giovedì 24 dicembre 2015
Marano Vicentino. 41enne seguita e palpeggiata da un nomade. Identificato il maniaco
L’ha adocchiata, l’ha seguita e l’ha avvicinata. Quindi l’ha palpeggiata e solo l’immediata reazione della vittima, che è schizzata via come un fulmine, l’ha salvata da chissà cos’altro.
E’ già stato individuato il responsabile del grave episodio avvenuto ieri mattina in via Aldo Moro a Marano Vicentino.
Si tratterebbe del nomade A.I., 21enne residente a Santorso, già ‘schedato’ negli archivi delle forze dell’ordine.
I fatti.
Secondo il racconto della vittima, che ha presentato denuncia alla Polizia Locale Alto Vicentino, il nomade l’avrebbe improvvisamente palpeggiata da dietro mentre la donna camminava sul marciapiede verso il centro di marano. Dopo averlo apostrofato in malo modo, la 41enne ha proseguito il cammino, ma accortasi di essere ancora seguita dal giovane, si è rifugiata dentro un bar, sperando di far desistere il ragazzo dal continuare a seguirla. Il nomade invece ha atteso la sua vittima all’esterno e quando lei ha ripreso il cammino, ha ricominciato a seguire i suoi passi. La donna ha quindi chiesto aiuto al gestore di un altro esercizio commerciale, il quale ha chiamato la Polizia Alto Vicentino. All’arrivo degli agenti, il giovane si era già dileguato facendo perdere le tracce. E’ stato quindi grazie alla precisa descrizione che la donna ha fornito del 21enne che gli uomini del comandante Giovanni Scarpellini hanno identificato l’autore delle molestie. Si tratterebbe di un giovane nomade di 21 anni, A.I., residente a Santorso, già segnalato per fatti analoghi e conosciuto alle forze dell’ordine. Questa mattina il ragazzo è stato rintracciato dagli agenti e informato delle indagini a suo carico.
Altovicentinonline
martedì 22 dicembre 2015
Vicenza. I migranti condannati per l’aggressione ai carabinieri sono già spariti
Fuori dal programma di protezione e
liberi di andare dove vogliono. Dopo essere stati arrestati venerdì pomeriggio
per avere aggredito due carabinieri, e il giorno seguente avere subito il
processo per direttissima a cui si è aggiunto l’allontanamento firmato dal
prefetto, ieri i nove profughi del Gambia, richiedenti asilo politico, sono
stati allontanati dall’albergo di Cesuna che li ospitava.
IL PROVVEDIMENTO. Il provvedimento che ha revocato ai nove migranti la «protezione di accoglienza» è stato notificato ieri alle 15.30 dai carabinieri che sono saliti sull’Altopiano all’ex albergo Tina, la struttura gestita dalla cooperativa sociale Ecofficina Educational, che li aveva presi in carico. Un atto che priva gli stranieri di vitto, alloggio e di qualsiasi tipo di assistenza. Di fatto possono rimanere in Italia, almeno fino a quando riceveranno risposta alla loro richiesta di asilo politico avanzata alla commissione di Verona, ma nessuna cooperativa potrà riceverli.
Matteo Bernardini (GdV 22.12.2015)
IL PROVVEDIMENTO. Il provvedimento che ha revocato ai nove migranti la «protezione di accoglienza» è stato notificato ieri alle 15.30 dai carabinieri che sono saliti sull’Altopiano all’ex albergo Tina, la struttura gestita dalla cooperativa sociale Ecofficina Educational, che li aveva presi in carico. Un atto che priva gli stranieri di vitto, alloggio e di qualsiasi tipo di assistenza. Di fatto possono rimanere in Italia, almeno fino a quando riceveranno risposta alla loro richiesta di asilo politico avanzata alla commissione di Verona, ma nessuna cooperativa potrà riceverli.
Matteo Bernardini (GdV 22.12.2015)
Schio. Katana e pistola nella casa dei nomadi che risiedono in alloggio Ater.
SCHIO. A seguito del furto in un’auto di due anziani parcheggiata davanti al cimitero di Pievebelvicino, la polizia locale Alto Vicentino è riuscita a risalire, grazie ai filmati, ai probabili autori del colpo, una coppia di nomadi che risiede in un alloggio Ater di Schio. Perquisiti, gli agenti hanno trovato una katana e una pistola senza tappo, materiale sequestrato.
M.Sar. (GdV 22.12.2015)
giovedì 17 dicembre 2015
Arzignano (VI). «L’operaio era pronto per la Jihad»
Secondo la Direzione distrettuale Antimafia Arben Suma era pronto ad arruolarsi nella jihad e combattere per il Califfato. A metterlo nero su bianco è la richiesta con cui la Dda di Venezia chiede al tribunale di Vicenza l’applicazione della misura di “sorvegliato speciale” nei confronti del 30enne operaio macedone residente ad Arzignano e del ritiro del suo passaporto. Le accuse nei suoi confronti sono di apologia del terrorismo e di istigazione all’odio razziale.
«Gli elementi raccolti - scrivono gli inquirenti Antimafia e Antiterrorismo - hanno consentito di documentare il prossimo arruolamento di Suma nello Stato Islamico e la sua disponibilità a commettere atti di terrorismo sul territorio nazionale in adesione ai principi della propaganda jihadista».
Ad accelerare il proposito di Suma di aderire alla “guerra santa” avrebbe contribuito l’arresto di Samet Imishti. (...)
Matteo Bernardini (GdV 16.12.2015)
sabato 5 dicembre 2015
Minacce islamiche alla sindaca Olivo: «Meriti di morire»
“Devi morire”. La minaccia è arrivata al primo cittadino di Romano,Rossella Olivo, dopo le polemiche sul concerto etnico tenuto lo scorso anno nell’istituto comprensivo.
Il sindaco, come noto, si è opposto pubblicamente al concerto organizzato dalla dirigenza della scuola, che ha visto la quasi esclusiva esecuzione di canzoni straniere, con quasi la metà dei brani di origine araba ed africana eseguiti dai circa 500 alunni iscritti alla scuola media “Monte Grappa”. Il tutto è avvenuto in due tempi, davanti a circa mille genitori e parenti rimasti completamente basiti dalla scelta musicale che non ha rispettato nemmeno mezza virgola della tradizione natalizia nostrana.
Scoppiato il caso, il sindaco ha scelto di postare sul suo profilo Facebook la foto dell’articolo del nostro Giornale nel quale spiegava la sua contrarietà alla scelta fatta dalla dirigenza scolastica ed esprimeva pubblicamente la propria preoccupazione circa la possibilità che quest’anno il tradizionale concerto natalizio possa essere annullato proprio in seguito alle polemiche. (...)
Francesca Cavedagna (GdV)
venerdì 4 dicembre 2015
Schio (VI). Quando i barboni saremo noi
Si sente sempre dire: ‘Quando i profughi eravamo noi’. Ma
quando si vedono due signori italiani, un uomo e una donna che non si
conoscono, né vecchi né giovani, che non chiedono la carità a
nessuno, intenti a frugare tra i resti della frutta del mercato del
mercoledì, forse è il tempo di chiedersi: ‘Quando i barboni
saremo noi’?
Accade a Schio, sotto gli occhi smaliziati degli ambulanti che
stanno mettendo via la mercanzia nei loro furgoni. ‘Stiamo qui a
litigare – ci dicono – su dove alloggiare in comodità i profughi
e poi gli italiani come noi non hanno di che vivere’. E indicando i
due barboni un venditore racconta: ‘Prima l’uomo si è avvicinato
alla donna, che raccoglieva frutta per terra, per cercare dentro ai
sacchi dei rifiuti qualcosa da mangiare, e lei l’ho sentita dire:
‘Vai via, qua è è mio’. Ecco cosa è diventata l’Italia’.
Ma.Bo. (Altovicentinonline)
lunedì 30 novembre 2015
Thiene. Le donne islamiche: «L’uomo può tutto. Ce lo impone il Corano»
Le scorgi appena sgattaiolare via alla
chetichella, in un fruscio di vesti colorate e chador. Tengono gli occhi bassi,
soprattutto in presenza di uomini. Sanno di essere osservate, sempre, dai loro
mariti, padri, figli, fratelli. Le lasciano all’ingresso della scalinata
esterna che conduce alla sala a loro riservata, sopra il centro islamico di via
del Rosario a Thiene e, finito il sermone, le attendono in auto per far ritorno
a casa, l’unico luogo dove una donna musulmana può finalmente sollevare lo sguardo
e abbandonare il velo, nella limitata libertà delle sue quattro mura. L’imam
delle comunità islamiche del Veneto Kamel Layachi, tuonando contro le
nefandezze dell’Isis durante la preghiera di venerdì, ha voluto ritagliare uno
spazio anche per la delicata e sempre attuale condizione femminile nella
cultura e nella religione musulmana, ammettendo che sì, «esistono alcuni casi
di famiglie distrutte dalla violenza» e che quella domestica è da ripudiare e
condannare come i delitti commessi dai terroristi. (...)
G.AR. (GdV 29.11.2015)
Vicenza. Balordi e clandestini ma restano in Italia. Arriva la “black list”
Da qualche giorno sulla scrivania di uno
degli uffici ai piani alti della questura c’è un elenco che contiene i nomi di
nove persone. Una sorta di “black list”, nella quale sono stati inseriti
clandestini con precedenti, che la polizia locale ha stilato e consegnato in
viale Mazzini per chiedere al questore di attivare le procedure di espulsione a
carico di questi soggetti. Che continuano a entrare e uscire dal carcere, ma
non vengono mai allontanati da Vicenza, nonostante siano irregolari sul
territorio nazionale.
LA “BLACK LIST”. Tutte le persone sono
state incluse nella lista dopo essere state più volte identificate dagli agenti
della pattuglia anti degrado istituita lo scorso febbraio per volontà
dell’assessore comunale alla Sicurezza, Dario Rotondi. Sono stranieri che hanno
sporcato la propria fedina penale più volte. Qualcuno ha addirittura
collezionato una ventina di pagine di precedenti. C’è chi è stato sorpreso a
spacciare. Chi vive di espedienti ed è stato arrestato per furto. Chi, ancora,
bivacca tutto il giorno in strada, alza un po’ troppo e il gomito e crea
scompiglio a ogni ora del giorno e della notte. (...)
Valentino Gonzato (GdV 29.11.2015)
Genitori contro la scuola: «Basta buonismo»
Non si spegne la polemica sul concerto
natalizio con canti etnici organizzato dall’istituto comprensivo di Romano. La
maggior parte dei genitori però preferisce non parlare pubblicamente, per paura
di ritorsioni nei confronti dei figli.
«Siamo contrari a quello che ha fatto e
sta facendo la scuola per quanto riguarda la questione del concerto - dicono
concordi - ma non vogliamo il nostro nome sul giornale perché abbiamo i figli
in quella scuola e ci devono andare tutti i giorni».
Motivazione che la dice lunga sull’aria
che tira a scuola in questi giorni. Tra i circa venti genitori interpellati
ieri, mentre attendevano l’uscita di scuola dei figli iscritti alle scuole
medie di Romano, solo due hanno parlato con tranquillità. Gli altri hanno
motivato il loro sconcerto con l’espressa richiesta di non comparire.
Tra i genitori usciti allo scoperto c’è
Cristian Pacinon, che lo scorso anno era presente al concerto.
«Non mi è piaciuto – dice – Siamo in
Italia, la tradizione deve venire prima di tutto. Mio figlio ha detto che
quest’anno non si farà e questo mi dispiace molto. (...)
Francesca Cavedagna (GdV 29.11.2015)
venerdì 27 novembre 2015
Marano. "Prima noi" contro Piera Moro. "450 euro al mese per ospitare profughi è delirio”
Al consiglio comunale di Marano
Vicentino, previsto per domani sera, torna in campo ‘Prima Noi’.
E lo fa presenziando alla seduta, per sentire dal vivo cosa dirà il Sindaco Piera Moro per sostenere la proposta del Comune di dare 450 euro al mese a ogni famiglia che ospiterà nella propria casa un profugo.
Con la firma del ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei rifugiati nella provincia diVicenza’, il Comune di Marano ha implicitamente detto ‘sì’ all’accoglienza di circa 20 migranti, che saranno ospitati in alloggi con la speranza di riuscire ad integrarli nel tessuto sociale cittadino.
Per dare ospitalità, l’amministrazione di Piera Moro, come già successo in altri comuni, ha proposto di ‘ripagare’ le eventuali famiglie ospitanti con 450 euro mensili, provenienti da quei famosi 35 euro al giorno per profugo concessi dal governo.
Riferendosi ai comuni di Marano, Santorso e Calvene (che con il supporto della parrocchia ha chiesto aiuto alle famiglie per trovare alloggio ai profughi), Alex Cioni, leader di Prima Noi, ha detto: “Siamo al delirio di amministratori che con la scusa del pragmatismo si limitano a fare i burocrati cedendo alle pressioni del Prefetto. Invece di interrogarsi sull’utilità di aprire a simili iniziative che non fanno altro che incentivare l’arrivo sui barconi dei giovani ragazzi africani, si insiste con queste opere di assistenzialismo che generano una discriminate verso quei connazionali che si ritrovano a vivere una situazione di disagio economico prodotto da anni di recessione. Mentre veneti e italiani arrancano, i nostri politici pensano agli ultimi arrivati nascondendosi dietro l’emergenza profughi quando è palese a tutti che i ragazzi sbarcati in questi mesi rientrano in quel fenomeno che generalmente viene definito immigrazione per motivi economici. Se in Africa continuano a giungere notizie che l’Italia offre vitto e alloggio e pure qualche soldino – ha continuato Cioni – i giovani africani si sentiranno stimolati ad affrontare il pericoloso viaggio di cui a beneficiarne sono solo i mercanti di essere umani e le organizzazioni criminali. Oltretutto, riteniamo che se di profughi si tratta, dovrebbe essere lo stato ad occuparsene, evitando di delegare ai semplici cittadini un servizio che non è immune da rischi. Usare i soldi per indurre le famiglie ad ospitare in casa propria un richiedente asilo, è una forma di estorsione legalizzata propedeutica a fare leva sulle difficoltà economiche delle famiglie e non sul principio di solidarietà. Se si fa fatturato, non è solidarietà, è un affare, il che è altra cosa. Per questo – ha concluso il leader di Prima Noi – venerdì sera saremo in consiglio comunale, per ascoltare quanto avrà da dire il Sindaco Piera Moro”.
A.B. (Altovicentinonline)
E lo fa presenziando alla seduta, per sentire dal vivo cosa dirà il Sindaco Piera Moro per sostenere la proposta del Comune di dare 450 euro al mese a ogni famiglia che ospiterà nella propria casa un profugo.
Con la firma del ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei rifugiati nella provincia diVicenza’, il Comune di Marano ha implicitamente detto ‘sì’ all’accoglienza di circa 20 migranti, che saranno ospitati in alloggi con la speranza di riuscire ad integrarli nel tessuto sociale cittadino.
Per dare ospitalità, l’amministrazione di Piera Moro, come già successo in altri comuni, ha proposto di ‘ripagare’ le eventuali famiglie ospitanti con 450 euro mensili, provenienti da quei famosi 35 euro al giorno per profugo concessi dal governo.
Riferendosi ai comuni di Marano, Santorso e Calvene (che con il supporto della parrocchia ha chiesto aiuto alle famiglie per trovare alloggio ai profughi), Alex Cioni, leader di Prima Noi, ha detto: “Siamo al delirio di amministratori che con la scusa del pragmatismo si limitano a fare i burocrati cedendo alle pressioni del Prefetto. Invece di interrogarsi sull’utilità di aprire a simili iniziative che non fanno altro che incentivare l’arrivo sui barconi dei giovani ragazzi africani, si insiste con queste opere di assistenzialismo che generano una discriminate verso quei connazionali che si ritrovano a vivere una situazione di disagio economico prodotto da anni di recessione. Mentre veneti e italiani arrancano, i nostri politici pensano agli ultimi arrivati nascondendosi dietro l’emergenza profughi quando è palese a tutti che i ragazzi sbarcati in questi mesi rientrano in quel fenomeno che generalmente viene definito immigrazione per motivi economici. Se in Africa continuano a giungere notizie che l’Italia offre vitto e alloggio e pure qualche soldino – ha continuato Cioni – i giovani africani si sentiranno stimolati ad affrontare il pericoloso viaggio di cui a beneficiarne sono solo i mercanti di essere umani e le organizzazioni criminali. Oltretutto, riteniamo che se di profughi si tratta, dovrebbe essere lo stato ad occuparsene, evitando di delegare ai semplici cittadini un servizio che non è immune da rischi. Usare i soldi per indurre le famiglie ad ospitare in casa propria un richiedente asilo, è una forma di estorsione legalizzata propedeutica a fare leva sulle difficoltà economiche delle famiglie e non sul principio di solidarietà. Se si fa fatturato, non è solidarietà, è un affare, il che è altra cosa. Per questo – ha concluso il leader di Prima Noi – venerdì sera saremo in consiglio comunale, per ascoltare quanto avrà da dire il Sindaco Piera Moro”.
A.B. (Altovicentinonline)
Vicenza. Il prete denuncia «In carcere inni agli attentatori»
VICENZA. «Allah Akbar. All’interno del
carcere si sentono spesso gli islamici che inneggiano al loro Dio. Si tratta di
giovani dai 20 ai 30 anni che si professano musulmani, ma non sanno nemmeno che
cosa ci sia scritto nel Corano. Ragazzi che, probabilmente, provano simpatia
per lo stato islamico perché vedono negli atti di terrorismo una sorta di
ribellione contro i loro fallimenti. È accaduto dopo le stragi di Parigi, ma
anche in passato».
Don Luigi Maistrello è il cappellano
della casa circondariale di Vicenza. Lo è da poco più di un anno, quando il
vescovo Beniamino Pizziol decise che doveva lasciare la parrocchia di Grumolo
della Abbadesse per sostituire don Agostino Zenere che, per molti anni, seguì i
detenuti di via della Scola.
Da sempre impegnato nel mondo del
sociale, don Luigi trascorre molte ore della sua giornata tra i reclusi di San
Pio X. «Ho sempre sostenuto - ribadisce - che i terroristi non sono nelle
moschee, bensì nelle periferie, le banlieue francesi, piuttosto che quelle
belghe e non solo. (...)
Chiara Roverotto (GdV 27.11.2015)
giovedì 26 novembre 2015
I sindaci francesi si rivoltano contro il divieto di esporre il presepe in municipio
Tre primi cittadini del Front National rifiutano di
rimuovere la Natività dai propri Comuni: "Non è censurando le nostre
radici che si difende la laicità"
Il fondamentalismo religioso e il terrorismo si combattono davvero censurando la
propria identità e le proprie radici? Secondo una certa tradizione francese,
apparentemente sì.
Nella Francia ancora scossa dagli attentati del 13 novembre scorso, fa
discutere il gesto di tre sindaci del Front National che si sono opposti al diktat dell'Associazione nazionale dei sindaci
(l'equivalente della nostra Anci) che voleva imporre loro la rimozione del presepeda tutti i municipi del Paese.
I tre primi cittadini, che per amor di cronaca governano i Comuni di Cogolin,
Fréjus e Luc-en-Provence, hanno preso carta e penna e scritto una lettera di
protesta con cui annunciano le proprie dimissioni dall'associazione:
"Protestiamo contro l'abbandono di tutte le nostre tradizioni e delle
nostre radici culturali - scrivono gli amministratori locali - Non desideriamo più prendere parte a
un'associazione che, con il pretesto di difendere la laicità, calpesta cultura
e tradizioni del nostro Paese."
Il divieto all'esposizione del Presepe nei municipi scaturisce dalla
pubblicazione di un "vademecum sulla laicità" promosso dall'Associazione nazionale dei sindaci francesi, che spiega di rifarsi alla famosa legge del 1905 sulla separazione tra le
confessioni religiose e lo Stato. "Non si tratta di un diktat, ma di un
vademecum - spiega la vicepresidente dell'associazione, Anès Lebrun - La stessa
giurisprudenza francese è contraddittoria in materia, divisa tra chi ritiene
che il presepe rappresenti una manifestazione del culto e chi lo intende come
fenomeno esclusivamente culturale."
Il Front National però, che pure è famoso per la propria difesa della
laicità repubblicana, rigetta queste tesi come pretestuose: "A quanto il divieto delle processioni votive? - domanda
polemico il movimento di Marine Le Pen - I rappresentanti del Front National
difendono con fermezza il principio di laicità, ma non ignorano la storia. È
incontestabile che il Cristianesimo sia un'espressione della cultura
francese."
di Ivan Francese (Giornale)
lunedì 23 novembre 2015
Lega Nord: sentinelle civili nei Comuni vicentini
Non passa giorno in cui le pagine di
cronaca nera della provincia di Vicenza non siano colme di notizie relative a
furti, rapine, aggressioni o risse. Ultimo episodio inquitante, il caso di
Ornella Maculan, 85 enne vedova con figlio disabile che è stata rapinata e
picchiata nella propria abitazione di via Cresolella ai confini fra Vicenza e
Caldogno.
“E' evidente -dichiara il segretario provinciale della Lega Nord di Vicenza, Antonio Mondardo- che il poco impegno del governo nel sostenere le forze dell'ordine di fronte ad un'autentica emergenza sicurezza, rende il controllo del territorio sempre più problematico, con una netta diminuzione del livello di sicurezza in tutto il territorio provinciale. A questo si aggiunga il fatto che in questo periodo, molti uomini sono dirottati al presidio dei punti sensibili, potenziali obiettivi terroristici. Un'autentica manna per le bande di ladri che oramia controllano i nostri paesi. Chiedo quindi che i Comuni, non solo quelli della Lega, accolgano e favoriscano la creazione di gruppi di sentinelle civili di controllo del territorio. Cito l'esempio di Monticello Conte Otto dove, con l'iniziativa Mille occhi per te, elaborata dai residenti che trasforma i cittadini volonterosi in sorveglianti attenti a monitorare movimenti sospetti. Non si tratta di ronde o di volontà di sostituire le forze dell'ordine, come ripete l'ormai fastidioso refrain del centrosinista italiano. Si tratta di un atto concreto, pacifico e con obiettivi nobili, che permetterebbe di aumentare la sensazione di sicurezza nel nostro territorio, avrebbe un innegabile effetto deterrenza e permetterebbe alle stesse forze dell'ordine di avere utili informatori civili sulle situazioni di pericolo esistenti o potenziali. Sulla sicurezza non sono ammessi vuoti di alcun genere e la situazione di governo attuale ha lasciato molto più di un vuoto nella tutela dei cittadini”.
Lega Nord Vicenza
“E' evidente -dichiara il segretario provinciale della Lega Nord di Vicenza, Antonio Mondardo- che il poco impegno del governo nel sostenere le forze dell'ordine di fronte ad un'autentica emergenza sicurezza, rende il controllo del territorio sempre più problematico, con una netta diminuzione del livello di sicurezza in tutto il territorio provinciale. A questo si aggiunga il fatto che in questo periodo, molti uomini sono dirottati al presidio dei punti sensibili, potenziali obiettivi terroristici. Un'autentica manna per le bande di ladri che oramia controllano i nostri paesi. Chiedo quindi che i Comuni, non solo quelli della Lega, accolgano e favoriscano la creazione di gruppi di sentinelle civili di controllo del territorio. Cito l'esempio di Monticello Conte Otto dove, con l'iniziativa Mille occhi per te, elaborata dai residenti che trasforma i cittadini volonterosi in sorveglianti attenti a monitorare movimenti sospetti. Non si tratta di ronde o di volontà di sostituire le forze dell'ordine, come ripete l'ormai fastidioso refrain del centrosinista italiano. Si tratta di un atto concreto, pacifico e con obiettivi nobili, che permetterebbe di aumentare la sensazione di sicurezza nel nostro territorio, avrebbe un innegabile effetto deterrenza e permetterebbe alle stesse forze dell'ordine di avere utili informatori civili sulle situazioni di pericolo esistenti o potenziali. Sulla sicurezza non sono ammessi vuoti di alcun genere e la situazione di governo attuale ha lasciato molto più di un vuoto nella tutela dei cittadini”.
Lega Nord Vicenza
venerdì 20 novembre 2015
Zugliano. Lega all’attacco: ‘Basta integrazione di sinti che si rivelano delinquenti’
‘Una famiglia che non aveva alcuna
intenzione di integrarsi, che invece finisce sui giornali per fatti gravissimi.
Che viveva a Zugliano da anni in un appartamento messo a disposizione
della parrocchia di Centrale, in beffa alle persone che avrebbero bisogno di
aiuto. Che l’esperienza non si ripeta mai più e che ora quell’appartamento,
venga dato ad una famiglia italiana per bene e davvero bisognosa’.
A sollevare il polverone è il consigliere comunale di minoranza e membro del direttivo politico della Lega Nord Michele Pesavento, che chiede al sindaco Sandro Maculan quali siano le intenzioni dell’amministrazione in merito all’appartamento dato fino ad una decina di giorni fa ad una famiglia di sinti ospitata dalla parrocchia di Centrale, proprietaria dell’immobile.
‘Non siamo più disposti ad ospitare in paese persone di questo tipo, dedite al crimine e capaci di compiere furti e rapine con piccoli in macchina – conclude Pesavento – basta con questi esperimenti d’integrazione impossibile e fallimentare. Che quella casa che dal 2010 è stata data a delinquenti che hanno vissuto sulle spalle della nostra comunità, adesso venga data ad una famiglia italiana in cerca di un tetto’.
Da più di una settimana, il nucleo ha lasciato Zugliano, dopo aver avuto gli onori della cronaca per una rapina compiuta a Pianezze, dove hanno ingaggiato un inseguimento con le forze dell’ordine e causato un incidente con i bambini a bordo’
Altovicentinonline
A sollevare il polverone è il consigliere comunale di minoranza e membro del direttivo politico della Lega Nord Michele Pesavento, che chiede al sindaco Sandro Maculan quali siano le intenzioni dell’amministrazione in merito all’appartamento dato fino ad una decina di giorni fa ad una famiglia di sinti ospitata dalla parrocchia di Centrale, proprietaria dell’immobile.
‘Non siamo più disposti ad ospitare in paese persone di questo tipo, dedite al crimine e capaci di compiere furti e rapine con piccoli in macchina – conclude Pesavento – basta con questi esperimenti d’integrazione impossibile e fallimentare. Che quella casa che dal 2010 è stata data a delinquenti che hanno vissuto sulle spalle della nostra comunità, adesso venga data ad una famiglia italiana in cerca di un tetto’.
Da più di una settimana, il nucleo ha lasciato Zugliano, dopo aver avuto gli onori della cronaca per una rapina compiuta a Pianezze, dove hanno ingaggiato un inseguimento con le forze dell’ordine e causato un incidente con i bambini a bordo’
Altovicentinonline
martedì 10 novembre 2015
Arsiero.Zancan al funerale di Mattielli: ‘Mai ai rom le sue proprietà’
Robertino Zancan, l’orafo di Nanto
che con il benzinaio Graziano Stacchio ha accompagnato lunedì il feretro di
Ermes Mattielli al cimitero di Arsiero, non è per nulla rassegnato a lasciare
che la sua morte scriva la parola ‘fine’ anche alla controversa vicenda
giudiziaria.
‘Semplicemente questo funerale – ha commentato asciutto, a pochi minuti dalla conclusione della cerimonia religiosa – non doveva esserci. Ripeto che Ermes è morto di crepacuore perché non ha mai accettato la condanna e per paura che gli portassero via quel poco che aveva’.
Zancan ha l’espressione sofferente quando ricorda gli ultimi momenti passati con Mattielli. ‘Sto male dentro, mi diceva dietro le quinte di Quinta Colonna, e si batteva il petto con il pugno. Stava così perchè da anni la sua dignità era stata infangata e calpestata. Lui che era un uomo umile, che non ha mai chiesto nulla a nessuno’.
Al pensiero delle proprietà di Mattielli che andranno in mano ai rom Zancan ha un moto di rabbia: ‘Non accadrà mai. Ci penseremo noi a far sì che non succeda’.
Ma. Bo. (Altovicentinonline)
‘Semplicemente questo funerale – ha commentato asciutto, a pochi minuti dalla conclusione della cerimonia religiosa – non doveva esserci. Ripeto che Ermes è morto di crepacuore perché non ha mai accettato la condanna e per paura che gli portassero via quel poco che aveva’.
Zancan ha l’espressione sofferente quando ricorda gli ultimi momenti passati con Mattielli. ‘Sto male dentro, mi diceva dietro le quinte di Quinta Colonna, e si batteva il petto con il pugno. Stava così perchè da anni la sua dignità era stata infangata e calpestata. Lui che era un uomo umile, che non ha mai chiesto nulla a nessuno’.
Al pensiero delle proprietà di Mattielli che andranno in mano ai rom Zancan ha un moto di rabbia: ‘Non accadrà mai. Ci penseremo noi a far sì che non succeda’.
Ma. Bo. (Altovicentinonline)
lunedì 9 novembre 2015
Lega Nord Veneto a Bologna in piazza, il grido di Ciambetti e Bizzotto: "liberiamoci di Renzi"
In
mezzo alla folta delegazione veneta, una delle più numerose presenti a Bologna
e individuabile per la storica bandiera del Leone di San Marco, per la
manifestazione lanciata da Matteo Salvini con il centrodestra unito oggi,
domenica 8 novembre, a Bologna, c'erano anche il presidente del Consiglio
regionale Roberto Ciambetti e l’europarlamentare Mara Bizzotto, vicino a quasi
tutti gli esponenti leghisti del Consiglio Regionale (nelle foto: Roberto
Ciambetti, Silvia Rizzotto, Francesco Calzavara, Marino Finozzi, Fabrizio
Boron, Franco Gidoni, Gabriele Michieletto).
Bizzotto:
"A Bologna è nato qualcosa di
straordinariamente positivo, da Bologna riparte un centrodestra nuovo, unito,
moderno, guidato dalla Lega Nord e da Matteo Salvini, che è pronto a mandare a
casa Renzi e compagni e a governare il Paese. Dalla manifestazione di oggi
arriva un grande avviso di sfratto al Governo delle tasse e dei clandestini
della tragica coppia Renzi – Alfano. L’unica nota stonata sono stati i
disordini e i tafferugli causati dai “nazisti rossi” dei centri sociali che,
anche questa volta, hanno dimostrato di essere gentaglia pericolosa che
starebbe bene chiusa in galera".
Ciambetti:
"È stata una grande manifestazione popolare, entusiasmante non solo per il numero dei presenti, ma soprattutto per la voglia di dire forte che l'Italia vuole cambiare. E può farlo a partire dalla voglia di diritti, di cultura e di vera libertà. La Lega, oggi capace di riaggregare intorno a se tutto il centro-destra ha mostrato di essere l'unica forza popolare ancora in grado di coinvolgere e muovere la gente sui bisogni reali. Abbiamo gridato forte 'liberiamoci!' per far comprendere che è il momento di spezzare le pastoie di una demagogia vecchia e stantia, non più credibile e capace solo di creare danni, nuove povertà e nuove tensioni sociali. Noi siamo qui in piazza per manifestare la necessità di avere una buona sanità, una giustizia reale, una sicurezza sociale effettiva, un livello di occupazione che permetta ai nostri giovani di costruirsi un futuro, ed un sostegno all'imprenditoria che ci permetta di stare sul mercato internazionale. Basta con i proclami renziani, basta con la demagogia, basta con le promesse non mantenute: oggi da Bologna il messaggio di un forte cambiamento di rotta è partito e siamo certi che arriverà forte e chiaro sia a Roma che in tutte le altre città del Paese, Venezia e Veneto comprese".
"È stata una grande manifestazione popolare, entusiasmante non solo per il numero dei presenti, ma soprattutto per la voglia di dire forte che l'Italia vuole cambiare. E può farlo a partire dalla voglia di diritti, di cultura e di vera libertà. La Lega, oggi capace di riaggregare intorno a se tutto il centro-destra ha mostrato di essere l'unica forza popolare ancora in grado di coinvolgere e muovere la gente sui bisogni reali. Abbiamo gridato forte 'liberiamoci!' per far comprendere che è il momento di spezzare le pastoie di una demagogia vecchia e stantia, non più credibile e capace solo di creare danni, nuove povertà e nuove tensioni sociali. Noi siamo qui in piazza per manifestare la necessità di avere una buona sanità, una giustizia reale, una sicurezza sociale effettiva, un livello di occupazione che permetta ai nostri giovani di costruirsi un futuro, ed un sostegno all'imprenditoria che ci permetta di stare sul mercato internazionale. Basta con i proclami renziani, basta con la demagogia, basta con le promesse non mantenute: oggi da Bologna il messaggio di un forte cambiamento di rotta è partito e siamo certi che arriverà forte e chiaro sia a Roma che in tutte le altre città del Paese, Venezia e Veneto comprese".
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