Secondo il senatore Francesco Molinari
del Gruppo Misto, tra l’altro membro delle Commissione sul fenomeno delle mafie
“Secondo quanto segnalato dai servizi segreti, tra i migranti sarebbero già
approdati anche membri di gruppi terroristici arabi, forse dell’Isis stesso,
che verrebbero poi aiutati e indirizzati da ‘colleghi’ con regolare permesso di
soggiorno” mentre come pubblica il quotidiano on-line “L’Inkiesta” già da
dicembre scorso uno scottante dossier dei servizi segreti italiani spiegava come
i terroristi, mujāhidīn, libici o siriani si siano confusi con i profughi
sbarcati in Italia, come conferma anche Augusto Minzolini citando
una inchiesta aperta dalla Procura di Palermo.
Come molti sospettavano dietro il traffico di esseri
umani gestito da una organizzazione malavitosa a dir poco farabuttesca, si cela
anche la strategia jihadista. Colpiscono e feriscono il silenzio e
l’inazione del governo, che in questi mesi non solo non ha informato dei rischi
potenziali l’opinione pubblica ma ha permesso che si superasse nel solo mese di
gennaio ogni record negli sbarchi in Sicilia, continuando nello smistare, come
se nulla fosse, centinaia e centinaia di persone tra le varie Regioni
oitaliane. Le denunce dei sindacati di Polizia sono rimaste inascoltate e, a
quanto si capisce, inascoltati sono stati anche gli allarmi lanciati dai nostri
007.
Con tutti questi segnali, bisognava aspettare i filmati con le bandiere nere
dell’Isis per prendere una decisione operativa seria? Perché non si è coinvolto
da subito l’Onu non per combattere l’Isis o mettere il naso nella guerra
tribale che dilania la Libia bensì per bloccare i mercanti di morte e i
neoschiavisti disinnescando così una bomba drammatica? Forse che una
operazione di Polizia internazionale con veri intenti umanitari, bloccare il
traffico di esseri umani, avrebbe avuto più difficoltà della risoluzione sulla
no-fly zone con cui si avviò la campagna militare anti-Gheddafi sotto l’egida
franco-britannica? L’operazione che portò al rovesciamento di Gheddafi fu una
follia che ebbe il placet delle Nazioni Unite: un intervento di Polizia
militare teso a estirpare il mercato dei neoschiavisti in Libia non sarebbe una
follia, ma un atto di giustizia serio, comunque ben più serio della non
politica praticata oggi nel Canale di Sicilia.
Non sappiamo chi siano i 150 profughi che stanno per arrivare in Veneto e
magari tra loro non si nascondono mujāhidīn ma solo disperati ai
quali non possiamo dare assistenza e accoglienza non foss’altro
perché le politiche di austerità imposte dal governo (lo stesso governo che con
la sua insipienza ha permesso l’infiltrazione nel territorio di terroristi
pronti a tutto) hanno smantellato le forme più elementari del
welfare di Comuni, Province e Regioni.
Il No all’accoglienza di altri profughi non è un atto di egoismo. E’ la
conseguenza di scelte e non-scelte scellerate prese e non-prese da questo
governo, che scarica nel decentramento ogni responsabilità disinteressandosi
delle conseguenze future di quanto ha messo in piedi. Dire No, a questo punto,
è un atto di più che legittima difesa.
Roberto Ciambetti, assessore della
Regione Veneto, fa una riflessione sull'emergenza profughi
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