Roberto Ciambetti, assessore regionale al Bilancio e agli Enti Locali
- “Noi siamo più avanti rispetto al provvedimento del Governo sulle Province
e gli ambiti di area vasta”: L’assessore regionale agli enti locali del Veneto
Roberto Ciambetti non vuole commentare il ddl ‘svuotapoteri’ per le province deciso dal Governo “perché – spiega Ciambetti – prima di
commentare bisogna vedere con esattezza la portata del provvedimento: vediamolo
alla prova dei fatti perché, per sentito dire, o dalle
indiscrezioni, non si giudica nulla.
Che il governo voglia
spronare al massimo l’aggregazione dei Comuni, l’unione tra i centri minori e
tra capoluoghi e loro hinterland è fatto scontato; la stessa nuova normativa
regionale veneta, che proprio questa settimana ha avuto il voto unanime della
competente commissione consigliare regionale, e quindi è in fase molto
avanzata, supera questa impostazione o,
meglio, individua, attraverso criteri scientifici e dopo un percorso complesso
e articolato, quelli che noi abbiamo chiamato bacini
ottimali per l’aggregazione di funzioni da parte degli enti locali. Rispetto ai
‘desiderata’ governativi il Veneto, con largo anticipo e dopo aver approvato lo
scorso anno la legge 18 con la quale abbiamo dato via al processo di
aggregazione e accorpamento di uffici e funzioni, sotto la regia regionale
fatta dalla nostra Direzione degli Enti locali, cooperando con le Università,
centri di ricerca e formazione, strutture altamente qualificate come il Cuoa
abbiamo dato vita a un tavolo di lavoro coinvolgendo gli enti locali e siamo
arrivati, anche grazie a una piattaforma tecnologica con cui tutti gli attori
potevano contribuire e partecipare attivamente ai lavori, a stendere una legge che è effettivamente all’avanguardia, che anticipa
l’area vasta delineata oggi dal governo”. Grazie alle norme di
questa nuova legge ormai in dirittura d’arrivo il numero degli
enti locali in Veneto potrebbe vedere una drastica
diminuzione “esemplificando – ha spiegato l’assessore – lo scenario e
determinando una forte riduzione di costi per il cittadino grazie a sinergie di
scala, già sperimentate con successo dagli 11 Comuni del Camposanpierese nel
padovano che hanno visto il successo della gestione comune di
servizi e uffici. In questi Comuni, grazie alla gestione
associata, il costo della Pubblica amministrazione
locale è inferiore del 38 per cento rispetto al costo medio dei Comuni del
Veneto i quali, a loro volta sono tra i più
virtuosi in Italia e già oggi hanno un costo inferiore del 18 per cento alla
media nazionale”. L’assessore poi fa una digressione: “Sottolineo l’efficienza
di tutti i Comuni veneti anche se il caso del Camposanpierese dimostra che si
può sempre migliorare– ha sottolineato Ciambetti – Quando leggiamo nei giornali
che le tasse locali sono aumentate a dismisura in questi anni dovremmo anche
dire che le imposte locali non sono cresciute tanto quanto sono diminuiti i
trasferimenti dello stato mentre a Comuni, ma anche alla Regione, sono
aumentate e di molto le competenze, oneri e servizi da garantire. Le realtà
istituzionali del Veneto, Province comprese, hanno fatto un buon lavoro e forse
per questo oggi sono all’avanguardia e pronte al salto di qualità della riorganizzazione
territoriale: la sensibilità degli amministratori locali è un patrimonio
straordinario, capace anche di superare le resistenze poste dalla burocrazia
locale. La strada che abbiamo imboccato grazie a
questa spinta ideale e grazie anche a stimoli importanti giunti da tutti gli
attori sociali – ha concluso l’assessore – è nuova nella metodologia di
lavoro, che ha visto assieme strutture di ricerca ed enti locali che hanno dato
basi scientifiche e culturali alle esigenze di buon governo. L’esatto contrario
della chiacchera: uno dei problemi di questi anni sta nel sentire una babele
impressionante di proposte e prese di posizioni, magari fatte sulla base di una
perfetta buona fede e all’apparenza anche praticabili, che poi nella prassi si
rivelerebbero assurde o di impossibile realizzazione. Mi sembra che il governo
nazionale, da quanto leggo nelle prime agenzie, che parlando del mutamento
della Provincia, abbia intrapreso una strada prudenziale
che nelle parole di Quagliarello, come dicevo ricalca o ricorda molto i bacini
ottimali che caratterizzano la proposta di legge veneta. Mi chiedete se Riuscirà Letta ad abolire le Province. Non sono un indovino, ma credo che la domanda sia malposta: posso
dire che, rispetto a Monti, ha scelto una strada costituzionalmente corretta e
rispettosa. Forse faremmo meglio, tutti, a chiederci
piuttosto se riusciremo a fare quelle
riforme che rispondono alle reali esigenze della società: la riorganizzazione
del territorio Veneto, con la nostra legge condivisa da tutti gli attori
sociali, è un contributo in questo senso, sia come risultato finale, una
razionalizzazione di ampia portata, sia come metodo di lavoro. Insomma,
cambiare si può e noi Veneti lo abbiamo dimostrato”.
da VicenzaPiù
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