venerdì 14 giugno 2013

Zanonato lei non è ministro della Decrescita



Flavio Zanonato è ministro dello Sviluppo Economico, non della Decrescita Felice. Forse, è ora che qualcuno glielo spieghi. Perché c’è, deve esserci, un equivoco, alla base delle sue parole pubbliche e delle sue azioni, non sussiste altra spiegazione. Non ha compreso il ruolo, l’uomo, non ha chiara la mission, il politico. Sviluppo economico, Flavio. Con le carte attualmente disposte sulla tavola dell’Eurozona, e del mondo: ripresa, rivitalizzazione dei consumi, alleggerimento della stretta fiscale, che uccide imprese, famiglie, individui, qualunque fattore di sviluppo. Anche opposizione dura al super-marco (“euro”, lo chiamano i suoi spacciatori) e alla dittatura teutonica dello Spread, ma andiamo per gradi. Partiamo dall’abc. Cosa non dovrebbe fare, un ministro dello Sviluppo economico? Ad esempio, davanti alla platea schierata di Confcommercio, la rappresentazione della trincea quotidiana della crisi, che ti chiede di prendere a cannonate il moloch dell’austerità di Stato, acquattarsi nel pilatesco, in tema di non-aumento dell‘Iva: «Non è che non lo voglia fare, ma non lo posso promettere». Fischi e contestazioni, vien da sé, e titolo già confezionato per i pennivendoli. Non è faccenda di promesse, non si tratta di blandire l’elettorato infantile, Zanonato. 
È questione di realismo e di comprensione, molto tecnica, quasi fredda. Cosa occorre, ora, in vista del poi? Questo, si chiede un ministro dello Sviluppo economico, e a dir la verità dovrebbe chiederselo anche un sindaco, e lei l’ha fatto, Zanonato. Occorre un freno ai bollori tassatori, è fin ovvio, occorre un contenimento e un’inversione rispetto alla stortura del Fisco italico, il più hobbesiano del mondo civile, pensi che solo da oggi iniziamo a lavorare per noi stessi, e non per la Bestia, Zanonato. 
Non è questione di promettere, lei dove fornire un’assicurazione politica, sul non aumento dell’Iva, deve mostrare ogni tanto di possedere la facoltà di decidere, quella propria del politico, altrimenti fatevi da parte, se siete dei passacarte della tecnocrazia. Urgono idee, magari buone, magari non come quell’altra, chiudere i negozi al sabato, più o meno sproloquiando di modello tedesco, urgono idee sviluppiste. 
La continuazione del sadismo fiscale e la chiusura dei negozi sono idee da decrescita (in)felice. Si guardi intorno, Zanonato, è al ministero dello Sviluppo.
di Giovanni Sallusti (L'Intraprendente)

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