Il governo
investe un miliardo e mezzo di euro per incentivare l'occupazione nel
Mezzogiorno. Intanto, i nostri Comuni sono strangolati dal patto di stabilità,
e i nostri soldi continuano ad alimentare l'assistenzialismo.
Non ce l’ha fatta neanche lei, una dei pochissimi
membri del governo Letta a non essere meridionale. Nemmeno la signora Cécile
Kyenge è riuscita a bloccare l’ennesima rapina di Stato contro il Nord,
visto che l’esecutivo ha scelto di investire circa un miliardo e mezzo di
euro per incentivare l’occupazione nel Mezzogiorno. Un altro
malloppo verrà ingoiato dal Sud per “sostenere gli imprenditori“.
Siamo alle solite. A Milano e dintorni si pagano le tasse e si fa da sé, visto
che da Roma arrivano briciole e nei forzieri dei Comuni sono bloccati
pacchi di milioni per il patto di stabilità. Diversa la musica sotto il
Po, dove lo Stato diventa improvvisamente amorevole: distribuisce posti
pubblici e consulenze come ammortizzatore sociale, e agli enti
locali che esagerano non riserva bacchettate ma euro. Chiedere a Catania,
Palermo, Roma. Municipi al verde e dolcemente rimessi in piedi con i soldi
altrui.
Evidentemente è quello che si merita una delle
comunità più derubate e più addormentate al mondo. Pochi giorni fa, su lindipendenza.com, il diretùr
Gianluca Marchi aveva snocciolato le cifre che il Settentrione versa a
Roma ricevendo in cambio poco o nulla. In tutta Europa, dalla Catalogna alla
Baviera, le regioni mettono in piedi dei casini per molto meno. Qui, no.
Addirittura, in alcuni Comuni settentrionali la polizia locale sta girando per
negozi. Non guarda le vetrine. E’ pronta a multare i commercianti che osano
anticipare gli sconti in tempi di saldi. Ci sarebbe una norma statale che lo
impedisce e che fa scattare sanzioni salate.
Il tutto mentre nel Mezzogiorno c’è la legge
del Far West. Solo lì organizzazioni criminali comandano intere regioni e si
stanno spingendo sempre più violentemente a Nord. Solo lì c’è – da una vita –
il vero sciopero fiscale. Altro che Lega: milioni di patrioti
meridionali non saldano il canone Rai (anche se le lingue ufficiali della tv di
Stato sono il romano e il napoletano), ignorano i contributi, deridono ogni
sorta di balzello. Eppure è impossibile cambiare registro. Impossibile, quasi
come risolvere una volta per tutte il problema immondizia a Napoli. O
tagliare l’esercito di forestali calabresi, più numerosi dei colleghi di
tutto il Canada. Anche per questi motivi, frotte di campani e siciliani di
buona volontà decidono di indossare la divisa della Finanza per recuperare
qualche spicciolo dagli evasori. Peccato vengano quasi tutti a lavorare al
Nord. Ora c’è l’ennesimo schiaffo ai padani con l’ultima vagonata di
soldi che scendono a Mezzogiorno nel consueto viaggio di sola andata. Come se
più di 150 anni di sciagurata unità nazionale non avessero insegnato che
riempire di soldi il Sud serve solo alle mafie e alle clientele, non certo a
rivitalizzare lo sviluppo. Gira e rigira, è quello che il Nord si
merita. Anche per colpa della Lega, che tra Trota e scandali Belsito ha
sputtanato la questione settentrionale. Problema più grave che mai,
eppure poco rappresentato nelle istituzioni. Istituzioni così zeppe di
meridionali da doverci aggrappare alla sciura Kyenge per sperare in un argine
allo strapotere sudista. Come si dice dalle nostre parti, va da via i ciap.
di Albertino (L'Intraprendente)
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