglio degli stranieri sta per
diventare realtà a Vicenza. Annunciato dall’amministrazione comunale già
diversi tempo fa attraverso l’introduzione nello Statuto comunale, ora dopo
l’accelerata voluta nell’ultimo periodo dall’assessore Isabella Sala e dalle
associazioni degli stranieri presenti in città, fra pochi mesi sembra arrivato
il momento che l’organismo in rappresentanza della comunità straniera residente
a Vicenza diventi concretamente operativo. La Lega Nord, però, tramite il
segretario cittadino Matteo Celebron insorge.
“Come nel ventennio
esistevano i ghetti, nel 2014 a Vicenza istituiscono il Consiglio degli
stranieri – afferma l’esponente leghista - peraltro con una indennità
per presidente e vice. E’ una follia, l’ennesima da parte di un Comune che
forse non ha ben chiare le esigenze reali dei vicentini”.
“Quello che si
appresta ad approvare – continua Celebron – è un provvedimento di pura facciata.
Nel regolamento si specifica che ‘il Consiglio si esprimerà su proposte di
deliberazione riguardanti le problematiche dell’immigrazione’. Ma quali sono le
problematiche dell’immigrazione che non possono già essere risolte dal
Consiglio comunale e dai 36 consiglieri eletti solo un anno fa? C’è davvero
bisogno di un Consiglio parallelo solo per le problematiche degli immigrati? Ho
i miei seri dubbi, e come me anche molti vicentini, immagino”.
Poi il segretario della Lega Nord di
Vicenza attacca il Pd, tornando anche sulla questione bollette per i Rom e
Sinti:
“Faremo di tutto – annuncia
– per contrastare questa porcata in salsa Pd, che dopo le bollette
pagate ai nomadi (alcuni dei quali giravano con la Porsche e sono indagati per
furto), si presta all'approvazione di una consulta totalmente inutile e che
contrasta palesemente con la Costituzione da loro tanto amata e difesa. Se il
problema è che questi cittadini pagano le tasse ma non possono eleggere i loro
rappresentati in Consiglio comunale, analogo problema si manifesta per i minori
di 18 anni italiani che lavorano e contribuiscono alla crescita della Città ma
che non possono votare”.
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