“Questa mattina ho convocato l’assemblea totalitaria di Amcps che ha revocato il mandato di amministratore unico a Matteo Quero e ha conferito l’incarico all’ingegner Stefano Cominato. L’amministrazione della cosa pubblica impone l’assoluto rispetto delle normative nonché la rigorosa trasparenza da parte degli amministratori. La violazione di entrambe queste regole, è alla base dell’inevitabile e doverosa decisione assunta oggi”. La dichiarazione, secca, arriva nel pomeriggio di una giornata di bufera attorno alla figura di Quero, che ha passato una notte in gattabuia in Germania per possesso di droga (150 grammi di marijuana e 15 di hashish, un fatto avvenuto ancora il 16 dicembre ed emerso solo oggi). La revoca del mandato l’aveva già annunciata il sindaco Variati, infuriato, in mattinata.
Intanto si moltiplicano le prese di posizione del centro destra attorno alla vicenda. “E’ deplorevole il comportamento di Quero, gravissimo non dare notizia dell’arresto fin da subito, chiedendo dimissioni immediate. Preoccupante il silenzio di Variati che non poteva non sapere”. Lo afferma il segretario della Lega Nord in città, Matteo Celebron, che definisce “preoccupante” l’atteggiamento del sindaco e della giunta, “ancorché Quero non è nuovo ad atteggiamenti borderline che ne hanno caratterizzato la vita politico-amministrativa”. L’ormai ex manager di Amcps, infatti, già nel 2008, fermato per un controllo, si rifiutò di fare l’alcol test e di firmare il verbale dei carabinieri. “A questo punto – conclude Celebron – visto la responsabilità che gli amministratori pubblici ricoprono nei confronti della cittadinanza, propongo che siano fatti dei test anti-droga a tutti gli amministratori delle società partecipate, agli assessori e ai consiglieri, non possiamo permetterci che la città sia nella mani di un gruppo di sbandati”.
I consiglieri comunali di Forza Italia Roberto Cattaneo Michele Dalla Negra hanno presentato invece una interrogazione a risposta anche scritta nella quale ricordano che Aim si è dotata di un codice etico nel quale è sancito che “ciascun destinatario del Codice orienta i propri comportamenti, a alla tutela dell’immagine aziendale, nella consapevolezza che la buona reputazione e la credibilità costituiscono irrinunciabili risorse immateriali della società” e che “i comportamenti dirigenziali, in particolare, devono essere sempre improntati alla correttezza ed all’equità, in quanto vengono a costituire dei modelli di riferimento per tutti i collaboratori”. I due consiglieri suppongono che “la consolidata e notoria vicinanza umana, politica e di mandato tra il sindaco e Quero potrebbero far supporre che quest’ultimo, nell’immediatezza del fatto che l’ha visto coinvolto a metà dicembre, abbia riferito al primo cittadino l’accaduto”. Per questo Dalla Negra e Cattaneo chiedono al sindaco se Quero dopo il 16 dicembre avesse comunicato a qualche amministratore quanto accaduto e se i vertici di Aim ne fossero informati.
Sulla questione, Elena Donazzan, assessore regionale, parla di “imperdonabile danno d’immagine alla città”. “La faccenda – afferma – è grave. Sono sempre stata convinta, senza ipocrita perbenismo, che per un amministratore non esista confine tra vita pubblica e privata, perché la politica, a maggior ragione in un periodo in cui vede minata la propria credibilità, deve essere intrapresa con stile e trasparenza. Quero dovrebbe ritirarsi definitivamente a vita privata per evitare di esporre le proprie debolezze e l’immagine di Vicenza al pubblico ludibrio della stampa locale e nazionale, cosa peraltro già accaduta”. “Accanto alla responsabilità diretta di Quero – chiosa ancora Donazzan – c’è quella indiretta di Variati che lo ha scelto per ben due volte. E oggi l’unica vittima di tradimento è la città di Vicenza che ha subito un significativo danno d’immagine”.
Anche Claudio Cicero, consigliere Comunale (lista omonima, in opposizione) chiede il test antidroga per tutti gli amministratori pubblici: “Chi ricopre incarichi pubblici deve tenere comportamenti rispettosi del ruolo ricoperto. E’ scandaloso che il sindaco non ne sapesse niente come appare singolare che nessuno, nell’area politica di Quero, fosse a conoscenza dell’accaduto. “Se il test antidroga lo fanno gli sportivi, in quanto l’uso di droghe influenzerebbe le loro prestazioni, altrettanto potrebbe succedere nelle decisioni amministrative che potrebbero essere inopportune se non addirittura controproducenti all’interesse pubblico se adottate sotto l’effetto di stupefacenti”.
A chiedere le dimissioni di sindaco e vicesindaco è infine Francesco Rucco, capogruppo in consiglio comunale per Idea Vicenza: “Quero è un fedelissimo della cerchia ristretta formata da Variati e Bulgarini. C’è un danno di immagine pesantissimo per la città. Non crediamo fin d’ora a sindaco e vice sindaco, che diranno di non averne mai saputo nulla dal 16 dicembre ad oggi. Chiediamo fermamente a Variati e Bulgarini d’Elci di fare un passo indietro dimettendosi perché responsabili politici di questa nomina”.
di Mariagrazia Bonollo (Ecovicentino)