Fillippo
Busin, parlamentare della Lega Nord porta il ‘Caso Teppa’ a Roma. A pochi
giorni dall’anniversario dell’eccidio la vicenda non si smonta e anche
oggi, ‘Il Giornale’ dedica un ampio servizio a quella medaglia che ha fatto
inorridire mezza Italia.
Una medaglia che probabilmente, è stata consegnata con troppa leggerezza, dato quello che rappresenta a Schio. Dalla propria pagina facebook, il sindaco Valter Orsi, che sta mettendo in campo ogni mezzo, per ottenere la revoca dell’onorificenza che ha sdegnato la sua stessa maggioranza, dichiara di aver consigliato lui all’assessore Anna Donà di non rilasciare dichiarazioni, inducendola alla linea del silenzio. Come se tacere fosse la soluzione a tutto. Forse ammettere con umiltà qualcosa, anche di politico, potrebbe mettere a tacere il polverone mediatico. Intanto, a porre domande, ci ha pensato Filippo Busin che alle 14, relazionerà la sua interrogazione in Commissione Difesa a risposta immediata dagli scranni di Montecitorio.
Ecco il testo:
Al Ministro della Difesa
Per sapere, premesso che in occasione del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale è stata istituita una nuova onorificenza, la cosiddetta “Medaglia della Liberazione”, dedicata agli eroi della Resistenza;
tra i premiati di quest’anno, è stato inserito Valentino Bortoloso, il cui nome risulta legato ad uno dei fatti più drammatici della storia di Schio, un eccidio compiuto tra il 6 ed il 7 luglio del 1945, a conflitto finito, nelle carceri mandamentali locali;
nella notte tra il 6 ed il 7 luglio del 1945, in effetti, un commando partigiano entrò nelle carceri di Schio uccidendo a sventagliate di mitra ben 54 persone, tra le quali 14 donne e 7 minorenni;
di quel commando emanazione della brigata garibaldina denominata “Martiri Valleogra”, Bortoloso, oggi 93enne, è l’unico superstite;
nome di battaglia di Bortoloso era Teppa;
Bortoloso, proprio in ragione della sua partecipazione all’eccidio di Schio, venne condannato a morte da tribunali alleati, pena successivamente decaduta;
Valentino Bortoloso ha già ricevuto la Medaglia della Liberazione dalle mani del Prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, e da quelle dell’Assessore allo Sviluppo del Comune di Schio, Anna Donà, in rappresentanza del Sindaco Valter Orsi;
a quanto pare, alla concessione della “Medaglia della Liberazione” si accede previa presentazione di apposita domanda da parte degli interessati, direttamente o tramite delle associazioni che il Ministero della Difesa riconosce come proprie interlocutrici.
Non è chiaro quali tipi di valutazioni la Difesa conduca sulle domande di concessione dell’onorificenza:
per quale motivo il Ministero della Difesa abbia accettato di concedere a Valentino Bortoloso, corresponsabile di un eccidio che gli alleati avevano giudicato passibile della pena capitale, la Medaglia della Liberazione, contribuendo in questo modo a ravvivare antichi risentimenti ed allontanando nuovamente la prospettiva della riconciliazione tra le parti che combatterono la guerra civile.
Una medaglia che probabilmente, è stata consegnata con troppa leggerezza, dato quello che rappresenta a Schio. Dalla propria pagina facebook, il sindaco Valter Orsi, che sta mettendo in campo ogni mezzo, per ottenere la revoca dell’onorificenza che ha sdegnato la sua stessa maggioranza, dichiara di aver consigliato lui all’assessore Anna Donà di non rilasciare dichiarazioni, inducendola alla linea del silenzio. Come se tacere fosse la soluzione a tutto. Forse ammettere con umiltà qualcosa, anche di politico, potrebbe mettere a tacere il polverone mediatico. Intanto, a porre domande, ci ha pensato Filippo Busin che alle 14, relazionerà la sua interrogazione in Commissione Difesa a risposta immediata dagli scranni di Montecitorio.
Ecco il testo:
Al Ministro della Difesa
Per sapere, premesso che in occasione del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale è stata istituita una nuova onorificenza, la cosiddetta “Medaglia della Liberazione”, dedicata agli eroi della Resistenza;
tra i premiati di quest’anno, è stato inserito Valentino Bortoloso, il cui nome risulta legato ad uno dei fatti più drammatici della storia di Schio, un eccidio compiuto tra il 6 ed il 7 luglio del 1945, a conflitto finito, nelle carceri mandamentali locali;
nella notte tra il 6 ed il 7 luglio del 1945, in effetti, un commando partigiano entrò nelle carceri di Schio uccidendo a sventagliate di mitra ben 54 persone, tra le quali 14 donne e 7 minorenni;
di quel commando emanazione della brigata garibaldina denominata “Martiri Valleogra”, Bortoloso, oggi 93enne, è l’unico superstite;
nome di battaglia di Bortoloso era Teppa;
Bortoloso, proprio in ragione della sua partecipazione all’eccidio di Schio, venne condannato a morte da tribunali alleati, pena successivamente decaduta;
Valentino Bortoloso ha già ricevuto la Medaglia della Liberazione dalle mani del Prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, e da quelle dell’Assessore allo Sviluppo del Comune di Schio, Anna Donà, in rappresentanza del Sindaco Valter Orsi;
a quanto pare, alla concessione della “Medaglia della Liberazione” si accede previa presentazione di apposita domanda da parte degli interessati, direttamente o tramite delle associazioni che il Ministero della Difesa riconosce come proprie interlocutrici.
Non è chiaro quali tipi di valutazioni la Difesa conduca sulle domande di concessione dell’onorificenza:
per quale motivo il Ministero della Difesa abbia accettato di concedere a Valentino Bortoloso, corresponsabile di un eccidio che gli alleati avevano giudicato passibile della pena capitale, la Medaglia della Liberazione, contribuendo in questo modo a ravvivare antichi risentimenti ed allontanando nuovamente la prospettiva della riconciliazione tra le parti che combatterono la guerra civile.
Da Altovicentinonline
Nessun commento:
Posta un commento