Il Front National intercetta il voto di operai, impiegati, disoccupati e tantissimi giovani in fuga da una sinistra che ha tradito le classi deboli per dedicarsi quasi esclusivamente agli stranieri.
Ciclone Marine! Più forte della demonizzazione, più forte dei brogli, più forte dell’astensione: Marine ha ha sbaragliato tutti e col 26% dei voti ha stracciato il centrodestra fermo al 21% e umiliato la sinistra che malgrado esprima sia il presidente della repubblica sia il primo ministro è crollata al 14% raccogliendo la metà dei seggi del Front National.
Jean Marie Le Pen, aveva detto che questa era la battaglia della vita e andava combattuta come fecero i 300 spartani di Leonida: i francesi hanno risposto e Marine, partita dall’estrema destra, ha trovato un nuovo esercito fatto da operai, impiegati, disoccupati e tantissimi giovani in fuga da una sinistra che ha tradito le classi deboli per dedicarsi quasi esclusivamente agli immigrati.
Non a caso Marine ha scelto di lasciare il padre testa di lista nel vecchio feudo frontista del sud-est e ha osato candidarsi nel nord-ovest, terra di miniere, fabbriche e comunisti. Ha osato e ha raccolto il 32% cifra che ha fatto tremare la poltrona del presidente socialista. I dati poi sono chiari: il 30% dei giovani ha votato Le Pen e così hanno fatto il 43% degli operai e il 37% dei disoccupati. Destra di popolo contro sinistra champagne. All’uscita dai seggi molti elettori lepenisti hanno raccontato cosa li ha spinti a scegliere il Fronte e le risposte, che noi già ben conosciamo, sono interessanti: la paura per l’immigrazione che ormai è percepita come colonizzazione è stata la spinta determinante per l’85% degli elettori, seguita dal tema (collegato) della sicurezza, del lavoro e del potere di acquisto.
Marine Le Pen aveva capito tutto e con il suo “Tour della Francia dei dimenticati” che ha toccato fabbriche in crisi, regioni deindustrializzate, cittadine in preda al crimine, anziani abbandonati dai servizi sociali, ha toccato il cuore della Francia profonda che le ha risposto. Adesso la leader vittoriosa chiede le dimissioni del premier Valls e lo scioglimento del parlamento con l’obiettivo di nuove elezioni. Naturalmente la sinistra si inchioderà alla poltrona, ma intanto Marine potrà cannoneggiare Parigi e Bruxelles capitanando il gruppo identitario, di cui la Lega sarà protagonista, che di qui a pochi giorni entrerà fragorosamente all'Europarlamento con un’idea precisa: dare battaglia.
Max Ferrari
Nessun commento:
Posta un commento