Un centinaio
di persone ha partecipato ieri sera alla marcia fino a Montecchio contro la
prostituzione indetta dalla Lega Nord. L'on. Bizzotto: «Chi è qui rappresenta
una massa che è silenziosa ma che preferisce delegare a chi scende in strada».
Poche
fiaccole anti-lucciole, ma bisogna riconoscere ai sindaci ieri sera una piccola
vittoria: lungo la Regionale 11 tra Montecchio Maggiore e Altavilla non c'era
neanche una prostituta. Sono stati un centinaio gli aderenti alla marcia contro
la prostituzione, organizzata dalla Lega Nord, per promuovere il referendum di
abrogazione di parte della legge Merlin. In prima fila i primi cittadini dei
quattro Comuni: Milena Cecchetto di Montecchio, Claudio Catagini di Altavilla,
Stefano Giacomin di Creazzo e Marilisa Munari di Sovizzo, accompagnati dalla
senatrice Erica Stefani e dall'eurodeputata Mara Bizzotto. Accanto a loro
residenti che hanno dichiarato senza mezzi termini di essere «stanchi di dover
vedere ogni sera, ogni giorno degli spettacoli poco piacevoli soprattutto per i
nostri figli. È una questione di decenza». Assente, per impegni, il sindaco di
Mogliano Veneto e promotore della proposta referendaria, Giovanni Azzolini.
Sebbene non ci sia stata larga adesione, i manifestanti non si sono certo persi
d'animo: «Difficilmente la gente si espone pubblicamente - hanno ribadito i
sindaci - per un argomento così difficile e delicato». E se l'iniziativa aveva
come obiettivo quello di sensibilizzare la gente e spingerla a firmare per il
referendum, il pensiero è anche andato alle prostitute. «Vogliamo trovare una
soluzione anche per loro. C'è sfruttamento perché oggi in Italia non c'è una
legge - ha detto Cecchetto - Secondo la commissione Affari sociali della
Camera, le prostitute in Italia sarebbero dalle 50 mila alle 70 mila». «È
inutile negarlo - ha aggiunto Giacomin - la prostituzione su strada c'è e
coinvolge la famiglie. Il mondo politico nazionale deve muoversi e noi tutti
dobbiamo fare massa critica per spingerli a legiferare». Anche paesi come
Sovizzo, sfiorato dal problema, ne paga le conseguenze, come ha osservato
Munari: «Il nostro territorio è coinvolto per il disturbo e per i luoghi dove
si appartano prostitute e clienti. Ci devono dare degli strumenti appositi per
agire, oggi siamo nella terra di nessuno».
Antonella
Fadda (GDV)
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