Nel giorno
in cui il governatore Luca Zaia attacca il premier Renzi sull’emergenza
profughi, l’ ex colonia alpina al Pian delle Fugazze è un porto di mare. Dopo
che quasi la metà dei profughi ospitati era scappata nelle ore immediatamente
successive al loro arrivo, ieri lungo la provinciale della Val Leogra c’erano
numerosi africani in fuga. Gli altri, quelli che almeno per ora hanno deciso di
restare nella struttra d’accoglienza del Comune di Schio, si possono vedere nel
portico dell’ex colonia. Qualcuno si avvolge in una coperta per sopportare
l’aria che tira dal Pasubio. Dov’è il vostro responsabile? «Ci ha detto che
torna domani».
E ieri
intanto alla festa della Lega a Montorio, Zaia attacca il governo: «Da quando
c’è Renzi c’è stata l’invasione di profughi, nel 2015 toccheremo quota 200
mila». Inoltre il presidente ha ribadito il suo “no” all’utilizzo delle
caserme. Dal Pd regionale la replica: «Pensi a gestire l’emergenza». Tornando
all’Alta Val Leogra, con solo una tuta e le ciabatte, gli africani scendevano
lungo la Sp 46. Diretti dove? Non lo sanno nemmeno loro. O almeno non lo
dicono. «Verso la città». Vicenza? Verona? Milano? Fuori dall’Italia? Nessuno
azzarda risposte. Forse sono soltanto ancora alla ricerca di quel sogno di
Europa che avevano coltivato nel loro Paeese d’origine e che si è infranto dopo
il loro arrivo. Di tornare indietro, comunque non se ne parla. Meglio l’ignoto.
Inconsapevoli forse che il tetto che hanno abbandonato non lo ritroveranno più,
perché chi rinuncia all’accoglienza dello Stato, poi deve continuare con le sue
gambe.
Elia Cucovaz (GdV)
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