“Matteo
Renzi sia il benvenuto tra noi, che sull’immigrazione certi concetti da lui
espressi nell’intervista al Corriere li diciamo da tempo immemore. Resta da
capire perché, se li esprime lui, è un illuminato statista progressista, se li
diciamo noi siamo beceri razzisti”. E’ questo il commento del Presidente della
Regione del Veneto Luca Zaia ai contenuti sull’immigrazione della lunga
intervista rilasciata dal Premier al Corriere della Sera.
“Dico da sempre che siamo di fronte ad una crisi mondiale ed europea e che Lampedusa (che ho candidato al premio Nobel per la pace su Avvenire in tempi non sospetti) non è il confine dell’Italia ma dell’Europa – aggiunge Zaia – e oggi lo dice anche Renzi mentre, però, il suo Governo affronta la situazione con un’approssimazione e un caos borbonici, degni del Regno delle Due Sicilie; dico da sempre che bisogna investire in cooperazione internazionale, agevolare i rimpatri e colpire i trafficanti di uomini, e che occorre una politica europea sull’immigrazione – e oggi Renzi mi dà ragione; dico da sempre che bisogna andare negli Stati di provenienza a creare campi d’accoglienza per valutare sul posto le richieste d’asilo e aiutare i veri bisognosi – e oggi Renzi dice esattamente la stessa cosa. Peccato che lo schieramento politico di cui ora lui è il Premier governi dal 2011”.
“Siamo felici che Renzi ammetta, pur con colpevole ritardo e dopo aver sprecato il semestre di presidenza italiana dell’Ue, che avevamo ragione – incalza Zaia – ma un dubbio sorge spontaneo: se il Capo del Governo italiano la pensa così, ma l’Europa fa il contrario, e l’Onu balbetta di un futuro vertice di parole, non sarà che l’Italia a livello internazionale conta come il due di coppe? Il problema numero uno – conclude Zaia – è questo, perché la risposta è scontata: l’Italia in Europa non conta assolutamente niente, zero, e le conseguenze le pagano i nostri cittadini”.
Regione Veneto
“Dico da sempre che siamo di fronte ad una crisi mondiale ed europea e che Lampedusa (che ho candidato al premio Nobel per la pace su Avvenire in tempi non sospetti) non è il confine dell’Italia ma dell’Europa – aggiunge Zaia – e oggi lo dice anche Renzi mentre, però, il suo Governo affronta la situazione con un’approssimazione e un caos borbonici, degni del Regno delle Due Sicilie; dico da sempre che bisogna investire in cooperazione internazionale, agevolare i rimpatri e colpire i trafficanti di uomini, e che occorre una politica europea sull’immigrazione – e oggi Renzi mi dà ragione; dico da sempre che bisogna andare negli Stati di provenienza a creare campi d’accoglienza per valutare sul posto le richieste d’asilo e aiutare i veri bisognosi – e oggi Renzi dice esattamente la stessa cosa. Peccato che lo schieramento politico di cui ora lui è il Premier governi dal 2011”.
“Siamo felici che Renzi ammetta, pur con colpevole ritardo e dopo aver sprecato il semestre di presidenza italiana dell’Ue, che avevamo ragione – incalza Zaia – ma un dubbio sorge spontaneo: se il Capo del Governo italiano la pensa così, ma l’Europa fa il contrario, e l’Onu balbetta di un futuro vertice di parole, non sarà che l’Italia a livello internazionale conta come il due di coppe? Il problema numero uno – conclude Zaia – è questo, perché la risposta è scontata: l’Italia in Europa non conta assolutamente niente, zero, e le conseguenze le pagano i nostri cittadini”.
Regione Veneto