IL CASO.
Sette rom vicentini sono a processo in tribunale a Bolzano. La procura ha contestato il reato dell'associazione a delinquere per la raffica
di colpi compiuti dal gruppo nel 2010 in Alto Adige e nel Vicentino.
I nomadi
investono nel mattone. Sissignori. È l'accusa della procura: aver comprato un
appartamento, oltre che un camper, con i soldi raggranellati in decine di
furti. Sette rom vicentini (nati a Vicenza, o con un domicilio nel Vicentino)
sono a processo davanti al tribunale di Bolzano. Pesante l'accusa mossa dalla
magistratura altoatesina: associazione a delinquere finalizzata a commettere un
numero imprecisato di furti aggravati. Secondo la ricostruzione avrebbero agito
sotto il controllo di un'unica organizzazione anche perchè tutti appartenenti
ad un unico nucleo famigliare. Ai vertici, stando al capo di imputazione, Romeo
Maier, 45 anni, e Anna Teresa Hudorovic, 42, che avrebbero coordinato
l'attività del gruppo, conferendo disposizioni ai complici per la parte
logistica, come il pieno di carburante per i veicoli e la gestione dei
materiali rubati. Oltre a loro, sono alla sbarra Rian Maier, 22 anni, Loredana
Maier, 45, Samanta Levacovich, 34, Paola Held, 20, e Persilla Maier di 34. Gli
episodi contestati sono decine; nel Bolzanino i capi d'imputazione sono 21 fra
cui diversi colpi messi a segno in alberghi di località di villeggiatura come
Obereggen, Naz Sciaves, Marlengo e Sesto Pusteria oltre che in appartamenti ad
Appiano e a Riscone di Brunico. Altri furti sarebbero stati messi a segno in
Trentino e nel Vicentino. Secondo l'accusa il gruppo sarebbe riuscito, con il
provento dei colpi, ad acquistare un appartamento nei pressi di Castelfranco
Veneto pagato 210 mila euro. Altri soldi furono impiegati anche per l'acquisto
di un camper Fiat Laika. I rom, per evitare possibili intercettazioni
telefoniche, avevano attivato una serie di numeri di cellulare intestandoli a
cittadini stranieri, per lo più cinesi, che sarebbero stati ignari. Le indagini
effettuate dalle forze dell'ordine hanno permesso di ricostruire nel dettaglio
diversi colpi. L'appartamento che il gruppo è riuscito ad acquistare nel
Trevigiano venne intestato a Persilla Maier che proprio per questo motivo è
finita nell'elenco delle persone inquisite; la procura ha chiesto di
sequestrarlo, perchè acquistato con i proventi dei raid. È una delle prime
occasioni in cui presunte bande di nomadi scelgono - è l'ipotesi investigativa
- di investire nel mattone e non, come scoperto nel corso di altre indagini,
anche nel Vicentino, in vetture di lusso oltre che in autocaravan e in roulotte.
Diversamente da altre famiglie rom, infatti, che decidono di rinunciare al
nomadismo preferendo la stanzialità e decidono di andare a vivere in un
appartamento, gli imputati si spostano in camper. Gli imputati sono ora alla
sbarra con la possibilità di valutare l'opzione di riti alternativi. Solo
un'imputata ha scelto di essere processata con l'abbreviato. Gli altri
probabilmente potrebbero decidere di difendersi nel corso del dibattimento,
dopo il rinvio a giudizio.
Diego Neri (Giornale di Vicenza)
Ma che brave persone.. veri esempi per la società. Sono proprio le comunità che ci mancavano...
RispondiElimina