Buongiorno
amici. Sono giorni tristi questi, spezzano il fiato e lasciano un nodo in gola
che è difficile mandare giù. L’Italia ancora una volta stuprata dal terremoto.
Amatrice simbolo dello strazio come L’Aquila, come Teora, come Gemona del
Friuli. Ma svegliamoci subito da questo brutto sogno e mettiamoci davanti alla
realtà. Questo paese, al pari del Giappone, è un territorio a forte rischio
sismico. Ma noi a differenza del Sol levante, ogni volta che si verifica una
scossa sismica, violenta, siamo costretti a subire devastazione piangendo
centinaia di vittime. Mentre preghiamo per i morti di una nuova calamità
naturale, rimbocchiamoci le maniche per salvare i feriti e ricostruire ciò che
è stato distrutto, preparandoci a provocare, tutti noi italiani, il più forte
terremoto che si possa immaginare. Un terremoto capace di far scuotere i
palazzi del potere, marci e corrotti, liberandoci della classe politica di
venduti e traditori che ci rappresenta. Dalle macerie rinascerà questo paese,
lo farà rinascere chi ama questa nazione e chi, in prima istanza, si prodiga
per il bene degli italiani. Come diceva Indro Montanelli, e ha ricordato in
questi giorni il direttore Alessandro Sallusti, “non mancano gli italiani,
manca l’Italia”. Una schiera infinita di appartenenti alle Forze dell’Ordine,
di Vigili del Fuoco e di volontari hanno messo in gioco la loro vita per
tendere una mano a chi non ha più niente. Questa è la patria, la base sociale,
che può riprendersi tutto, per davvero.
A tutti loro
che sono la parte sana del nostro Stato va la mia più profonda
riconoscenza e la mia più sentita vicinanza. Voi rappresentate l’orgoglio della
nostra Nazione.
Il geologo
Mario Tozzi, sulle colonne dell’Huffington Post, ha dichiarato: “In Giappone e
in California con una scossa simile a quella di Amatrice c’è soltanto un po’ di
spavento, ma non crolla nulla. Siamo il paese europeo con numero record
di frane e alluvioni, siamo territorio sismico eppure per chi ci governa quando
qualcosa succede è sempre una fatalità: bisognerebbe smetterla di pensare in
questo modo e cominciare a ripensare seriamente al territorio”. Dunque mancano
le misure antisismiche necessarie per prevenire questi disastri. E di chi è la
colpa? La colpa è dei governi che non provvedono alla messa in sicurezza del
territorio nazionale. Anche in questo caso tutto il dolore, tutta la morte
sarebbero potuti essere evitati. Senza pietà vanno condannati quei governanti
irresponsabili, che a causa della loro negligenza hanno annientato l’esistenza
di centinaia di nostri concittadini.
“Con quale
coraggio Matteo Renzi annuncia spavaldamente che il governo erogherà a sostegno
dei terremotati 234 milioni, milioni prelevati dal Fondo per le emergenze
nazionali, quando per i clandestini sono stanziati 3,3 miliardi di euro?”,
ancora una volta a centrale il nocciolo della questione è Magdi Allam Cristiano.
La penna de Il Giornale, sul proprio blog, invoca prima gli italiani ed è
quello che ogni cittadino, con sale in zucca, dovrebbe fare. Come possiamo non
pensare agli immigrati stanziati in alberghi e residence, ai 35 euro al giorno,
ai 2 euro e mezzo al giorno per le spese personali, che vengono stanziati per
quest’ultimi. Ora la stessa cura deve essere garantita ai nostri concittadini
terremotati. “L’Italia non è una terra di nessuno e non deve trasformarsi in
una terra di conquista da parte dei clandestini e degli islamici o di
chicchessia. Questo governo è una vergogna nazionale e non ci rappresenta”.
Anche in questo momento di tragedia, solo noi abbiamo la risposta per uscire
dalle sabbie mobili. Solo noi possiamo dimostrare la tenacia, il cuore, il sangue
dei nostri padri risollevandoci e risultando esempio.
In campo
internazionale i primi segnali d’aiuto sono arrivati dal Cremlino. Vladimir
Putin non ha perso tempo: “La Russia condivide il dolore della popolazione
italiana, ed è pronta ad assicurare la necessaria assistenza per affrontare
l’emergenza successiva al terremoto”. Un presidente con gli attributi, sempre
disponibile ad aiutare l’Occidente anche contro la minaccia rappresentata
dall’Isis. Quella contro Mosca è una stupida guerra che gli Stati Uniti
d’America ci obbligano a combattere e che l’Italia, rappresentata da un governo
d’incapaci e codardi, stanno facendo, per vie traverse con embarghi e sanzioni,
contro un grande leader politico come Putin. Gli unici veramente colpiti da
questo conflitto sono gli imprenditori, feriti in questi due anni di battaglie
commerciali tra l’UE e la Russia con oltre 3,6 miliardi di euro di export
bruciati. Le regioni più colpite la Lombardia (-1,18 miliardi), l’Emilia
Romagna (-771 milioni) ed il Veneto (-688,2 milioni). Un flagello immane e come
riporta la Cgia di Mestre: “L’export italiano verso la federazione russa,
infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015″
un tristissimo -34 per cento. La storia recente ci viene in aiuto e ci insegna
che quando al governo c’era il presidente Silvio Berlusconi i rapporti con
Mosca erano idilliaci. Rapporti che hanno portato flusso di danaro e posti di
lavoro in Italia. L’unico che può salvare l’Occidente dal problema terrorismo,
con leggi e regole ferree, è Vladimir Putin. Con la speranza che un giorno
anche la nostra nazione venga guidata da un leader come quello nato nel 1952 a
San Pietroburgo.
Prendendo spunto da Keisuke Honda calciatore
giapponese in forza al Milan che ha donato 20mila euro alla Croce Rossa, in
seguito al disastro di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto – riflettiamo
sulle sue parole: “Vorrei inoltre esprimere due miei pensieri affinché tragedie
come queste possano diminuire in futuro. La prima cosa è che anche il nostro
paese, il Giappone, è frequentemente colpito da terremoti. Per questo motivo
gli edifici sono antisismici e molto resistenti. Perché non introdurre questa
tecnologia giapponese? La seconda è la necessità di inventare macchine che
possano prevedere i terremoti”. Ma evidentemente troppi fondi vengono spesi in
malo modo, utilizzati per cause che non sono primarie per il nostro popolo. A
questo punto gli italiani, vittime del terremoto, devono essere sistemati,
immediatamente, in alberghi e non nelle solite tristi ed avvilenti baraccopoli.
Gli deve essere garantito un contributo economico giornaliero e tutte le cure
di cui necessitano. Serve ripeterlo, per non farselo scivolare dalla mente:
PRIMA GLI ITALIANI, POI GLI IMMIGRATI. Questo non è razzismo, ma riconoscere e
rispettare la nostra identità e la nostra dignità. Una storia millenaria che
non può essere sepolta sotto i calcinacci.
Andrea Pasini (Il Giornale)