martedì 25 aprile 2017

25 aprile. A Venezia si celebra il giorno di San Marco. Ecco la storia e la leggenda della rosa


Il Popolo Veneto e Venezia, il 25 aprile, festeggiano San Marco.
L’evangelista Marco, che Venezia festeggia da dodici secoli. La ricorrenza veneta è quindi assai più antica della festa nazionale italiana. Le sacre spoglie del Santo si trovavano ad Alessandria d’Egitto, nella Chiesa di San Marco.
Nel gennaio dell’anno 828, alcune navi veneziane giunsero ad Alessandria. Tra i veneziani sbarcati da quelle navi, c’erano due mercanti di nome Buono da Malamocco e Rustico da Torcello.
Questi due uomini, nonostante vengano spesso definiti “personaggi leggendari”, sono realmente esistiti. Buono (dell’isola di Malamocco, o Metamauco) era stato nominato “tribuno” per essersi distinto nella battaglia navale contro il re d’Italia franco Pipino il Breve, il quale aveva tentato di entrare in laguna nell’810; Andrea, detto Rustico (di Torcello), era invece un ex carpentiere, divenuto poi commerciante.
I due mercanti, sapendo che la cristianità locale era sempre più in pericolo e che i Saraceni erano soliti commettere razzie e violenze, decisero di salvare le spoglie mortali dell’evangelista Marco, trafugandole e portandole a Venezia.
I due mercanti, con la complicità dei due custodi della chiesa di San Marco (Teodoro e Saturanzio), dopo aver forzato il sepolcro di marmo, estrassero il prezioso corpo e lo misero in una cassa, nascosto, molto astutamente, sotto una partita di carne di maiale (gli islamici, considerando la carne di maiale impura, non l’avrebbero mai toccata). Infatti, quando la cassa venne sottoposta al controllo doganale e i doganieri islamici videro che all’interno vi era carne di maiale, questi esclamarono: “Khinzir! Khinzir!” (Maiale! Maiale!). Il trucco funzionò e la cassa non venne ispezionata.
I mercanti, dopo aver caricato le reliquie di San Marco nella loro nave, risalirono l’Adriatico.
Il 31 gennaio 828 il santissimo corpo arrivò a Venezia e venne accolto dal doge Giustiniano Partecipazio, dal vescovo Orso e da tutta la città.
Per aver portato le reliquie di San Marco a Venezia, i due mercanti Buono da Malamocco e Rustico da Torcello ricevettero un premio di 100 libbre d’argento.
Si ricorda che nel Medioevo si dava grande importanza alle reliquie, che erano ricercate perché attiravano molti pellegrini (l’uomo medievale rifiutava le astrazioni e sentiva il bisogno di toccare con mano un oggetto appartenuto a chi è riuscito a diventare santo).
Ogni reliquia era accettata, ma quella di San Marco era particolarmente importante per Venezia, perché le genti venete sarebbero state evangelizzate proprio da lui, mentre era in vita.
Oggi la commemorazione del Santo Patrono Marco si limita al giorno 25 aprile (data di morte del Santo), ma ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia si festeggiava anche il 31 gennaio, giorno di arrivo delle reliquie a Venezia e il 25 giugno, giorno in cui, nel 1094 (anno della consacrazione della chiesa), è avvenuto il ritrovamento delle reliquie del Santo nella Basilica di San Marco.
Intorno al 25 aprile, gravitano anche alcune leggende popolari.
Secondo una di queste, un barcaiolo che si stava riparando al Ponte della Paglia durante una mareggiata fortissima che, come racconta Marin Sanudo, colpì Venezia nel febbraio del 1340, fu invitato da un cavaliere a tornare a navigare. La forte mareggiata sarebbe stata opera di demoni che spingevano le maree verso Venezia. Quando il barcaiolo raggiunse il mare aperto, questi demoni furono combattuti e sconfitti da tre cavalieri, che erano i santi Marco, Nicolò e Giorgio.
San Marco, dopo aver sconfitto i demoni, diede al barcaiolo un anello, dicendogli di consegnarlo al Doge di allora, Bartolomeo Gradenigo, affinché fosse conservato presso il Tesoro di San Marco.
Un’altra nota leggenda è quella del Bòcolo.
In occasione della festa di San Marco, i veneziani sono soliti regalare il bocciolo di rosa rossa (bòcolo, detto in lingua veneta) alla propria amata.
Sul bòcolo esistono due diverse leggende.
Quella più conosciuta, riguarda una storia amorosa tra Maria Partecipazio, una nobildonna, figlia del Doge Orso I Partecipazio, e un giovane di nome Tancredi. Essendo Tancredi un ragazzo di umili origini, decide di partire per la guerra, con l’intenzione di ottenere una fama militare che lo renda degno di una sposa molto più altolocata di lui. Purtroppo, combattendo contro i Mori di Spagna, Tancredi viene ferito e muore sopra un roseto. Prima di morire, Tancredi dà all’amico Orlando un bocciolo di quel roseto dicendogli di consegnarlo all’amata nobildonna Maria. Orlando, mantenendo la promessa, il giorno prima di San Marco, consegna il bocciolo a Maria.
Il giorno successivo (25 aprile) Maria viene trovata morta con quel bocciolo rosso appoggiato sul petto.
L’altra leggenda, meno nota, del Bòcolo racconta invece di un roseto che nasce accanto alla tomba dell’evangelista Marco. Il roseto sarebbe stato donato, come premio, a un marinaio della Giudecca di nome Basilio per aver collaborato con la trafugazione delle sacre spoglie del Santo. Basilio piantò il roseto nel suo giardino. Quel roseto, dopo la morte di Basilio, divenne il confine della proprietà suddivisa tra i due figli. Successivamente, la pianta smise di fiorire perché si ruppe l’armonia tra i due rami della famiglia.
Diversi anni dopo, un 25 aprile, nacque un amore a prima vista tra un giovane discendente da uno dei due rami e una ragazza discendente dall’altro ramo familiare. I due giovani si innamorarono guardandosi attraverso il roseto che separava i due orti. Quel roseto si coprì di boccioli rossi e il giovane ne raccolse uno e lo diede alla fanciulla.
Ancora oggi, ricordando questo amore, i veneziani donano il bòcolo alla propria amata (e i figli lo donano alla propria madre).
Federico Bonato (Altovicentinonline)

lunedì 24 aprile 2017

Firmato il decreto per referendum consultivo per l’autonomia del Veneto

“Veneti, il prossimo 22 ottobre, andate a votare. Che rispondiate sì o no al quesito ‘Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?’, l’importante è andare alle urne. Solo così daremo concretezza a quell’affermazione dell’essere ‘paroni a casa nostra’ e una volta per tutte noi veneti dimostreremo di essere un popolo”.
Una vera e propria “chiamata di popolo”, come lui stesso l’ha definita, quella che il governatore Luca Zaia ha espresso stamane facendo il punto a palazzo Balbi a Venezia sull’organizzazione del referendum per l’autonomia del Veneto che si celebrerà il 22 ottobre 2017 e firmando davanti a una numerosa platea di assessori, consiglieri (presente anche il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti) e giornalisti il decreto di indizione del referendum consultivo stesso, dal quale discende la comunicazione ai sindaci per l’affissione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali e la trasmissione ai sette Tribunali del Veneto e alla Corte d’Appello di Venezia per la costituzione a norma di legge, rispettivamente, degli Uffici provinciali per il referendum e dell’Ufficio centrale per il referendum.
“Un atto che volutamente compiamo alla vigilia di una data simbolo, il 25 aprile, festa della Liberazione e del patrono dei veneti, San Marco – ha sottolineato Zaia –.  Ma, sia chiaro, noi siamo pronti da mesi per il referendum, eravamo pronti ancora a dicembre, quando abbiamo cercato invano di ottenere da Roma l’election day che ci avrebbe fatto risparmiare 14 milioni di euro. Ai pessimisti, a chi ha messo in discussione la possibilità di svolgere la consultazione popolare, a chi continua ad affermare che è inutile, rispondiamo mantenendo concretamente l’impegno che ci eravamo assunti con tutti: il referendum si fa e sarà il referendum dei veneti, non dei partiti e nemmeno di Zaia, sarà un grande momento di democrazia e di partecipazione. E il giorno dopo la nostra Regione non sarà più quella di prima, perché avremo dato vita alla ‘Questione Veneta’ e pretenderemo che nei programmi di governo, siano essi di destra, di sinistra o di centro, contemplino la nostra autonomia regionale”.
La Giunta veneta ha già approvato una deliberazione che fissa le procedure di carattere organizzativo per l’esecuzione degli adempimenti necessari all’attuazione della consultazione, incaricando alcune strutture regionali a predisporre il materiale referendario indispensabile (modelli di verbale delle operazioni, tutta la modulistica, i manifesti, ecc.) di cui si è già conclusa anche la procedura negoziata per l’affidamento del servizio di predisposizione grafica, stampa, confezionamento e consegna. E’ stato ultimato anche il sistema informatico per la raccolta e la gestione dei dati riguardanti le operazioni ai seggi e allo scrutinio e per l’elaborazione e la pubblicazione dei dati in tempo reale (a cura del Consiglio regionale).
Inoltre, sono state introdotte recentemente dal Consiglio regionale delle modifiche legislative per consentire un più ordinato svolgimento della consultazione, allineando l’orario di votazione a quello previsto dalla legge dello Stato (dalle ore 7 alle ore 23), autorizzando l’indizione del referendum anche nel caso di mancata intesa con lo Stato per l’election day e l’organizzazione di una campagna informativa sulla base di un piano di comunicazione che sarà sottoposta al parere preventivo della competente Commissione consiliare.
Il presidente della Regione ha auspicato che il Ministero dell’Interno autorizzi al più presto l’accordo con le Prefetture per la gestione di varie incombenze referendarie, consolidando l’ottimo rapporto di organizzazione instaurato in occasione delle elezioni regionali del maggio 2015. “Tuttavia – ha precisato Zaia – anche se il Ministero dell’Interno ci lascerà senza risposta abbiamo pronto un piano B”.
“Dando il via libera alla consultazione – ha aggiunto Zaia – la Corte Costituzionale ha capito che in questo Paese l’unico modo per fare le riforme è partire dal basso. Non siamo in presenza di una ‘gazebata’: il referendum è una cosa seria, è la fondamenta su cui potremo costruire la nostra autonomia regionale, esattamente come quella di Trento e di Bolzano. Noi vogliamo diventare pienamente autonomi e chiediamo in tal senso l’applicazione in toto dell’articolo 116 della Costituzione. Questo è l’obiettivo che pur partendo da situazioni diverse condividiamo con la Lombardia e sul quale insieme porteremo 15 milioni di italiani, un quarto del Paese, finalmente ad esprimersi”.
“Noi veneti siamo solidali ma autonomisti impenitenti – ha affermato Zaia, parafrasando Don Sturzo – e a Roma non hanno ancora capito cosa sta accadendo. Io non ho altri atti da firmare: quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Non ci resta che attendere la chiusura dei seggi la sera del 22 ottobre e sono certo che la gente veneta stupirà questo Paese”. 
Da Ecovicentino

È Questione Veneta


L'etimologia del termine Autonomia non lascia adito a dubbi: dal greco autos, stesso, e nomos, leggi, da cui il potere di darsi le proprie leggi ovvero la libertà di vivere con le proprie leggi. Questa è l'autonomia che può svilupparsi all'interno di una struttura statale più ampia come dimostra in Italia l'esperienza trentina o sudtirolese. Questo modello, tra l'altro, è quello che sostanzialmente caratterizza altre nazioni europee, come la Germania, l'Austria o la Svizzera dove le specifiche esigenze di ciascuna realtà regionale vengono rispettate ed esaltate senza pregiudicare l'unità statale. Noi andremo a votare il 22 ottobre prossimo proprio per inserire il Veneto, e per quanto riguarda i cittadini lombardi la Lombardia, in questo filone altamente democratico.
Chi teme questo percorso in realtà vuole difendere lo status quo, cioè il mantenimento della supremazia statale sulla realtà locale chiamata a finanziare integramente lo stato sovrano senza avere alcun controllo e voce alcuna sulla spesa: il cosiddetto residuo fiscale accumulato dal Veneto e dai lombardi ogni anno è ricchezza sottratta alle nostre regioni, ai cittadini e alle imprese, fattore di perdita di competitività rispetto ai nostri concorrenti europei. Sono soldi di cui non solo non godiamo i frutti, ma anche dei quali non sappiamo più nulla: le voci antireferendarie vogliono difendere questa situazione.
Ci viene detto che potevamo risparmiare i soldi della consultazione e trattare direttamente con Roma. Bisogna trattare con Roma, ma vogliamo farlo da una posizione di forza visto che lo stato troppe volte ha dimostrato di non mantenere fede alla parola data. La riprova? Basti guardare a come vengono rispettate le quote di immigrati distribuiti dallo stato, con tetti che vengono sistematicamente violati e solo due regioni, assieme alla Sicilia, a sostenere il maggior impatto dell'accoglienza, guarda caso Lombardia e Veneto.
Per quanto ci riguarda, potremo andare a trattare da una posizione di forza se i veneti ci sosterranno in massa: come potrà lo stato italiano sedersi al consesso delle nazioni se non rispetterà la volontà democratica di una parte qualificante della popolazione? Chi non vuole il Referendum non vuole difendere gli interessi della nostra gente, vuole impedire che lo stato si riformi e metta ordine nei suoi sprechi e in quella rete della spesa pubblica in cui troppi attingono senza aver alcun diritto.
Sono i sostenitori senza se senza ma della supremazia dello stato ad avere un atteggiamento polemogeno e tutt'altro che conciliante: non vogliono, in altre parole, che si giunga alla trattativa, né sono disposti a cedere anche in minima parte alle richieste della nostra terra. Se veramente si fosse creduto nel dialogo corretto, per primo lo stato avrebbe potuto disinnescare il percorso referendario facendo delle proposte serie che potevano essere avanzate, visto che in questi anni lo stesso stato che si è negato sistematicamente al dialogo con il Veneto ha ampliato al massimo l'autonomia sudtirolese e trentina. Due pesi e due misure? Fino ad oggi i Veneti hanno accettato obtorto collo questa realtà. Vilfredo Pareto diceva che spesso le spoliazioni non incontrano una efficace resistenza da parte degli spogliati: "La storia ci insegna - scrisse Pareto - che più di una volta la spoliazione ha finito con l'uccidere la gallina dalle uova d'oro". Vogliamo il Referendum per evitare questo scenario, che non è così assurdo come si può credere. Anzi. Forse è dietro l'angolo: per questo vogliamo vivere con le nostre leggi. E non è questione di Lega o non Lega, di questo o quel partito: per quanto ci riguarda è questione Veneta. 
Di Roberto Ciambetti

Esposto della Lega Nord contro le ONG. Un gioco da chiarire.

Articolo da Il Giornale di Vicenza del 24.04.2017

mercoledì 19 aprile 2017

I veri profughi sono i veneti e gli italiani

"I veri profughi sono quei 7 milioni e 209 mila veneti e italiani che, lo certifica l'Istat, vivono in condizioni di difficoltà economica. Per loro però non si trovano 4 miliardi e 600 milioni di euro, che invece il Def ha trovato e destinato alle spese per l'accoglienza di immigrati che per l'80% non sono profughi, perchè non sfuggono da guerre, carestie, persecuzioni religiose". Lo dice "con sconcerto" il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, commentando i dati statistici sulla povertà in Italia e la previsione di spesa 2017 inserita nel Documento di Economia e Finanza del Governo per supportare i costi dell'immigrazione.
"Più di tre milioni di famiglie venete e italiane stentano - aggiunge Zaia - ed è a loro che un Governo che abbia a cuore la sua gente dovrebbe riservare risorse. Ho sempre detto - conclude il Governatore - che civiltà e umanità impongono di aiutare i bisognosi, e su questo non ci sono discussioni, ma se i bisognosi sono in realtà non più del 20% degli arrivati, per dare loro assistenza basterebbe poco meno di un miliardo. I conti non tornano per 3 miliardi e 600 milioni. Troppi per un Paese con 7 milioni e 209 mila poveri o avviati sulla via della povertà".
Luca Zaia

Pfas, UE: "nessun fondo europeo". Bizzotto: risposta scandalosa e inaccettabile, Bruxelles tiri fuori i soldi!

L'eurodeputata della Lega Nord Mara Bizzotto  torna alla carica sul caso Pfas con una nota che pubblichiamo che si può sintetizzare così: "La UE ha il dovere di intervenire con fondi straordinari in favore di Regione Veneto e Enti locali per tutelare la salute dei cittadini e bonificare le aree inquinate". Nessun fondo europeo verrebbe stanziato, esordisce Bizzotto, per il caso di inquinamento da Pfas del Veneto perché, secondo la Commissione UE, "spetta agli Stati Membri decidere se siano necessari o meno fondi supplementari". E' questa la risposta che il commissario UE all'AmbienteKarmenu Vella, ha dato all'europarlamentare vicentina della Lega Nord, Mara Bizzotto, che aveva presentato un'interrogazione all'esecutivo comunitario chiedendo formalmente "a Bruxelles di stanziare fondi straordinari per garantire soluzioni di approvvigionamento idrico per cittadini, imprese agricole, allevamenti e per la bonifica delle aree inquinate".
"Quella della UE è una risposta vergognosa ed inaccettabile, che dimostra ancora una volta l'inutilità e la lontananza dell'Europa rispetto ai veri problemi dei cittadini e del nostro territorio" è, quindi, il duro commento dell'eurodeputata leghista che aggiunge: "E' scandaloso che la UE si lavi le mani di fronte ad un problema così grave ed esteso di inquinamento da Pfas che coinvolge la salute di 250 mila cittadini di 31 Comuni del Veneto tra le Province di Vicenza, Verona e Padova. Ed è doppiamente scandaloso che, di fronte ai notevoli sforzi economici e all'impegno che la Regione Veneto sta mettendo in campo per risolvere questo problema, l'UE si rifiuti di contribuire e di aiutare, negando lo stanziamento di fondi straordinari per affrontare l'inquinamento da Pfas".
Dopo questa risposta "choc" da parte di Bruxelles, l'europarlamentare leghista Bizzotto è tornata alla carica e ha presentato una nuova dettagliata richiesta all'esecutivo UE sotto forma di interrogazione urgente perché, afferma, "la Commissione UE si sbaglia di grosso se pensa che ci fermeremo di fronte a questo assurdo muro di gomma europeo, perché qui c'è in gioco il futuro del nostro territorio e la salute di centinaia di migliaia di cittadini".
"Servono centinaia di milioni di euro per il nostro territorio - conclude l'on. Mara Bizzotto - e l'Europa, in una situazione così delicata, ha il dovere di intervenire per assicurare fondi e aiuti straordinari in favore della Regione Veneto, degli Enti Locali, delle imprese agricole e dei cittadini che si trovano a subire i costi e i danni ambientali e sanitari di questo inquinamento".
Da Vicenzapiù

martedì 11 aprile 2017

Festa provinciale Lega Nord a Lonigo, Erik Pretto: "Una marea di gente"

Con soddisfazione Erik Pretto commenta il grande risultato, oltre ogni più rosea aspettativa, della due giorni a Lonigo per la Festa Provinciale della Lega Vicentina. "Un successo che francamente non ci aspettavamo perché l'afflusso di persone è stato veramente grande, soprattutto domenica." Una marea di gente, da non poter essere contenuta al Palaeventi allestito al Parco Ippodromo. Hanno potuto ascoltare gli interventi dall'esterno anche le persone che non sono riuscite ad entrare, grazie all'ottima organizzazione tecnica. Un pubblico attento e composto. Tantissimi cittadini, famiglie e molti giovani che calorosamente hanno sostenuto con entusiasmo gli illustri ospiti. 
Luca Zaia e Matteo Salvini, prima di concedersi alla folla, si sono sinceramente complimentati per il nuovo corso della Segreteria Provinciale di Vicenza, che fin da subito ha dato prova di essere all'altezza del compito di riorganizzazione del movimento, affidato dai Militanti in fase Congressuale. Più di duemila persone hanno fatto sentire la loro vicinanza a tutti i rappresentanti politici. "Una grande iniezione di energia per la politica della Provincia di Vicenza", ha aggiunto Erik Pretto, "Abbiamo bisogno che la gente ci accompagni nelle nostre battaglie, per dare un futuro migliore alla nostra terra e al nostro popolo." Un sentito ringraziamento ai Militanti della Sezione di Lonigo, guidata dall'inesauribile Segretario Giuseppe Gaspari, ad Alessandro Petracca e Leonardo Toto che hanno curato le dirette dei comizi e le interviste, al Segretario di Circoscrizione Fabio Biasin e a Claudia Marzaro per il supporto organizzativo. 
Da Vicenzapiù

Luca Zaia a Lonigo per la festa provinciale della Lega Nord-Liga Veneta di Vicenza


 

domenica 9 aprile 2017

1° Festa Provinciale Lega Nord - Liga Veneta di Vicenza: Zaia e Salvini a Lonigo

Sabato 8 e domenica 9 aprile si terrà la 1° Festa Provinciale Lega Nord - Liga Veneta di Vicenza al Pala Eventi del Parco Ippodromo a Lonigo in via Oberdan con una serie di ospiti speciali, tra cui il segretario federale Lega Nord Matteo Salvini e il governatore del Veneto Luca ZaiaLa nuova segreteria provinciale vicentina Lega Nord Liga Veneta, capitanata da Erik Pretto, organizza la prima edizione di questo evento come occasione di incontro, di svago e di confronto. La festa si aprirà sabato con gli interventi del Segretario Nazionale Gianantonio Da Re, Roberto Marcato, Mara Bizzotto, Filippo Busin e Marino Finozzi. Domenica sera l’appuntamento più importante sarà con Matteo Salvini e Luca Zaia, che interverranno in serata. Saranno inoltre presenti Lorenzo Fontana, Erika Stefani, Roberto Ciambetti, Nicola Finco, Manuela Lanzarin e Vito Comencini (responsabile nazionale dei Giovani Padani).
Il Movimento Giovani Padani di Vicenza ha inoltre organizzato un “Aperitivo MGP Veneto” domenica 9 aprile alle ore 18.30, aspettando il Governatore Luca Zaia ed il Segretario Federale Matteo Salvini. Intrattenimento musicale con musica dal vivo e un dj del “Parioli” di Montagnana (PD) ed un ricco stand gastronomico con un ristorante-self service con primi, secondi, panini e snack allieteranno le serate. Un ringraziamento particolare alla Sezione di Lonigo, al segretario e ai militanti che hanno lavorato e si sono impegnati molto nell’organizzazione dell’evento.
Il programma della manifestazione:
SABATO 8 APRILE
Ore 19: Apertura stand gastronomico
Ore 20: Interventi dell'Assessore Regionale Roberto Marcato, del Segretario Nazionale Gianantonio Da Re e del Segretario Provinciale Erik Pretto. Saranno presenti Mara Bizzotto, Filippo Busin e Marino Finozzi.
DOMENICA 9 APRILE
Ore 18.30: Aperitivo MGP (Movimento Giovani Padani) Venetoaspettando Luca Zaia e Matteo Salvini
Ore 19: Apertura stand gastronomico
Ore 20: Intervento del Governatore del Veneto Luca Zaia
Ore 21: Intevento del Segretario Federale Lega Nord Matteo Salvini
Da VicenzaToday

venerdì 7 aprile 2017

Lonigo, festa provinciale della Lega Nord sabato 8 e domenica 9 aprile. Atteso Matteo Salvini

La nuova Segreteria Provinciale capitanata da Erik Pretto, organizza la prima Festa Provinciale della Lega Nord-Liga Veneta Vicentina. L'evento si terrà presso il Palaeventi del Parco Ippodromo in pieno centro a Lonigo nelle serate di sabato 8 e domenica 9 aprile. Si vuole proporre una occasione di incontro, di svago e di confronto. La festa si aprirà con una nutrita serie di ospiti: sabato sera interverranno il Segretario Nazionale Gianantonio Da Re, Roberto Marcato, Mara Bizzotto, Filippo Busin e Marino Finozzi. Domenica sera l'appuntamento più importante sarà con Matteo Salvini e Luca Zaia che interverranno in serata.
Saranno inoltre presenti Lorenzo Fontana, Mara Bizzotto, Erika Stefani, Roberto Ciambetti, Nicola Finco, Manuela Lanzarin, Marino Finozzi e Vito Comencini (responsabile nazionale dei Giovani padani) oltre al Segretario Nazionale Gianantonio Da Re. Il Movimento Giovani Padani di Vicenza ha inoltre organizzato un "Aperitivo MGP Veneto" domenica 9 aprile alle ore 18,30, aspettando il Governatore Luca Zaia ed il Segretario Federale Matteo Salvini.
Intrattenimento musicale con musica dal vivo e un DJ del "Parioli" di Montagnana (Pd) ed un ricco stand gastronomico con un ristorante-self service con primi, secondi, panini e snack allieteranno le serate. Un ringraziamento particolare alla Sezione di Lonigo al Segretario e a tutti i Militanti che tanto hanno lavorato e si sono impegnati nell'organizzazione dell'evento. 
Da Vicenzapiù

giovedì 6 aprile 2017

Luca Zaia alla Corte dei Conti sulla Sanità: "Col metodo Veneto in Italia si risparmierebbero 7 miliardi e mezzo"


Se tutte le Regioni italiane applicassero il sistema di gestione del Veneto, la sanità nazionale potrebbe risparmiare fino a 7 miliardi e 567 milioni di euro l'anno. E' questa l'estrema sintesi, formulata su dati inediti, dell'intervento che il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha tenuto a Roma, parlando di Sanità nell'ambito della presentazione ufficiale del Rapporto 2017 sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti. Zaia è intervenuto di fronte alla Magistratura contabile, e ai Ministri della Sanità Beatrice Lorenzin e dell'Economia Pier Carlo Padoan.
"Tutti sappiamo - ha premesso Zaia - come varie cose, a livello nazionale, non funzionino, come ci siano vistose disomogeneità tra Regioni, come ben l'89% del buco sanitario nazionale sia da imputare a sole cinque Regioni che, oltre a creare deficit, curano male spendendo troppo ed esportano pazienti in altri territori con costi che deve pagare l'intera collettività".
Il Presidente regionale ha quindi esibito e illustrato, impegnandosi a farla avere al più presto al Ministro Lorenzin, un'inedita tabella con riportate varie voci di costo, simulando l'applicazione in tutta Italia dei criteri di gestione della sanità veneta. "Usando il nostro metro operativo - ha detto - il Paese potrebbe risparmiare un miliardo e 350 milioni di spesa farmaceutica; 4 miliardi sui costi giornalieri di ricovero; un miliardo e 400 milioni sulle gare d'appalto; 800 milioni sulla gestione dei ticket; 17 milioni di spesa per il personale... Si avrebbero inoltre un milione di ricoveri in meno con 10 milioni di giornate di degenza risparmiate e servirebbero 21 mila posti letto in meno. Il tutto senza rinunciare all'alta qualità delle cure, che peraltro è universalmente riconosciuta al Veneto".
Tra le più recenti virtuosità gestionali della sua Regione, Zaia ha inoltre citato "un risparmio di 8 milioni di euro solo quest'anno con l'appropriatezza della spesa farmaceutica, 123 milioni spesi in meno grazie agli acquisti centralizzati; 1,5 milioni risparmiati con le gestione informatizzata del personale che utilizziamo, unici in Italia. E sulla farmaceutica - ha tenuto a precisare - non si dimentichi che Il Veneto è l'unica Regione a Statuto ordinario a rispettare i parametri imposti a livello nazionale"
Forte di questi numeri, Zaia ha chiesto alla Corte dei Conti di "accendere più fari possibile sulla gestione della sanità italiana", ed ha ringraziato la Sezione della Corte del Veneto per la collaborazione, "anche se - ha detto - vorremmo poter avere anche una parte di consulenza preventiva, perché amministrare non è facile e anche il più piccolo errore in buona fede è sempre dietro l'angolo. Per questo avere l'accompagnamento della Corte dei Conti in fase preventiva sarebbe prezioso".
Sul tema dell'abolizione dei ticket messo sul tavolo di confronto dal Ministro Lorenzin, Zaia si è detto "favorevole all'abolizione del cosiddetto ‘superticket nazionale' di dieci euro e di tutti i ticket regionali in essere. Anche se questa ultima disponibilità - ha detto - mi è facile, perché il Veneto ticket regionali non ne applica e tutti quelli che si pagano in Veneto sono nazionali".
Di Emma Reda (Vicenzapiù)

Festa Provinciale della Lega Nord-Liga Veneta di Vicenza a Lonigo il 8 e 9 aprile 2017

Ecco il programma definitivo della Festa Provinciale Lega Nord-Liga Veneta Vicentina di Lonigo!
-sabato 8  e domenica 9 aprile con il nostro Capitano Matteo Salvini ed il nostro Governatore Luca Zaia
intrattenimento musicale e ricco stand gastronomico:
- sabato Orchestra Liscio
- domenica DJ del “Parioli” di Montagnana
Ristorante –self service  con primi, secondi, panini e snack a partire dalle ore 18,00.
Vi aspettiamo numerosi !
Ci vediamo sabato e domenica a Lonigo.
Erik Pretto
Segretario Provinciale Lega Nord Liga Veneta Vicenza
p.s. Vi invitiamo a restare aggiornati sulle attività del nostro Movimento consultando la nostra pagina
facebook recentemente rinnovata https://www.facebook.com/leganordprovinciavicenza/
in fase di rinnovo anche il sito internet.

martedì 4 aprile 2017

«Profughi, siamo contrari al business dell’accoglienza»

«No al business dell’accoglienza». A ribadirlo è Erik Pretto segretario vicentino della Lega nord-Liga veneta. L’occasione, per affrontare la questione in vista dell’arrivo di 30 o 50 richiedenti asilo in un ex ristorante di Sarcedo, sarà un incontro pubblico dal titolo “Immigrazione: accoglienza o business?”, previsto giovedì prossimo, alle 20.30, nella sala polifunzionale di via Vecellio. Sarà ospite anche l’assessore regionale Roberto Marcato. «Da sempre sensibile nei confronti dei cittadini e delle Amministrazioni che vedono il loro territorio invaso da presunti profughi, siamo contrari all’arrivo di presunti profughi-clandestini a Sarcedo», dice Pretto. Una situazione nata due settimane fa che ha portato il sindaco, fino a quel momento ignaro di tutto, a chiedere un incontro con il prefetto per risolvere la questione venutasi a creare. «È emerso che i richiedenti asilo potrebbero scendere a 30, rispetto agli iniziali 50 - sostiene Luca Cortese - La facilità di cambiare il numero degli eventuali arrivi mi preoccupa e mi allarma. Chi fa questa proposta, considerando solo questioni economiche, sembra dimenticare che stiamo parlando di persone che si intendono collocare in un piccolo paese i cui cittadini hanno diritti che devono essere rispettati».
S.D.M. Il Giornale di Vicenza