L'avvertimento dell'Europol. «Due degli attentatori di Parigi
erano arrivati in Europa dal canale della migrazione. La
nostra principale preoccupazione è che altri terroristi arrivino,
anche grazie a documenti contraffatti e stiamo monitorando
la situazione». Lo ha detto il direttore di Europol, Rob Wainwright,
al Comitato Schengen.
Nello scorso gennaio un rapporto di Europol aveva previsto che ci sarebbero stati nuovi attentati in Europa. «Sapevamo - ha spiegato il direttore dell’organismo di polizia - che Isis aveva istituito in Siria una nuova struttura di comando per pianificare attacchi contro città europee e purtroppo c’è stato Bruxelles». «La nostra priorità, dunque - ha aggiunto - è quella di identificare altri network terroristici in attività in Europa».
Zaia: «Il razzista aveva ragione». «Ipse dixit. Il razzista aveva ragione. Quando ammonivo sul rischio che tra tutte le centinaia di migliaia di immigrati ci fossero delle mele marce e che il terrorismo avrebbe potuto sfruttare le maglie larghe, se non inesistenti, dei controlli, fui accusato di allarmismo e razzismo becero. Oggi, a distanza di mesi, addirittura Europol conferma che quel timore era realtà». Con queste parole Luca Zaia presidente del Veneto commenta le dichiarazioni del Direttore dell’Ufficio Europeo di Polizia Rob Wainwright che, al Comitato Schengen, ha confermato che due degli attentatori di Parigi erano arrivati in Europa attraverso il canale della migrazione e che è la «principale preoccupazione» di Europol «che altri terroristi arrivino, anche grazie a documenti contraffatti».
«Ecco - aggiunge Zaia - se ce ne fosse ancora bisogno, un’autorevolissima conferma del rischio e dell’inefficienza di un sistema di controlli colabrodo, che nel solo Veneto ha già fatto arrivare almeno 12 mila fantasmi senza nome e senza volto, spariti nel nulla appena messo piede sul territorio ed ora sparsi chissà dove a fare chissà cosa». «Quando lo dissi io - spiega - ero un razzista insensibile, ora lo dice persino l’Onu: la risposta non sta in porte aperte indiscriminate, ma in una strategia coordinata, con campi di accoglienza realizzati lungo le coste del Nord Africa; identificazioni e prima assistenza sul posto; corridoi umanitari legalmente organizzati per accogliere chi ne ha davvero bisogno perchè scappa da guerre, carestie e persecuzioni etniche o religiose ed evitare, nei limiti del possibile, di portarsi in casa balordi, delinquenti in fuga dalle patrie galere, potenziali terroristi. Va fatto il prima possibile - conclude - sia per evitare che il mare continui a inghiottire vittime, sia per non dover più deporre fiori in qualche piazza o aeroporto d’Europa».
GdV 05.05.2016
Nello scorso gennaio un rapporto di Europol aveva previsto che ci sarebbero stati nuovi attentati in Europa. «Sapevamo - ha spiegato il direttore dell’organismo di polizia - che Isis aveva istituito in Siria una nuova struttura di comando per pianificare attacchi contro città europee e purtroppo c’è stato Bruxelles». «La nostra priorità, dunque - ha aggiunto - è quella di identificare altri network terroristici in attività in Europa».
Zaia: «Il razzista aveva ragione». «Ipse dixit. Il razzista aveva ragione. Quando ammonivo sul rischio che tra tutte le centinaia di migliaia di immigrati ci fossero delle mele marce e che il terrorismo avrebbe potuto sfruttare le maglie larghe, se non inesistenti, dei controlli, fui accusato di allarmismo e razzismo becero. Oggi, a distanza di mesi, addirittura Europol conferma che quel timore era realtà». Con queste parole Luca Zaia presidente del Veneto commenta le dichiarazioni del Direttore dell’Ufficio Europeo di Polizia Rob Wainwright che, al Comitato Schengen, ha confermato che due degli attentatori di Parigi erano arrivati in Europa attraverso il canale della migrazione e che è la «principale preoccupazione» di Europol «che altri terroristi arrivino, anche grazie a documenti contraffatti».
«Ecco - aggiunge Zaia - se ce ne fosse ancora bisogno, un’autorevolissima conferma del rischio e dell’inefficienza di un sistema di controlli colabrodo, che nel solo Veneto ha già fatto arrivare almeno 12 mila fantasmi senza nome e senza volto, spariti nel nulla appena messo piede sul territorio ed ora sparsi chissà dove a fare chissà cosa». «Quando lo dissi io - spiega - ero un razzista insensibile, ora lo dice persino l’Onu: la risposta non sta in porte aperte indiscriminate, ma in una strategia coordinata, con campi di accoglienza realizzati lungo le coste del Nord Africa; identificazioni e prima assistenza sul posto; corridoi umanitari legalmente organizzati per accogliere chi ne ha davvero bisogno perchè scappa da guerre, carestie e persecuzioni etniche o religiose ed evitare, nei limiti del possibile, di portarsi in casa balordi, delinquenti in fuga dalle patrie galere, potenziali terroristi. Va fatto il prima possibile - conclude - sia per evitare che il mare continui a inghiottire vittime, sia per non dover più deporre fiori in qualche piazza o aeroporto d’Europa».
GdV 05.05.2016
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