Lady Montecitorio alla commemorazione della strage di
Bologna difende la Kyenge e attacca il Carroccio: "Ci sono dei mostri
nelle nostre istituzioni"
Poteva
perdere un occasione per dire la sua, Laura Boldrini? Domanda retorica.
Risposta scontata: no, ovviamente no. Il contesto è quello della commemorazione del 2 agosto, la strage di
Bologna. Dal palco della città felsina, dove si ricordavano gli 85 morti del
1980, lady Montecitorio sì, certo, parla anche della tragedia. Poi però
l'attenzione si sposta. Su chi? Sul ministro Cécile Kyenge, fresca di
"due di picche" alla festa
leghista (un gran rifiuto che Bobo Maroni ha così interpretato: "Non viene perché sa che le sue idee sono sbagliate").
I
"mostri" - Quelle della
Boldrini è una difesa accorata. Ma il passo dalla difesa all'offesa è
breve. Laura apre il fuoco contro il Carroccio. Ascoltando le sue parole viene
da pensare a Roberto Calderoli e allo scivolone sull'orango: "Come
possiamo veramente pensare che il nostro Paese sia pacificato con se stesso e
con la sua storia se ancora ci sono rappresentanti delle istituzioni che
offendono, umiliano e denigrano una donna nera che fa bene il suo lavoro di
ministro? L'intolleranza - chiosa - genera mostri".
Ma quale
pacificazione? - La tirata
sui mostri prosegue. Boldrini spiega: "A quei mostri dobbiamo sempre
opporre il senso alto della nostra civiltà, rifiutare la provocazione
senza mai cadere nella trappola dell'odio. Perché all'odio - conclude la
parentesi - c'è sempre un'alternativa. E il Paese ha bisogno di coesione,
non di divisioni". Lady Montecitorio parla di "mostri", e senza
malizia alcuna il riferimento pare essere in toto ai leghisti. La vendoliana si
chiede come sia possibile "pacificare" il Paese alzando i toni. Noi
ci chiediamo come lo vuole pacificare lei, il Paese, bollando gli oppositori
politici come mostri...
da Libero Quotidiano
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