mercoledì 19 luglio 2017

“Migranti in cambio di conti” Renzi e Alfano mandanti ed esecutori di questa invasione programmata


“Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro”. Benito Mussolini? Jörg Haider? Matteo Salvini? Nigel Farage? Donald Trump? No. Matteo Renzi. La tentazione macronista è impossibile da farsi sfuggire. Del resto Oscar Wild, quando incantava le masse, sussurrando al cielo disse: “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”. Il Partito Democratico ha condannato l’Italia all’invasione. L’ha santificata sull’altare del politicamente corretto. L’ha immolata fino a farla diventare terra promessa per i disperati di mezzo mondo ed inferno per chi ha trovato la propria Patria tra le Alpi e il Mar Mediterraneo. Il messaggio, dopo che i buoi sono scappati dalla stalla, è una sfida al buonsenso, quando ormai i dotati di buonsenso vengono tutti tacciati di fascismo. Fiano e soci alla ricerca dell’ombrellone vacanziero hanno messo in croce una spiaggia a Chioggia. Merito della penna “sapiente” di Paolo Berizzi. Un’altra storia, questa, ma sintomatica della bussola, dei cronisti e dei politici, in panne davanti alla realtà dei tempi moderni.
Ma torniamo sul punto focale, il PD ci ha fatto invadere. “Il fatto che nel 2014/2016 abbiamo chiesto che il coordinatore fosse a Roma alla guardia costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia lo abbiamo chiesto noi. L’accordo lo abbiamo fatto noi, violando, peraltro, Dublino”. Senza mezzi termini, Emma Bonino, il volto affilato radicale italiano, ha sentenziato evidenziando che esiste una strategia, lampante, di far diventare il nostro Paese il Capo di Buona Speranza della corte dei miracoli del terzo mondo. Avanti un altro. Avanti un altro. Avanti un altro. Un formula che si ripete all’infinito. Mentre Vauro dichiara “No, my name is not Charlie”, disegnando un bambino africano che affonda a largo delle nostre coste. Esaltiamo e beatifichiamo le vite degli altri per sputare, il piccolo Charlie Gard suo malgrado ne è diventato tristo esempio, su quelle delle persone a noi care. Non è una gara, non è una competizione, ma è la volontà di salvaguardare il nostro futuro. L’unica cosa che conta. “In sostanza, il governo Renzi, in cambio dell’aiuto di Frontex, ha acconsentito a far attraccare tutte le navi dei Paesi che facevano parte dell’operazione Triton in Italia. Cosa che, di fatto, è avvenuta e tutt’oggi avviene. E tra gli accordi ci sarebbe stato anche quello sui ricollocanti a casa nostra degli immigrati rifiutati dagli altri Stati europei”, questo quello che riporta, sulle colonne de Il Giornale, Chiara Giannini. L’Italia condanna gli stessi a cui non dà niente.
In un post sulla sua pagina personale, Adriano Scianca, scrive: “Sei mesi fa, se dicevi che uno Stato deve difendere i propri confini, eri uno xenofobo. Oggi il G20 mette nero su bianco che occorre tutelare ‘il diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini’. Sei mesi fa, se dicevi che gli immigrati sono per lo più finti profughi e gente che non ha alcun titolo per stare qui, eri xenofobo. Oggi Paolo Gentiloni dice che i ‘migranti economici’, cioè i clandestini, ‘sono oltre l’85% degli arrivi'”. Mentono, sapendo di mentire, cambiano le parole, sono saltimbanchi della politica. Camuffano il loro essere senza ritegno. Oggi è bianco, domani è nero, dopodomanigrigio? Non lo sanno neanche loro. Le elezioni si avvicinano, lo spettro di una nuova sconfitta attanaglia il loro deretano poggiato sul cadreghino. La paura fa 90, l’elettore scappa, abbraccia i verdi leghisti, ascolta le sirene di CasaPound, si allontana da chi non vuole scegliere un punto fisso all’interno della barricata. Gli adepti di Renzi, aldilà delle boutade estive, ci chiedono lo Ius Soli, ce lo impongono, mentre diffondono il verbo come segno di civiltà. Ma quale civiltà? Quella che vuole renderci vittima di noi stessi, cannibalizzati dai vegani degli scranni del Parlamento. Direttamente dai social network, Matteo Renzi, precisa: “Questo significa ‘Aiutiamoli a casa loro': non è retorica ma è un progetto articolato, complessivo. E comprende un piano per l’Africa, la battaglia per i fondi europei, cambiare il regolamento di Dublino che risale al 2003, la necessità di salvare tutti ma l’impossibilità di accoglierli tutti in una sola nazione, lo ius soli”. C’è sempre un perché. C’è sempre un cavillo.
Hanno scelto di farci perire, di non lasciarci nemmeno i Campi Catalaunici, il pericolo di Attila sovrano degli Unni contro il condottiero romano Ezio, nemmeno la battaglia di Poitiers, la minaccia dell’esercito arabo-berbero mussulmano di al-Andalus, capitanato dal governatore Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi, contrapposto ai Franchi di Carlo Martello. Nessun onore delle armi. Emma Bonino, senza colpo ferire, ha detto la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Un piano che è annientamento, un piano che è schiavitù, un piano che è sostituzione. Dalle fabbriche alle scuole passando per i settori nevralgici di questo Paese. Tutto scorre nella valle del nulla, niente più risplende nell’ultimo focolare della civilizzazione in fiamme.
www.ilgiornale.it www.andreapasini.it

Arsiero. È morto Piero Zambon, storico militante della Lega Nord

E’ mancato serenamente ieri nella sua casa di Arsiero dopo molti anni durante i quali ha lottato con grinta contro un male incurabile. 
Piero Zambon, 73 anni, noto per la sua storica macelleria in centro paese e per la sua militanza nella Lega Nord, era un uomo che non passava inosservato per la sua personalità spiccata, il sigaro sempre acceso e la sua estrosità spesso irriverente, tanto che aveva addobbato la vetrina del suo negozio con uno scheletro a misura umana (‘Ecco cosa succede a chi non mangia carne’) e l’avvertimento a caratteri cubitali: ‘Mejo spendere i schei in becarìa che spenderli in farmacia’. 
Appassionato di sci e di politica, è stato uno dei primi attivisti della Lega Nord di Arsiero già dalla fine degli anni ’80, non interrompendo la sua partecipazione attiva nemmeno nell’ultimo anno, quando era ormai impossibilitato anche a camminare ed era costretto a farsi portare in carrozzella. 
Zambon lascia 5 figli e la moglie Olga, che lo accudito fino all’ultimo, importante braccio destro nella gestione del negozio, fuori dal quale sventola ancora il gonfalone di San Marco. I funerali si svolgeranno venerdì mattina ore 10 nella chiesa di Arsiero. 
Ma.Bo. (Altovicentinonline)

domenica 9 luglio 2017

Giovane ventiduenne di Malo (VI) bastonata in testa a Londra da donna con il burqa


MALO. Presa a legnate in testa alla fermata di un bus a Londra da una donna in burqa. Se la cava con sei punti e diverse ferite tra orecchio e tempia, finisce in due ospedali della capitale britannica e il giorno dopo decide di licenziarsi dal locale dove lavorava, fare le valigie e rientrare nella sua Malo.
La disavventura è capitata a Ilaria Cavedon, bella ragazza ventiduenne che abita in località Pisa ma che il 13 settembre del 2016 raggiunse la metropoli inglese per fare un’esperienza lavorativa. Trova occupazione come cameriera in un ristorante di Oxford Circus, nel cuore commerciale della città, a pochi passi da Trafalgar Square e da Piccadilly. Il 16 giugno smette il suo turno e alle 16 si dirige verso l’appartamento che condivide con un’amica, per raggiungere il quale deve cambiare qualche mezzo pubblico. Prende la mitica “underground”, e dopo una decina di fermate giunge alla stazione di Queen’s park, a nordovest della capitale.
GdV 09.07.2017

Vicenza. Centro accoglienza tra droga e rifiuti: i residenti «Via l'hub dei profughi»


VICENZA. Spaccio, degrado e sporcizia vicino al centro di accoglienza per richiedenti asilo di via Catalani. È quanto lamentano i residenti di via Adenauer, via Allende (strade interne a viale Verona) e dintorni, sul piede di guerra perché, dicono, «la presenza di una grande concentrazione di profughi in una zona residenziale come la nostra sta generando una situazione di degrado ormai insostenibile». Ecco spiegata la decisione di mobilitarsi. Un gruppetto di una trentina di loro, ieri mattina, assieme al consigliere comunale della lista Variati, Raffaele Colombara, si è dato appuntamento nella strada pedonale di via Allende, da dove ha suonato la carica. Esasperati, i cittadini annunciano l’avvio di una raccolta firme per chiedere la chiusura degli alloggi di via Catalani e un incontro urgente con il prefetto per trovare al più presto una soluzione.
Laura Pilastro (GdV)

Continua l'invasione. Più 18,7% di arrivi a giugno 2017 rispetto all'anno precedente.

Da Il giornale di Vicenza

Vicenza. Droga nascosta anche sugli alberi a Campo Marzo. Denunciato un profugo.

Da Il Giornale di Vicenza