Gentile
Comandante Scarpellini,
seguo in maniera attenta i fatti di cronaca dell’Altovicentino e leggendo dell’ennesimo blitz in una postazione di rom che si erano accampati ancora una volta nella zona industriale di Schio, mi è venuta in mente una domanda, che le voglio porgere attraverso Altovicentinonline.
Quando sequestrate i caravan e sanzionate i rom che non rispettano le regole, chi le paga le multe? E’ una domanda che si fanno in molti e non ci crediamo proprio che le paghino loro, come facciamo noi comuni cittadini che se sgarriamo alla guida, ci becchiamo e paghiamo sempre le nostre sanzioni.
Grazie per la sua risposta e grazie per il vostro lavoro di ogni giorno.
Manuel Dalla Costa , Schio
Eg. Sig. Dalla Costa,
seguo in maniera attenta i fatti di cronaca dell’Altovicentino e leggendo dell’ennesimo blitz in una postazione di rom che si erano accampati ancora una volta nella zona industriale di Schio, mi è venuta in mente una domanda, che le voglio porgere attraverso Altovicentinonline.
Quando sequestrate i caravan e sanzionate i rom che non rispettano le regole, chi le paga le multe? E’ una domanda che si fanno in molti e non ci crediamo proprio che le paghino loro, come facciamo noi comuni cittadini che se sgarriamo alla guida, ci becchiamo e paghiamo sempre le nostre sanzioni.
Grazie per la sua risposta e grazie per il vostro lavoro di ogni giorno.
Manuel Dalla Costa , Schio
Eg. Sig. Dalla Costa,
neanche si
immagina quanto le sia grato per la domanda, ma non sarà facile dare una
risposta solo professionale.
Le attività dei nomadi sono protette dalla Legge, non solo italiana, ivi compreso il loro diritto a non avere fissa dimora. Il problema è che un simile stile di vita è difficilmente compatibile con le regole generali di una società che si fonda sul lavoro e sulla proprietà privata. Sappiamo tutti che gran parte delle risorse per il sostentamento del nomadismo provengono anche da attività illecite, anche se non sempre facili da contrastare e provare con i vigenti strumenti giuridici. Peraltro, anche nei casi di flagranza, difficilmente un arresto viene seguito da una custodia cautelare in carcere o, comunque, da una reclusione prolungata atta ad inficiare ulteriori azioni delittuose (famosa “certezza della pena”).
Per questo lo stazionamento di un campo nomadi, per quanto temporaneo, crea un vero e proprio allarme sociale e le richieste di sgombero pervengono alle centrali operative delle forze dell’ordine sin dai primi minuti.
I risultati dei molteplici, quanto meritori, tentativi di integrazione sono sotto gli occhi di tutti e non fanno altro che aumentare una fisiologica diffidenza e una diffusa sensazione di insicurezza.
Premesso quanto sopra, l’attività amministrativa legata al Codice della Strada o ai Regolamenti Comunali è l’unica che comunque ci consente di tentare di fornire una risposta ai cittadini che chiedono interventi. Neanche i nomadi accettano di buon grado una sanzione pecuniaria amministrativa, soprattutto se legata ad un provvedimento di fermo, sequestro o confisca.
Per rispondere al titolo della Sua domanda: “ma i ROM pagano le multe ?”, devo dire: no. quasi mai le pagano. Le pagano solo per rientrare in possesso di un mezzo sequestrato, spesso e volentieri ottenendo il relativo denaro dalle varie associazioni caritatevoli (talvolta senza neanche chiederlo).
Tra l’altro i vari caravan e roulottes sono considerati dalla normativa internazionale delle vere e proprie abitazioni, e come tali godono di una protezione di gran lunga superiore a quella di un normale veicolo, anche perché spesso unica dimora di minorenni.
Con un po’ di frustrazione, ma pienamente consapevole del fatto che prima di fare rispettare la Legge agli altri, devo a mia volta rispettarla, dico che le “regole d’ingaggio” sono queste e non posso fare altro che darmi da fare al massimo per applicare quel poco che mi è concesso, confidando che, prima o poi, si arrivi a qualche risultato.
Non ci abbandoni perchè abbiamo bisogno del sostegno di persone come Lei
Giovanni Scarpellini
Da Altovicentinonline
Le attività dei nomadi sono protette dalla Legge, non solo italiana, ivi compreso il loro diritto a non avere fissa dimora. Il problema è che un simile stile di vita è difficilmente compatibile con le regole generali di una società che si fonda sul lavoro e sulla proprietà privata. Sappiamo tutti che gran parte delle risorse per il sostentamento del nomadismo provengono anche da attività illecite, anche se non sempre facili da contrastare e provare con i vigenti strumenti giuridici. Peraltro, anche nei casi di flagranza, difficilmente un arresto viene seguito da una custodia cautelare in carcere o, comunque, da una reclusione prolungata atta ad inficiare ulteriori azioni delittuose (famosa “certezza della pena”).
Per questo lo stazionamento di un campo nomadi, per quanto temporaneo, crea un vero e proprio allarme sociale e le richieste di sgombero pervengono alle centrali operative delle forze dell’ordine sin dai primi minuti.
I risultati dei molteplici, quanto meritori, tentativi di integrazione sono sotto gli occhi di tutti e non fanno altro che aumentare una fisiologica diffidenza e una diffusa sensazione di insicurezza.
Premesso quanto sopra, l’attività amministrativa legata al Codice della Strada o ai Regolamenti Comunali è l’unica che comunque ci consente di tentare di fornire una risposta ai cittadini che chiedono interventi. Neanche i nomadi accettano di buon grado una sanzione pecuniaria amministrativa, soprattutto se legata ad un provvedimento di fermo, sequestro o confisca.
Per rispondere al titolo della Sua domanda: “ma i ROM pagano le multe ?”, devo dire: no. quasi mai le pagano. Le pagano solo per rientrare in possesso di un mezzo sequestrato, spesso e volentieri ottenendo il relativo denaro dalle varie associazioni caritatevoli (talvolta senza neanche chiederlo).
Tra l’altro i vari caravan e roulottes sono considerati dalla normativa internazionale delle vere e proprie abitazioni, e come tali godono di una protezione di gran lunga superiore a quella di un normale veicolo, anche perché spesso unica dimora di minorenni.
Con un po’ di frustrazione, ma pienamente consapevole del fatto che prima di fare rispettare la Legge agli altri, devo a mia volta rispettarla, dico che le “regole d’ingaggio” sono queste e non posso fare altro che darmi da fare al massimo per applicare quel poco che mi è concesso, confidando che, prima o poi, si arrivi a qualche risultato.
Non ci abbandoni perchè abbiamo bisogno del sostegno di persone come Lei
Giovanni Scarpellini
Da Altovicentinonline
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