Populismo, demagogia,
sciacallaggio. In una parola sola: destra. Il presidente del
Pd Matteo Orfini da perfetto chirurgo terminologico ha
cucito alla perfezione il pensiero unico della sinistra acculturata e
intellettualmente superiore.
Dopo le
proposte del grillino Vittorio Bertola, riportate sul blog di Beppe Grillo,
Orfini non ha perso tempo a etichettare il leader pentastellato col termine
sciacallo invitandolo a iscriversi al club più numeroso e più rinomato degli
sciacalli: cioè la Lega di Salvini.
Sorveglianza dei profughi nei
sistemi d’accoglienza, stretta sui permessi di soggiorno e intensificazione dei
rimpatri: eccole le proposte tanto vituperate dal democratico. Non è questa la
sede per discuterle nel merito. E il punto è proprio questo: la mania di certa
sinistra di demonizzare il nemico senza nemmeno prendere in esame ciò che
proferisce. Siamo all’apoteosi del pregiudizio antropologico e ideologico. E
poco importa se la parte politica col dito puntato avrebbe più di un motivo per
interrogarsi sulle modalità con cui è stata svolta l’accoglienza dei migranti,
specie nei centri gestiti dalle Coop. Così come importa ancora meno il fatto
che questa stessa parte politica più che avanzare proposte, si limiti a
criticare quelle altrui.
C’è un
altro punto da prendere in considerazione. Lo ha sintetizzato di recente Debora
Serracchiani, governatore del Friuli Venezia Giulia, facendo eco a un refrain pressoché
continuo e rispolverato qualche giorno fa anche dal ministro Maria Elena
Boschi. “Chi rema contro, consegna il paese a Grillo e a Salvini”.
La destra
(ammesso e non concesso che i due soggetti possano e vogliano definirsi tali)
agitata come spauracchio, bollata come ipotesi di distruzione di massa, come un
rischio catastrofico assolutamente da evitare. Ora, va da sé che la creazione
di un nemico è prassi politica consolidata da decenni. Ma non sarebbe meglio
limitarsi a governare senza alimentare la paura del nemico? E soprattutto, se
un domani il paese dovesse consegnarsi a Grillo o a Salvini, non sarebbe un
effetto della democrazia maggiore del governo Renzi non eletto dal popolo?
Di Domenico Ferrara (Blog)
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