VICENZA. Tra quelle presentate dai migranti africani, l'altro giorno in prefettura, è spuntata anche una pratica di richiesta di asilo politico per motivi umanitari presentata da una famiglia di nomadi: gli Halilovic, stanziati in un terreno di strada Nicolosi.
Di origine bosniaca gli Halilovic non hanno la cittadinanza italiana e quindi devono avere pensato che il metodo più rapido per ottenerla avrebbe potuto essere quello di chiedere un permesso di soggiorno come quello rilasciato in favore dei rifugiati politici che consente di rimanere in Italia a prescindere da un eventuale visto. A seguire la pratica della famiglia nomade, ben conosciuta anche dalle forze dell'ordine, è stato l'avvocato Igor Brunello, incaricato dalla Caritas.
La domanda, sollevando non poche perplessità e un acceso dibattito tra gli esponenti della Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato, è stata al momento sospesa. «Abbiamo deciso di prenderci del tempo per esaminare meglio la questione», sottolinea il prefetto ad interim Massimo Marchesiello.
Matteo Bernardini (GdV)
Di origine bosniaca gli Halilovic non hanno la cittadinanza italiana e quindi devono avere pensato che il metodo più rapido per ottenerla avrebbe potuto essere quello di chiedere un permesso di soggiorno come quello rilasciato in favore dei rifugiati politici che consente di rimanere in Italia a prescindere da un eventuale visto. A seguire la pratica della famiglia nomade, ben conosciuta anche dalle forze dell'ordine, è stato l'avvocato Igor Brunello, incaricato dalla Caritas.
La domanda, sollevando non poche perplessità e un acceso dibattito tra gli esponenti della Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato, è stata al momento sospesa. «Abbiamo deciso di prenderci del tempo per esaminare meglio la questione», sottolinea il prefetto ad interim Massimo Marchesiello.
Matteo Bernardini (GdV)
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