«Barbari indegni. Per loro provo sdegno
e repulsione». Sono queste le dure parole di condanna del candidato alla
segreteria del Pd e vice presidente vicario del Parlamento europeo Gianni
Pittella poche ore dopo il dramma del naufragio di fronte all’isola dei
Conigli. Già, ma tale profonda indignazione dell’esponente democratico secondo
voi contro chi è stata rivolta? Contro i trafficanti di uomini e donne che come
negrieri postmoderni trasportano esseri umani dall’Africa dolente alle coste
italiche? Contro le organizzazioni criminali che prosperano grazie ai viaggi
della morte? Contro l’inettitudine del governo larghe intese, che ha
smantellato un sistema di politiche di contrasto all’immigrazione clandestina,
dai pattugliamenti in mare agli accordi internazionali bilaterali, trasformando
il Mediterraneo in un far west? Contro l’ignavia delle istituzioni
europee, da Frontex agli inesistenti Commissari, per aver scaricato tutte le
responsabilità della gestione dell’immigrazione europea sulla frontiera meridionale
del continente? Contro i politicanti che, con la loro propaganda
filoimmigrazionista, illudono i disperati di tutto il mondo e li spingono a
imbarcarsi per l’Italia invocando irresponsabilmente corridoi umanitari per
tutti? No cari lettori, Pittella tanto orrore lo ha riservato ai leghisti.
Perché come sempre, le anime belle della sinistra, anche di fronte all’ecatombe
dell’immigrazione incontrollata, trovano rassicurante immaginare che il male,
l’indifferenza, il becero razzismo e l’inumano abominio alberghino nelle anime
dei leghisti. E noi oggi, in questa giornata di lutto, li lasceremo credere di
essere migliori. Ma domani gli ricorderemo che i nostri nemici non sono gli
immigrati ma tutti coloro che li vogliono sfruttare, trattandoli come merce su un
barcone o illudendoli con il miraggio dei diritti per tutti e magari per usarli
come loro nuovi elettori.
Aurora Lussana
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