I veri
razzisti non sono i maneggiatori di ortaggi, ma i progressisti che l'hanno
fatta ministro per esibire un'icona mediatica e politicamente corretta. La
Kyenge, non ha nessuna competenza specifica. Infatti, fa
solo retorica.
I peggiori nemici di madama Kyenge non sono i
maneggiatori di ortaggi e i classificatori di specie zoologiche, ma quelli che
fingono di esserle amici e che nascondono dietro il paravento appiccicoso del “politicamente
corretto” i loro obiettivi di bassa cucina politica. Risulta infatti sempre
più evidente che la signora non sia stata messa nella posizione che ricopre per
indiscusse competenze tecniche o per speciali qualità culturali.
È lì solo perché serve allo stesso tempo: 1- a dimostrare la prodigiosa
apertura mentale della coalizione di governo in grado di proiettarsi nel cuore
della più progressista multietnicità; 2 – a ricoprire con una immagine
“forte” la totale incapacità a risolvere i problemi dell’immigrazione; 3
– a provocare la parte più becera degli avversari sperando in una serie di
attacchi sguaiati in grado di attirare la massima attenzione mediatica.
L’obiettivo è stato pienamente raggiunto: anche l’Italia può pavoneggiarsi nel
mondo esibendo un proprio governante “diverso” e dare così sfogo al proprio
inguaribile provincialismo; i problemi dell’invasione e
dell’integrazione sono “risolti” promuovendo un immigrato ai piani alti del
palazzo, mettendo assieme Cencelli e Benetton; si agita ogni giorno
l’indignazione delle anime dabbene stigmatizzando con piglio severo le
pirlate di qualche oppositore dal linguaggio colorito e dalle scatole
scricchiolanti. Risultato: la banda Letta non combina niente di buono però può
impartire lezioncine di bon ton e di correttezza cromatica. Gli sbarchi
continuano, i foresti delinquono, l’invasione prosegue massiccia, i disagi per
gli indigeni si moltiplicano ma non si può dire nulla sennò la Boldrini
fulmina con il suo sguardo da Morticia ringhiante e qualche giudice tira in
ballo la legge Mancino: un nome, una garanzia!
Alla fine passa in secondo piano il vero punto della
questione: madama Kyenge non è inadeguata perché è nera ma perché non ha
nessuna capacità per svolgere il ruolo che le hanno incautamente (o anche
troppo cautamente) affidato. Forse è un bravo medico (come dicono essere il Calderoli),
ma sicuramente come responsabile dell’immigrazione e dell’integrazione vale una
cicca. Come Chance Gardner, non dice niente che non sia scontato, non fa nulla
di efficace, non serve se non da paravento alla nullità (assai meno ingenua e
sprovveduta) dei suoi colleghi di governo. Sono loro che la “usano”, che le
mancano di rispetto, che ne hanno fatto una comoda icona da spupazzare
in giro: i veri razzisti sono loro e non chi cazzeggia con i bollini
Chiquita!
Alla festa del Pd di Cantù, la signora ha detto che lo
ius soli permetterebbe ai giovani “nuovi italiani” di tesserarsi alle
federazioni sportive e a qualcuno anche di giocare in nazionale. Ha toccato la
vera essenza del problema e il cuore profondo del sentimento nazionale
italiano: il calcio.
di Gilberto Oneto (L'Intraprendente)
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