La ministra delle Pari opportunità molla dopo più di
un'ora da Letta, travolta dallo scandalo di Ici, Imu e palestra. L'ultima
farsa: "L'avevo deciso da tempo".
Josefa Idem si è dimessa. Dura più di
un'ora l'interrogatorio della ministra delle Pari Opportunità a Palazzo
Chigi, davanti al premier Enrico Letta. La sentenza è di
quelle senza appello: il presidente del consiglio, a
nome di tutti i ministri (decisamente gelidi), ha gentilmente
chiesto alla sua pupilla tedesca di nascita e italiana d'adozione di lasciare
la poltrona a un altro collega. E lei, che già
aveva detto di "rimettersi al suo giudizio", ha piegato la
testa.
Tutti gli imbarazzi di Sefi - Troppo pesanti gli imbarazzi, per
ora senza strascichi penali, provocati dallo scandalo della presunta evasione
fiscale sulla casa-palestra di Santermo. L'Ici non pagata per 4 anni,
dal 2008 al 2011. L'Imu pagata in ritardo, dopo le accuse della stampa.
La mancata dichiarazione al Comune di Ravenna dell'esistenza della palestra
Jajo Gym. Ma non solo. Anche le ultime indiscrezioni sui contributi e
l'aspettativa ottenuta pagati dal Comune di Ravenna, di cui era diventata
assessore, in qualità di (unica) dipendente dell'associazione sportiva del
marito hanno contrinuito a peggiorare la situazione di Sefi. Sabato, in
una surreale conferenza stampa difensiva, l'ex olimpionica non ha risposto alle
richieste di chiarimento , preferendo snocciolare semplicemente le proprie
imprese sportive, il proprio ruolo di donna in carriera, trincerandosi dietro una motivazione comica: "Non sono
una commercialista". E al giornalista di Libero Enrico
Paoli, che gli chiedeva se avesse intenzione di dimettersi, non aveva trovato altra reazione se non alzarsi e
abbandonare la sala. Ora, la risposta è arrivata.
"L'avevo deciso da tempo" - "Come Ministra - ha
commentato la Idem - ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano
detto che questi momenti fanno parte del gioco. La persona Josefa
Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni
mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente,
nonchè degli insulti espressi nei suoi confronti. Quando sono salita dal
Presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque
voluto condividere con lui l'attenta valutazione del quadro venutosi a creare
ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi. Confermo quindi le mie
dimissioni, augurando buon lavoro al Presidente del Consiglio Enrico Letta al
quale rinnovo la mia più profonda stima". "A Josefa - ha commentato
invece lo stesso Letta - esprimo il più sincero ringraziamento per questi 50
giorni di lavoro comune, nei quali ha avuto modo di dimostrare qualità
politiche e amministrative che al governo del Paese sarebbero state
utilissime".
da Libero Quotidiano.
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