Più che
ipotizzare la requisizione di alloggi per gli immigrati i prefetti dovrebbe
pensare a come difendere gli alloggi ed edifici da occupanti abusivi,
abitazioni, aziende ed esercizi pubblici da ladri e delinquenti: se c’è una
emergenza nelle nostre città non è quella del garantire ospitalità agli
extracomunitari, ma assicurare sicurezza ai cittadini che non sono solo
contribuenti da spremere.
Non è la prima volta che si parla di requisire alloggi per ospitare immigrati e richiedenti asilo in attesa della valutazione della loro richiesta. In passato, e più volte, il Ministro degli Interni era più volte intervenuto per precisare che nessun Prefetto aveva parlato di requisire alloggi ma solo di remote possibilità. Nello scorso febbraio a Treviso scoppiò un bailamme: il gioco si ripeterà anche questa volta a Vicenza? Non lo so, ma so che minacciare i cittadini di provvedimenti iniqui e ingiustificati non è un comportamento da stato di diritto bensì da stato di Polizia il quale non a caso si esprime con la voce dei Prefetti. Il prefetto risponde al Viminale. Un politico ai cittadini che lo hanno eletto.
Le città venete stanno arrivando a livelli di saturazione. Vicenza su 113.599 mila abitanti conta 18.317 stranieri censiti, con una incidenza pari al 16.1 per cento . E’ la sesta città d’Italia per presenza di stranieri, prima nel Veneto seguita da presso da Padova, che ha un rapporto percentuale sulla popolazione residente del 15.8 per cento e poi da Verona, 14.4 per cento. In Veneto, dato al dicembre 2015, gli stranieri incidevano per il 10,2 per cento della popolazione mentre gli spazi per l’accoglienza sono andati esauriti. Non possiamo dimenticare, poi, che sono almeno 12 mila gli stranieri fantasma sparpagliati in Veneto dalle prefetture ma dei quali non si ha più notizia.
Si ha invece notizia della sequenza impressionante di furti, aggressioni, spaccio di droga e via dicendo di cui si rendono protagonisti i signori del sottobosco dell’illegalità extracomunitari. I prefetti paventano le requisizioni di alloggi come estrema ratio, ma poi parlando di dovere della solidarietà umana: la solidarietà è una scelta, non è un dovere. E ci sono livelli oltre ai quali anche la solidarietà non è più sostenibile. Soprattutto se si viene ripagati con la moneta della delinquenza e dell’illegalità.
Roberto Ciambetti, presidente Consiglio regionale Veneto
Non è la prima volta che si parla di requisire alloggi per ospitare immigrati e richiedenti asilo in attesa della valutazione della loro richiesta. In passato, e più volte, il Ministro degli Interni era più volte intervenuto per precisare che nessun Prefetto aveva parlato di requisire alloggi ma solo di remote possibilità. Nello scorso febbraio a Treviso scoppiò un bailamme: il gioco si ripeterà anche questa volta a Vicenza? Non lo so, ma so che minacciare i cittadini di provvedimenti iniqui e ingiustificati non è un comportamento da stato di diritto bensì da stato di Polizia il quale non a caso si esprime con la voce dei Prefetti. Il prefetto risponde al Viminale. Un politico ai cittadini che lo hanno eletto.
Le città venete stanno arrivando a livelli di saturazione. Vicenza su 113.599 mila abitanti conta 18.317 stranieri censiti, con una incidenza pari al 16.1 per cento . E’ la sesta città d’Italia per presenza di stranieri, prima nel Veneto seguita da presso da Padova, che ha un rapporto percentuale sulla popolazione residente del 15.8 per cento e poi da Verona, 14.4 per cento. In Veneto, dato al dicembre 2015, gli stranieri incidevano per il 10,2 per cento della popolazione mentre gli spazi per l’accoglienza sono andati esauriti. Non possiamo dimenticare, poi, che sono almeno 12 mila gli stranieri fantasma sparpagliati in Veneto dalle prefetture ma dei quali non si ha più notizia.
Si ha invece notizia della sequenza impressionante di furti, aggressioni, spaccio di droga e via dicendo di cui si rendono protagonisti i signori del sottobosco dell’illegalità extracomunitari. I prefetti paventano le requisizioni di alloggi come estrema ratio, ma poi parlando di dovere della solidarietà umana: la solidarietà è una scelta, non è un dovere. E ci sono livelli oltre ai quali anche la solidarietà non è più sostenibile. Soprattutto se si viene ripagati con la moneta della delinquenza e dell’illegalità.
Roberto Ciambetti, presidente Consiglio regionale Veneto
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