La recente notizia di
una possibile vendita delle banche popolari venete a Banca Intesa, oltretutto
ad un prezzo simbolico, suona come una beffa per il nostro territorio e per il
tessuto economico di piccole e medie imprese che insiste su di esso. Imprese
spesso artigianali, che per lavorare e continuare a portare il vessillo del
Veneto nel mondo avrebbero bisogno di essere finanziate non sulla base del
solo rating aziendale, ma anche sul necessario rapporto di
fiducia fra imprenditore ed istituto di credito che spesso, purtroppo, nelle
banche di dimensioni troppo grandi sembra scomparire.
La Lega Nord vicentina deve constatare che ci troviamo di fronte all’ennesima operazione volta ad impoverire il nostro territorio, peraltro, svolta con modalità poco corrette. Se fino a pochi giorni fa il presidente di BPVI Mion stava lavorando all’ipotesi della banca unica e tale discussione era sul tavolo del ministro Padoan, ci dica il ministro perché in via riservata stava anche conducendo la trattativa di un acquisto condizionato ad opera dell’Istituto di credito torinese. Forse era un modo per tenere impegnato il management delle banche popolari venete in attesa di stilare l’opzione pro Banca Intesa? Il rischio è che quest’ultima, in un solo boccone, possa acquistare una good bank di soli asset pregiati, diventando così banca con una posizione di mercato dominante in Veneto, mentre debiti inesigibili o di difficile recupero restino in una bad bank con la conseguenza che i risparmiatori ancora una volta si vedano svanire i propri risparmi.
Il disastro delle banche popolari venete è causa per il nostro territorio di danni pari a quelli causati da un terremoto o da un’alluvione; ci vorranno anni per ricostruire la ricchezza svanita nel nulla, in seguito alle operazioni volute dall’Unione Europea e dalla sua Banca Centrale per rafforzare il sistema bancario e quindi la politica monetaria UE. Con il risultato finale che la ricostruzione avverrà per il tramite di banche che non sono del nostro territorio, e che esporteranno quindi la ricchezza prodotta in Veneto in altre parti d’Italia e d’Europa.
Erik Umberto Pretto - Segretario Provinciale Lega Nord Liga Veneta di Vicenza
Massimiliano Dandrea - Responsabile Consulta “Tutela del risparmio”
La Lega Nord vicentina deve constatare che ci troviamo di fronte all’ennesima operazione volta ad impoverire il nostro territorio, peraltro, svolta con modalità poco corrette. Se fino a pochi giorni fa il presidente di BPVI Mion stava lavorando all’ipotesi della banca unica e tale discussione era sul tavolo del ministro Padoan, ci dica il ministro perché in via riservata stava anche conducendo la trattativa di un acquisto condizionato ad opera dell’Istituto di credito torinese. Forse era un modo per tenere impegnato il management delle banche popolari venete in attesa di stilare l’opzione pro Banca Intesa? Il rischio è che quest’ultima, in un solo boccone, possa acquistare una good bank di soli asset pregiati, diventando così banca con una posizione di mercato dominante in Veneto, mentre debiti inesigibili o di difficile recupero restino in una bad bank con la conseguenza che i risparmiatori ancora una volta si vedano svanire i propri risparmi.
Il disastro delle banche popolari venete è causa per il nostro territorio di danni pari a quelli causati da un terremoto o da un’alluvione; ci vorranno anni per ricostruire la ricchezza svanita nel nulla, in seguito alle operazioni volute dall’Unione Europea e dalla sua Banca Centrale per rafforzare il sistema bancario e quindi la politica monetaria UE. Con il risultato finale che la ricostruzione avverrà per il tramite di banche che non sono del nostro territorio, e che esporteranno quindi la ricchezza prodotta in Veneto in altre parti d’Italia e d’Europa.
Erik Umberto Pretto - Segretario Provinciale Lega Nord Liga Veneta di Vicenza
Massimiliano Dandrea - Responsabile Consulta “Tutela del risparmio”
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