Il
presidente della Regione Veneto Luca Zaia replica al premier Matteo
Renzi in merito alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge
Madia.
Una cosa sia chiara. Non abbiamo mai cercato la rissa, ma soltanto difendere l'autonomia della Regione. Se qualcuno cerca la rissa da noi non avrà grandi soddisfazioni. Temiamo peraltro che il Presidente del Consiglio sia stato male informato e che se la prenda con chi proprio non c'entra nulla. Vuole licenziare statali, dipendenti di Comuni, Province, Città metropolitane? La competenza è chiara e lo può fare senza chiedere il parere di Zaia o altri presidenti di Regione.
La nostra causa davanti alla Corte costituzionale è stata promossa dalla Regione Veneto per l’invasione delle competenze regionali assegnate alle Regioni, soprattutto riguardanti la sanità, che è appunto materia regionale.
Smettiamola quindi, caro Governo, di dire cose assolutamente false e strumentali sugli effetti della sentenza della Consulta. Non è vero che se un dipendente non timbra un cartellino per licenziarlo sia necessaria l’intesa con le Regioni. Su quello non c’è nessuna competenza regionale e quindi il Governo può fare tutto quello che vuole: licenziare, adeguare gli stipendi (del tutto impropriamente il ministro Madia ha detto che per fare gli adeguamenti adesso ci vorrà l’intesa) o quant'altro. Soltanto per i dipendenti regionali il Governo dovrà chiedere una intesa, che però, come ha precisato la Corte, è superabile se si va in stallo. La Corte, cioè, ha detto che il governo, se vuole intervenire su materie regionali, deve sentire seriamente le Regioni e non solo fare finta di farlo, come con il parere, ma poi può andare avanti comunque.
Il ricorso del Veneto riguardava infatti i dirigenti della sanità, che in base alla riforma Madia sarebbero stati nominati da una commissione nazionale che avrebbe imposto al presidente della Regione (e quindi a me) di scegliere da una rosa di tre nomi, dalla stessa selezionati, sulla base di un elenco nazionale, cui peraltro si accede prevalentemente per titoli e poco per esperienza professionale. Quindi alla Regione Veneto sarebbero potuti essere imposti (e il Presidente sarebbe stato costretto a nominarli) tre dirigenti magari provenienti da Regioni con una qual certa vocazione allo sfascio dei conti, dei bilanci, con attitudine allo spreco perenne. E questo, lo sostiene anche Renzi, è andare contro l'auspicata managerialità che si vorrebbe imporre alla Pubblica amministrazione. A un Governatore attento ai conti imponi il manager sprecone? Andiamo...
Imporre al Veneto, il cui sistema sanitario è una eccellenza mondiale una simile soluzione voleva dire distruggere il modello Veneto. La sfortuna di Renzi è che la causa l'ha proposta e vinta una Regione efficiente e non una Regione sprecona. Dispiace che il premier la butti sul personale. Un personaggio che è un suo grande sostenitore, l'ex Presidente della Repubblica Napolitano, disse: il federalismo è una vera assunzione di responsabilità. Lo lascio con questo pensiero.
Da Vicenzapiù
Una cosa sia chiara. Non abbiamo mai cercato la rissa, ma soltanto difendere l'autonomia della Regione. Se qualcuno cerca la rissa da noi non avrà grandi soddisfazioni. Temiamo peraltro che il Presidente del Consiglio sia stato male informato e che se la prenda con chi proprio non c'entra nulla. Vuole licenziare statali, dipendenti di Comuni, Province, Città metropolitane? La competenza è chiara e lo può fare senza chiedere il parere di Zaia o altri presidenti di Regione.
La nostra causa davanti alla Corte costituzionale è stata promossa dalla Regione Veneto per l’invasione delle competenze regionali assegnate alle Regioni, soprattutto riguardanti la sanità, che è appunto materia regionale.
Smettiamola quindi, caro Governo, di dire cose assolutamente false e strumentali sugli effetti della sentenza della Consulta. Non è vero che se un dipendente non timbra un cartellino per licenziarlo sia necessaria l’intesa con le Regioni. Su quello non c’è nessuna competenza regionale e quindi il Governo può fare tutto quello che vuole: licenziare, adeguare gli stipendi (del tutto impropriamente il ministro Madia ha detto che per fare gli adeguamenti adesso ci vorrà l’intesa) o quant'altro. Soltanto per i dipendenti regionali il Governo dovrà chiedere una intesa, che però, come ha precisato la Corte, è superabile se si va in stallo. La Corte, cioè, ha detto che il governo, se vuole intervenire su materie regionali, deve sentire seriamente le Regioni e non solo fare finta di farlo, come con il parere, ma poi può andare avanti comunque.
Il ricorso del Veneto riguardava infatti i dirigenti della sanità, che in base alla riforma Madia sarebbero stati nominati da una commissione nazionale che avrebbe imposto al presidente della Regione (e quindi a me) di scegliere da una rosa di tre nomi, dalla stessa selezionati, sulla base di un elenco nazionale, cui peraltro si accede prevalentemente per titoli e poco per esperienza professionale. Quindi alla Regione Veneto sarebbero potuti essere imposti (e il Presidente sarebbe stato costretto a nominarli) tre dirigenti magari provenienti da Regioni con una qual certa vocazione allo sfascio dei conti, dei bilanci, con attitudine allo spreco perenne. E questo, lo sostiene anche Renzi, è andare contro l'auspicata managerialità che si vorrebbe imporre alla Pubblica amministrazione. A un Governatore attento ai conti imponi il manager sprecone? Andiamo...
Imporre al Veneto, il cui sistema sanitario è una eccellenza mondiale una simile soluzione voleva dire distruggere il modello Veneto. La sfortuna di Renzi è che la causa l'ha proposta e vinta una Regione efficiente e non una Regione sprecona. Dispiace che il premier la butti sul personale. Un personaggio che è un suo grande sostenitore, l'ex Presidente della Repubblica Napolitano, disse: il federalismo è una vera assunzione di responsabilità. Lo lascio con questo pensiero.
Da Vicenzapiù
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