Un profugo nigeriano è
stato ricoverato al San Bortolo perché affetto da tbc. L'uomo è un senza tetto
e potrebbe tornare in strada. Se non si curerà potrebbe ammalarsi di nuovo ed
essere contagioso
Le autorità stanno cercando una soluzione per scongiurare il rischio di
un'epidemia di tbc a Vicenza. Da due mesi nel
reparto di malattia infettive dell'ospedale San Bortolo è ricoverato un profugo
nigeriano di 24 anni affetto datubercolosi.
L'uomo è arrivato in Italia dalla Libia poco dopo la caduta di Gheddafi nel 2011. Nonostante una condanna per spaccio e diverse denunce, tra cui due per resistenza a pubblico ufficiale, nel 2013 ha ottenuto lo status di rifugiato. Da allora non ha, però, smesso di frequentare la strada vivendo di espedienti. Senza tetto e con una vita precaria, si è rivolto ai medici solo quando la malattia si è aggravata.
Al momento è fuori pericolo e non sarebbe contagioso. Il rischio di un epidemia, però, non è ancora finito. Le autorità temono che dopo le dimissioni dall'ospedale, il paziente torni in strada senza continuare a curarsi rischiando così un ritorno della malattia.
La Caritas diocesana ha dato la sua disponibilità per accogliere il nigeriano e controllare che continui il trattamento anti tbc, ma l'uomo non vorrebbe entrare all'interno del sistema di accoglienza. La sua situazione è al vaglio della prefettura.
Secondo alcune indiscrezioni, non ancora confermate, il nigeriano era nelle condizioni di essere dimesso già da giorni. Starebbe venendo trattenuto in ospedale in attesa che le autorità ne organizzino l'espulsione. L'uomo non avrebbe mai ritirato la documentazione che attesta il suo status di rifugiato.
da Vicenza Today 27.08.2015
L'uomo è arrivato in Italia dalla Libia poco dopo la caduta di Gheddafi nel 2011. Nonostante una condanna per spaccio e diverse denunce, tra cui due per resistenza a pubblico ufficiale, nel 2013 ha ottenuto lo status di rifugiato. Da allora non ha, però, smesso di frequentare la strada vivendo di espedienti. Senza tetto e con una vita precaria, si è rivolto ai medici solo quando la malattia si è aggravata.
Al momento è fuori pericolo e non sarebbe contagioso. Il rischio di un epidemia, però, non è ancora finito. Le autorità temono che dopo le dimissioni dall'ospedale, il paziente torni in strada senza continuare a curarsi rischiando così un ritorno della malattia.
La Caritas diocesana ha dato la sua disponibilità per accogliere il nigeriano e controllare che continui il trattamento anti tbc, ma l'uomo non vorrebbe entrare all'interno del sistema di accoglienza. La sua situazione è al vaglio della prefettura.
Secondo alcune indiscrezioni, non ancora confermate, il nigeriano era nelle condizioni di essere dimesso già da giorni. Starebbe venendo trattenuto in ospedale in attesa che le autorità ne organizzino l'espulsione. L'uomo non avrebbe mai ritirato la documentazione che attesta il suo status di rifugiato.
da Vicenza Today 27.08.2015
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