"Sono
temi collegati". Così il Commissario Provinciale Franco Manzato nella
sua introduzione. La Lega Nord di Vicenza, dopo i contrasti interni
con l'ex segretario Antonio Mondardo e il successivo commissariamento, serra le
fila in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. "Abbiamo
organizzato oltre 50 eventi in tutto il vicentino - spiega Erik Umberto
Pretto, il Coordinatore Provinciale del Comitato per il NO - più incontri di
tutti sia in Veneto che in Lombardia". Il Comitato lo hanno chiamato
"Donne e uomini liberi votano No"; e il messaggio che dalla sede di
via dell'Oreficeria vogliono far chiaro da subito è la loro battaglia contro il
Partito Democratico e il premier Matteo Renzi: "loro hanno denari, noi
abbiamo la gente".
C'era anche il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che ha provato ad entrare nel merito di alcuni aspetti della riforma, a partire dalle ridefinite competenze di Stato e Regioni, ma anche da parte sua arrivano bordate alla controparte: "il Pd usa solo slogan e sta utilizzando la Rai in modo vergognoso".
Anche il Senato composto dai rappresentanti degli enti locali non piace agli esponenti del Carroccio, "e non è vero che gli stipendi dei consiglieri regionali saranno dimezzati, la gente ascolta troppo Renzi".
Si torna sempre lì, il no alla riforma è un chiaro desiderio di mandare a casa il presidente del Consiglio.
Lo stesso intento di sinistra radicale, Movimento 5 Stelle, Anpi: le posizioni sul referendum sono più o meno le stesse, facciamo notare:
"Hanno capito anche loro che è messa in discussione la democrazia" la risposta.
A dare man forte ci sono anche l'assessore regionale Manuela Lanzarin e i parlamentari vicentini, Erika Stefani, Mara Bizzotto e Filippo Busin, oltre ad altri esponenti dalla Provincia:
"è un passo indietro rispetto alla riforma 2001, è una riforma a risparmio zero a medio lungo termine, il risparmio lo spendiamo in una settimana per i profughi...".
Ecco, in cattedra sale il cavallo di battaglia leghista, in piena emergenza profughi e di "bombe sociali sul territorio". Il dito è puntato contro il Prefetto di Vicenza e gli occhi rivolti verso Dueville: nei prossimi giorni potrebbero arrivare proteste eclatanti, in stile Goro e Gorino.
La sala della Lega è tappezzata di manifesti del No a Renzi, e il 12 novembre sono pronti i motori dei pullman per la protesta di Firenze.
Il referendum in "salsa verde" è chiaro che sarà un voto sul "RefeRenzium".
Di Edoardo Andrein (Vicenzapiù)
C'era anche il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che ha provato ad entrare nel merito di alcuni aspetti della riforma, a partire dalle ridefinite competenze di Stato e Regioni, ma anche da parte sua arrivano bordate alla controparte: "il Pd usa solo slogan e sta utilizzando la Rai in modo vergognoso".
Anche il Senato composto dai rappresentanti degli enti locali non piace agli esponenti del Carroccio, "e non è vero che gli stipendi dei consiglieri regionali saranno dimezzati, la gente ascolta troppo Renzi".
Si torna sempre lì, il no alla riforma è un chiaro desiderio di mandare a casa il presidente del Consiglio.
Lo stesso intento di sinistra radicale, Movimento 5 Stelle, Anpi: le posizioni sul referendum sono più o meno le stesse, facciamo notare:
"Hanno capito anche loro che è messa in discussione la democrazia" la risposta.
A dare man forte ci sono anche l'assessore regionale Manuela Lanzarin e i parlamentari vicentini, Erika Stefani, Mara Bizzotto e Filippo Busin, oltre ad altri esponenti dalla Provincia:
"è un passo indietro rispetto alla riforma 2001, è una riforma a risparmio zero a medio lungo termine, il risparmio lo spendiamo in una settimana per i profughi...".
Ecco, in cattedra sale il cavallo di battaglia leghista, in piena emergenza profughi e di "bombe sociali sul territorio". Il dito è puntato contro il Prefetto di Vicenza e gli occhi rivolti verso Dueville: nei prossimi giorni potrebbero arrivare proteste eclatanti, in stile Goro e Gorino.
La sala della Lega è tappezzata di manifesti del No a Renzi, e il 12 novembre sono pronti i motori dei pullman per la protesta di Firenze.
Il referendum in "salsa verde" è chiaro che sarà un voto sul "RefeRenzium".
Di Edoardo Andrein (Vicenzapiù)
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