VICENZA. «Allah Akbar. All’interno del
carcere si sentono spesso gli islamici che inneggiano al loro Dio. Si tratta di
giovani dai 20 ai 30 anni che si professano musulmani, ma non sanno nemmeno che
cosa ci sia scritto nel Corano. Ragazzi che, probabilmente, provano simpatia
per lo stato islamico perché vedono negli atti di terrorismo una sorta di
ribellione contro i loro fallimenti. È accaduto dopo le stragi di Parigi, ma
anche in passato».
Don Luigi Maistrello è il cappellano
della casa circondariale di Vicenza. Lo è da poco più di un anno, quando il
vescovo Beniamino Pizziol decise che doveva lasciare la parrocchia di Grumolo
della Abbadesse per sostituire don Agostino Zenere che, per molti anni, seguì i
detenuti di via della Scola.
Da sempre impegnato nel mondo del
sociale, don Luigi trascorre molte ore della sua giornata tra i reclusi di San
Pio X. «Ho sempre sostenuto - ribadisce - che i terroristi non sono nelle
moschee, bensì nelle periferie, le banlieue francesi, piuttosto che quelle
belghe e non solo. (...)
Chiara Roverotto (GdV 27.11.2015)
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