Più di mille
persone hanno partecipato alla manifestazione di ieri sera, ad Arzignano,
organizzata dal comitato No profughi ad Arzignano, per protestare contro
l’ipotesi dell’insediamento di un campo profughi in città. Il corteo,
illuminato dalle fiaccole, si è mosso per le strade in maniera ordinata e
silenziosa, ed ha visto la partecipazione di famiglie, uomini, donne, bambini,
persone di diversa estrazione politica e anche diversi stranieri.
“Due gli striscioni presenti – si legge in una nota diramata in proposito dal comitato organizzatore – ‘Giù le mani da Arzignano’ e ‘No campi profughi in questa città’, ma nessuna bandiera politica, nessun coro, a sfilare solo la dignità e la fermezza di un’intera comunità. Un fiume umano che, partito dal parcheggio Destra Chiampo, ha attraversato le vie del centro fino ad arrivare sotto il comune, in piazza Libertà, dove ha preso la parola il portavoce del comitato, Daniele Beschin”.
“Un corteo – ha precisato Beschin – lontano da logiche razziste, una manifestazione e una presa di posizione dettate solo dal buonsenso di una cittadinanza, italiana e straniera, che si rende conto che l’arrivo di presunti profughi, metterebbe a rischio l’intero tessuto economico e sociale della vallata, creando una bomba ad orologeria anche per quel processo di integrazione e pacifica convivenza che abbiamo costruito negli anni con le comunità straniere che oggi vivono in città. La nostra battaglia è per gli arzignanesi e anche per coloro che qui si sono integrati, vivono, lavorano e pagano regolarmente le tasse, rispettando le regole della comunità”.
Non sono mancati nel corso del comizio finale, alcuni affondi al prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, accusato, dagli oratori, di fare valutazioni fuori luogo, senza consultare la cittadinanza.
“Abbiamo il diritto – ha concluso Beschin – di essere padroni a casa nostra e di dire ‘No’ a decisioni che potrebbero sconvolgere l’assetto della nostra città, difenderemo ogni quartiere di Arzignano, in maniera composta ma con grande fermezza, pronti ad alzare le barricate se necessario. Il prefetto se ne faccia una ragione, Arzignano non è terreno fertile per portare profughi e una manifestazione con una partecipazione così imponente rappresenta una pietra tombale a qualsiasi progetto in tal senso. Ne va del rispetto che abbiamo per i nostri padri, per la nostra comunità italiana e straniera, e perché vogliamo consegnare ai nostri figli una città più solidale, nella libertà e nella sicurezza”.
Ilaria Martini(Vicenzareport)
“Due gli striscioni presenti – si legge in una nota diramata in proposito dal comitato organizzatore – ‘Giù le mani da Arzignano’ e ‘No campi profughi in questa città’, ma nessuna bandiera politica, nessun coro, a sfilare solo la dignità e la fermezza di un’intera comunità. Un fiume umano che, partito dal parcheggio Destra Chiampo, ha attraversato le vie del centro fino ad arrivare sotto il comune, in piazza Libertà, dove ha preso la parola il portavoce del comitato, Daniele Beschin”.
“Un corteo – ha precisato Beschin – lontano da logiche razziste, una manifestazione e una presa di posizione dettate solo dal buonsenso di una cittadinanza, italiana e straniera, che si rende conto che l’arrivo di presunti profughi, metterebbe a rischio l’intero tessuto economico e sociale della vallata, creando una bomba ad orologeria anche per quel processo di integrazione e pacifica convivenza che abbiamo costruito negli anni con le comunità straniere che oggi vivono in città. La nostra battaglia è per gli arzignanesi e anche per coloro che qui si sono integrati, vivono, lavorano e pagano regolarmente le tasse, rispettando le regole della comunità”.
Non sono mancati nel corso del comizio finale, alcuni affondi al prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, accusato, dagli oratori, di fare valutazioni fuori luogo, senza consultare la cittadinanza.
“Abbiamo il diritto – ha concluso Beschin – di essere padroni a casa nostra e di dire ‘No’ a decisioni che potrebbero sconvolgere l’assetto della nostra città, difenderemo ogni quartiere di Arzignano, in maniera composta ma con grande fermezza, pronti ad alzare le barricate se necessario. Il prefetto se ne faccia una ragione, Arzignano non è terreno fertile per portare profughi e una manifestazione con una partecipazione così imponente rappresenta una pietra tombale a qualsiasi progetto in tal senso. Ne va del rispetto che abbiamo per i nostri padri, per la nostra comunità italiana e straniera, e perché vogliamo consegnare ai nostri figli una città più solidale, nella libertà e nella sicurezza”.
Ilaria Martini(Vicenzareport)
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