Fontana: a Venezia passeggiata simbolica con la
bandiera del Leone per solidarizzare con gli indipendentisti presi di mira nell'inchiesta.
Il 25 aprile in tutta Italia si festeggia la liberazione dal nazifascismo, ma per Venezia e per i veneziani la data rappresenta una tradizione ben più antica
dell’attuale festa nazionale: è la festa di San Marco, santo patrono della città, ed è anche la Festa del Bocolo ed è tradizione per gli
innamorati regalare un “bocolo”, cioè un bocciolo di rosa, alla donna amata.
E quest’anno il 25 aprile a Venezia assumerà ancora un altro
significato, più politico. Infatti i sostenitori degli
indipendentisti veneti arrestati nell’ambito dell’inchiesta della
procura di Brescia si sono dati appuntamento al Lido per manifestare
la loro solidarietà a chi è finito indagato.In programma però non ci sarà alcuna manifestazione
organizzata. Ed ognuno andrà per sé. Prima tra tutti la Lega Nord,
che ha dato appuntamento ai suoi militanti nel pomeriggio in piazza
San Marco: «Per una passeggiata di solidarietà, nel luogo che più
simbolico non si può, nel giorno di San Marco - spiega
l'europarlamentare Lorenzo Fontana - una passeggiata da turisti, ma
con la bandiera con il leone, per dire che siamo loro vicini e che
vogliamo che li liberino». L’unica festa “ufficiale” è quella di San Marco. Ai tempi della
Repubblica Serenissima, il 25 aprile si svolgeva una processione in
Piazza San Marco cui partecipavano autorità religiose, civili e
rappresentanti delle arti, ma i festeggiamenti si svolgevano anche il 31
gennaio, giorno in cui venne trasportato a Venezia il corpo del santo e
il 25 giugno, giorno in cui avvenne il ritrovamento delle sue reliquie
nella Basilica di S. Marco. Ormai la commemorazione religiosa si svolge solo
il 25 aprile, data della morte di San Marco, ma ancora oggi si
festeggia con una processione nella Basilica di San Marco, alla quale
partecipano le autorità religiose e civili della città. Le reliquie
di San Marco furono trafugate da Alessandria d’Egitto e trasportate a
Venezia nel 828 da due mercanti veneziani. Si racconta che per trafugare il
corpo di San Marco i due mercanti lo abbiano nascosto sotto un carico di
carne di maiale, che riuscì a passare senza ispezione la dogana a causa
del ben noto disprezzo dei Musulmani per questo alimento. La
reliquia di San Marco fu accolta con grande gioia a Venezia, non solo per
la sua funzione di attrarre pellegrini da tutta Europa a Venezia, ma
anche perché la storia veneta racconta che proprio l’evangelista Marco,
mentre era in vita, avrebbe evangelizzato le genti venete divenendone
patrono. San Marco divenne così il patrono e l’emblema della città
assumendo le sembianze di un leone alato che brandisce una spada e
stringe tra le zampe un libro sulle cui pagine aperte si legge: Pax
Tibi Marce Evangelista Meus, Pace a Te o Marco Mio Evangelista.
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