E’ un segnale
pericoloso quello che giunge dal Prefetto di Vicenza che irride con toni
irriguardosi rappresentanti eletti nelle Istituzioni democratiche chiamati a
rispondere ai cittadini del loro operato e non certo alle gerarchie del
Ministero degli Interni. Non è un problema di galateo o cerimoniale
istituzionale, ma esiste il dovere nella Repubblica del rispetto dei ruoli e
dei rapporti. Questo rispetto è venuto meno.
Non tocca a noi, a sindaci, parlamentari, consiglieri regionali risolvere i problemi creati dalle scelte ministeriali, né è nostro compito dar soluzione positiva alle complicazioni causate dall’altrui operato. A maggior ragione, troviamo lo sfogo del Prefetto di Vicenza decisamente irriguardoso se pensiamo a come in Veneto, terza Regione dopo Lombardia e Sicilia, siano stati distribuiti 22.667 immigrati dei quali circa 12 mila non sono state identificati e non sappiamo dove siano. Non lo sanno gli amministratori pubblici e non lo sanno nemmeno i prefetti che dovrebbero tutelare l’ordine pubblico e garantire la lotta alla clandestinità l’humus ideale in cui si alimenta la delinquenza. Non è secondario rammentare che nel volgere di due decenni ben 517 mila cittadini stranieri hanno trovato qui da noi servizi, assistenza, formazione e tutela senza l’intervento di alcun Prefetto, senza aiuti o contributi di ministeri o governi. Ora, mentre lo Stato ha prosciugato le risorse e i fondi a disposizione delle realtà locali, mettendo a dura prova il sistema del welfare, in anni di dura crisi economica che ha colpito non poche famiglie venete, in una realtà fortemente segnata dalla crisi economica e ferita da una delinquenza crescente quanto sempre più sfrontata, le parole del Prefetto di Vicenza, che confonde autorevolezza con autoritarismo, sono una testimonianza di rara alterigia e boria che non può essere accettata in un dipendente pubblico i cui toni altezzosi suonano come insulto per il quale nessuna scusa è ammissibile.
Gli esponenti vicentini della Lega Nord Mara Bizzotto, Parlamentare Europeo, Roberto Ciambetti, Presidente Consiglio Regionale del Veneto, Manuela Lanzarin, Assessore Regionale Veneto, Nicola Finco, Consigliere Regionale Veneto, Marino Finozzi Consigliere Regionale Veneto.
Non tocca a noi, a sindaci, parlamentari, consiglieri regionali risolvere i problemi creati dalle scelte ministeriali, né è nostro compito dar soluzione positiva alle complicazioni causate dall’altrui operato. A maggior ragione, troviamo lo sfogo del Prefetto di Vicenza decisamente irriguardoso se pensiamo a come in Veneto, terza Regione dopo Lombardia e Sicilia, siano stati distribuiti 22.667 immigrati dei quali circa 12 mila non sono state identificati e non sappiamo dove siano. Non lo sanno gli amministratori pubblici e non lo sanno nemmeno i prefetti che dovrebbero tutelare l’ordine pubblico e garantire la lotta alla clandestinità l’humus ideale in cui si alimenta la delinquenza. Non è secondario rammentare che nel volgere di due decenni ben 517 mila cittadini stranieri hanno trovato qui da noi servizi, assistenza, formazione e tutela senza l’intervento di alcun Prefetto, senza aiuti o contributi di ministeri o governi. Ora, mentre lo Stato ha prosciugato le risorse e i fondi a disposizione delle realtà locali, mettendo a dura prova il sistema del welfare, in anni di dura crisi economica che ha colpito non poche famiglie venete, in una realtà fortemente segnata dalla crisi economica e ferita da una delinquenza crescente quanto sempre più sfrontata, le parole del Prefetto di Vicenza, che confonde autorevolezza con autoritarismo, sono una testimonianza di rara alterigia e boria che non può essere accettata in un dipendente pubblico i cui toni altezzosi suonano come insulto per il quale nessuna scusa è ammissibile.
Gli esponenti vicentini della Lega Nord Mara Bizzotto, Parlamentare Europeo, Roberto Ciambetti, Presidente Consiglio Regionale del Veneto, Manuela Lanzarin, Assessore Regionale Veneto, Nicola Finco, Consigliere Regionale Veneto, Marino Finozzi Consigliere Regionale Veneto.
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