Ennesima strage di
"infedeli" occidentali: questa volta è toccata a Barcellona.
Nonostante l'impossibilità di negare la matrice religiosa islamica, il
politically correct e il dialogo interreligioso con l'islam fortemente voluto
da papa Francesco, come da copione, non pochi opinionisti hanno tentato di
minimizzare la mattanza con il vetusto refrain dei soggetti frustrati,
squilibrati, psicopatici e disadattati. Non comprendere, o meglio, fingere di
non capire che è sin dalla notte dei tempi dalla fondazione dell'Islam che i
fedeli di Allah cercano con tutti i mezzi prescritti dal Corano di conquistare
e sottomettere gli infedeli, è a dir poco pietoso. Eppure, basterebbe leggere
gli innumerevoli versetti del Libro vergato da Maometto che incitano alla
guerra santa, alla conversione forzata e alle teste mozzate, per rendersi conto
che il Corano non è quel libro dei sogni decantato dagli "idealisti"
del Dio uno, nessuno e centomila. Ma venendo al macello di Barcellona, pochi
ricordano che nel febbraio di quest'anno, nella città catalana scesero in
strada centinaia di migliaia di persone al grido «Basta scusa: accogliamo
subito i rifugiati». Perno, la sindaca comunista di Barcellona Ada Colau, se ne
uscì fuori con uno sconsolato «Vorremo accogliere i rifugiati, ma lo Stato
spagnolo non ce lo consente». Azioni e parole che, a distanza di sei mesi
suonano con una tremenda beffa.
Gianni Toffali - lettera al direttore de Il Giornale di Vicenza
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