Una sollecitazione ai parlamentari
veneti perché si adoperino per arrivare il più rapidamente possibile
all’approvazione della proposta di legge, attualmente ferma in commissione al
Senato in seconda lettura, sulla disciplina degli orari di apertura degli
esercizi commerciali e parallelamente la presentazione alla Conferenza Stato-Regioni
di un analogo documento di condivisione della comune volontà di modificare la
normativa in materia. Sono le linee d’azione emerse a Venezia in occasione
della sfida “etica” lanciata oggi dal tavolo regionale, aperto alle
associazioni di categoria, alle parti sociali e con il coinvolgimento dei
parlamentari veneti, per individuare strategie idonee a superare la delicata
problematica della liberalizzazione degli orari di vendita e dei giorni di
apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, competenza di cui le
Regioni sono state espropriate.
La convocazione è partita dall’assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato insieme all’assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin, accogliendo una richiesta in tal senso del movimento “Domenica No Grazie” rappresentato oggi da Tiziana D’Andrea, e di don Enrico Torta.
E’ stato ricordato che la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni regionali che disciplinavano questa materia. Con l’entrata in vigore della normativa statale in materia di liberalizzazione delle attività economiche ed in particolare del decreto legge n. 201/2011, il cosiddetto “Decreto Salva Italia”, è stata imposta la liberalizzazione anche per quanto riguarda gli orari di vendita e i giorni di apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali. L’apertura anche in occasione delle recenti festività natalizie da parte di qualche centro commerciale ha nuovamente suscitato polemiche e prese di posizione.
“Abbiamo coinvolto i parlamentari – ha spiegato Marcato – perchè il tema è di carattere nazionale e necessita di un intervento del Parlamento, in quanto il decreto ha tolto alle Regioni la potestà di normare questa materia”.
Se da un lato viene messo in discussione l’effettivo valore aggiunto delle liberalizzazioni sul tessuto economico veneto, dall’altro l’accento viene posto anche sull’aspetto etico-sociale della questione – ha fatto presente l’assessore Lanzarin – in quanto va a incidere negativamente sulla qualità della vita delle famiglie. Rilievi a cui la grande distribuzione risponde con i dati sull’aumento del fatturato e dell’occupazione.
“L’obiettivo ottimale – ha fatto rilevare Marcato – sarebbe che le competenze tornassero alle Regioni, in modo da poter modulare sul territorio le aperture. Evidentemente questo richiede un cambiamento culturale e un’opera di sensibilizzazione da fare insieme. In attesa che ci siano le condizioni per questa inversione di tendenza, occorre utilizzare gli strumenti attualmente disponibili a livello nazionale per limitare le aperture e con il coinvolgimento dei parlamentari veneti di tutti gli schieramenti politici, perché di tratta di una battaglia trasversale, cercare di far arrivare in porto almeno la proposta di legge che è già in discussione ma che deve poter completare il suo iter”.
Tiziana D’Andrea ha spiegato le motivazioni del movimento “Domenica No Grazie”, precisando di ritenere ragionevole un massimo di 12 aperture domenicali, escludendo qualsiasi altra festività. Da parte sua don Enrico Torta ha fatto presente i pericoli di una liberalizzazione estrema, in cui a prevalere sono i consumi e gli interessi economici senza nessuna considerazione per la dignità umana.
a cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto
La convocazione è partita dall’assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato insieme all’assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin, accogliendo una richiesta in tal senso del movimento “Domenica No Grazie” rappresentato oggi da Tiziana D’Andrea, e di don Enrico Torta.
E’ stato ricordato che la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni regionali che disciplinavano questa materia. Con l’entrata in vigore della normativa statale in materia di liberalizzazione delle attività economiche ed in particolare del decreto legge n. 201/2011, il cosiddetto “Decreto Salva Italia”, è stata imposta la liberalizzazione anche per quanto riguarda gli orari di vendita e i giorni di apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali. L’apertura anche in occasione delle recenti festività natalizie da parte di qualche centro commerciale ha nuovamente suscitato polemiche e prese di posizione.
“Abbiamo coinvolto i parlamentari – ha spiegato Marcato – perchè il tema è di carattere nazionale e necessita di un intervento del Parlamento, in quanto il decreto ha tolto alle Regioni la potestà di normare questa materia”.
Se da un lato viene messo in discussione l’effettivo valore aggiunto delle liberalizzazioni sul tessuto economico veneto, dall’altro l’accento viene posto anche sull’aspetto etico-sociale della questione – ha fatto presente l’assessore Lanzarin – in quanto va a incidere negativamente sulla qualità della vita delle famiglie. Rilievi a cui la grande distribuzione risponde con i dati sull’aumento del fatturato e dell’occupazione.
“L’obiettivo ottimale – ha fatto rilevare Marcato – sarebbe che le competenze tornassero alle Regioni, in modo da poter modulare sul territorio le aperture. Evidentemente questo richiede un cambiamento culturale e un’opera di sensibilizzazione da fare insieme. In attesa che ci siano le condizioni per questa inversione di tendenza, occorre utilizzare gli strumenti attualmente disponibili a livello nazionale per limitare le aperture e con il coinvolgimento dei parlamentari veneti di tutti gli schieramenti politici, perché di tratta di una battaglia trasversale, cercare di far arrivare in porto almeno la proposta di legge che è già in discussione ma che deve poter completare il suo iter”.
Tiziana D’Andrea ha spiegato le motivazioni del movimento “Domenica No Grazie”, precisando di ritenere ragionevole un massimo di 12 aperture domenicali, escludendo qualsiasi altra festività. Da parte sua don Enrico Torta ha fatto presente i pericoli di una liberalizzazione estrema, in cui a prevalere sono i consumi e gli interessi economici senza nessuna considerazione per la dignità umana.
a cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto
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