‘Un
allarme sociale, un dramma che comincia a mietere vittime e che si sta
sottovalutando sia da parte dei media, che da parte della politica e del
governo. Uno strano silenzio che non promette nulla di buono’. Filippo Busin,
parlamentare della Lega Nord thienese, da mesi preannunciava quello che sta
accadendo con oltre cento tentati suicidi e la morte di Antonio Bedin, 69 anni,
che si è tolto la vita sparandosi al petto ieri a Montebello Vicentino. Era
anche lui un azionista della Banca Popolare di Vicenza.
Aveva comprato 8mila azioni. Valevano quasi 500mila euro, ora solo 800 e, anche malato, non ha retto.Ha lasciato un biglietto che dice tutto di quello che stava vivendo, ma la sua rabbia, ha raccontato in queste ore il fratello, non perdeva occasione di esternarla ogni volta che saltava fuori il discorso della Banca Popolare di Vicenza. Lo faceva imbestialire la vicenda che lo vedeva vittima, come tanti risparmiatori veneti, che ora sono disorientati, sconfortati e poco fiduciosi di riavere indietro i risparmi di una vita. Quelli che ti metti via pensando alla vecchiaia, al futuro dei figli. Quelli che ti fanno rinunciare al lusso e a quello che con i guadagni del lavoro potresti permetterti, ma che pensi ti serviranno quando ti ammalerai e avrai bisogno delle cure. Il 69enne, ex perito chimico era stato una ‘formica’ durante la sua vita e credeva in quegli investimenti. Il su disagio economiciìo si era trasformato in un dramma esistenziale fatto di fiducia tradita, rabbia nel constatare una giustizia lenta e senso di impotenza nel risolvere quanto ti sta accadendo.
Un mix di sentimenti che lo avevano fatto sprofondare in una specie di ‘pozzo nero’, dove solo la morte gli è sembrata la soluzione per uscire dal tormento. ‘Non è difficile capire che decine di migliaia di persone sono state truffate cinicamente – commenta a caldo, addolorato e arrabbiato anche lui Filippo Busin – ora sembrano abbandonate al loro destino. Chi ha pochi risparmi e perde tutto non ha spesso i mezzi, non solo materiali, ma soprattutto psicologici e culturali per affrontare quella che vede come una disgrazia’.
Intanto, la Codacons chiede alla Procura di Vicenza di indagare anche per istigazione al suicidio. Il presidente Carlo Rienzi parla di “un caso di suicidio che pare connesso alla perdita dei risparmi di una vita”, “un episodio grave per il quale è necessario accertare eventuali responsabilità da parte di soggetti pubblici e privati”.Chiede alla magistratura di accertare se vi siano stati comportamenti da parte di terzi che abbiano spinto direttamente o indirettamente l’uomo a compiere il gesto estremo.
Ricordiamo che a Santorso c’è la sede del telefono anti suicidio, diretto dall’esperta dell’Ulss 4 Emilia Laugelli. Un servizio voluto dalla Regione Veneto per gli imprenditori in crisi ed esteso proprio qualche giorno fa anche agli azionisti delle Banche cadute in disgrazia. “ Occorre un intervento straordinario da parte del Governo. Stiamo parlando di 205mila azionisti e di due istituti che i veneti consideravano sicuri- ha detto il Presidente della Regione Luca Zaia – . Voglio ricordare che la legge chiama Bankitalia come controllore delle Popolari. Per cui penso che questo sia il minimo. Se poi 5-6 miliardi di euro sono inezie per la Banca d’Italia non lo sono per noi veneti, ma sono il frutto del sudore e dei sacrifici della nostra gente”. Per Zaia, iniziando dai piccoli risparmiatori, il governo “deve fare un intervento straordinario per queste persone che hanno perso tutto, un intervento che non è finanziario ed economico, ma sociale”.
N.B. Altovicentinonline
Aveva comprato 8mila azioni. Valevano quasi 500mila euro, ora solo 800 e, anche malato, non ha retto.Ha lasciato un biglietto che dice tutto di quello che stava vivendo, ma la sua rabbia, ha raccontato in queste ore il fratello, non perdeva occasione di esternarla ogni volta che saltava fuori il discorso della Banca Popolare di Vicenza. Lo faceva imbestialire la vicenda che lo vedeva vittima, come tanti risparmiatori veneti, che ora sono disorientati, sconfortati e poco fiduciosi di riavere indietro i risparmi di una vita. Quelli che ti metti via pensando alla vecchiaia, al futuro dei figli. Quelli che ti fanno rinunciare al lusso e a quello che con i guadagni del lavoro potresti permetterti, ma che pensi ti serviranno quando ti ammalerai e avrai bisogno delle cure. Il 69enne, ex perito chimico era stato una ‘formica’ durante la sua vita e credeva in quegli investimenti. Il su disagio economiciìo si era trasformato in un dramma esistenziale fatto di fiducia tradita, rabbia nel constatare una giustizia lenta e senso di impotenza nel risolvere quanto ti sta accadendo.
Un mix di sentimenti che lo avevano fatto sprofondare in una specie di ‘pozzo nero’, dove solo la morte gli è sembrata la soluzione per uscire dal tormento. ‘Non è difficile capire che decine di migliaia di persone sono state truffate cinicamente – commenta a caldo, addolorato e arrabbiato anche lui Filippo Busin – ora sembrano abbandonate al loro destino. Chi ha pochi risparmi e perde tutto non ha spesso i mezzi, non solo materiali, ma soprattutto psicologici e culturali per affrontare quella che vede come una disgrazia’.
Intanto, la Codacons chiede alla Procura di Vicenza di indagare anche per istigazione al suicidio. Il presidente Carlo Rienzi parla di “un caso di suicidio che pare connesso alla perdita dei risparmi di una vita”, “un episodio grave per il quale è necessario accertare eventuali responsabilità da parte di soggetti pubblici e privati”.Chiede alla magistratura di accertare se vi siano stati comportamenti da parte di terzi che abbiano spinto direttamente o indirettamente l’uomo a compiere il gesto estremo.
Ricordiamo che a Santorso c’è la sede del telefono anti suicidio, diretto dall’esperta dell’Ulss 4 Emilia Laugelli. Un servizio voluto dalla Regione Veneto per gli imprenditori in crisi ed esteso proprio qualche giorno fa anche agli azionisti delle Banche cadute in disgrazia. “ Occorre un intervento straordinario da parte del Governo. Stiamo parlando di 205mila azionisti e di due istituti che i veneti consideravano sicuri- ha detto il Presidente della Regione Luca Zaia – . Voglio ricordare che la legge chiama Bankitalia come controllore delle Popolari. Per cui penso che questo sia il minimo. Se poi 5-6 miliardi di euro sono inezie per la Banca d’Italia non lo sono per noi veneti, ma sono il frutto del sudore e dei sacrifici della nostra gente”. Per Zaia, iniziando dai piccoli risparmiatori, il governo “deve fare un intervento straordinario per queste persone che hanno perso tutto, un intervento che non è finanziario ed economico, ma sociale”.
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