«Tra me e l’auto blindata i problemi non
mancano. Nell’abitacolo mi sento soffocare, anche perché i finestrini
sono bloccati. Un rapporto travagliato che passa per mal di stomaco e
continue soste. Insomma, stavo meglio prima!».
Così Laura Boldrini, in una lettera al
quotidiano Libero di qualche settimana fa, descriveva il suo travagliato
rapporto con la grossa Bmw in dotazione alla presidenza di Montecitorio. Roba
da far morire di tristezza e compassione le migliaia di pendolari che,
ogni giorno, prendono le Ferrovie dello Stato o le Ferrovie Nord per recarsi al
lavoro: chissà se anche a loro è mai capitato, in un caldo pomeriggio d’estate,
sentirsi soffocare nel bel mezzo d’un vagone affollatissimo. Davvero, signora
presidente, l’idea che lei stia usando ancora quella fuoriserie made in Monaco
di Baviera ci fa piangere il cuore. Eppure ci chiediamo una cosa. Perché, se
quella macchina le provoca così tanto orrore, non se n’è disfatta? In fondo
poteva benissimo venderla, optare per una più sobria utilitaria oppure
prendere anche lei i mezzi pubblici. Ed invece, non sappiamo per quale ragione,
ha voluto comminare a se stessa una punizione così severa.
Oggi la Boldrini era a Palazzo Marino per il convegno
dal titolo “I Comuni d’Italia per l’Expo”. Mentre dentro si parlava dei
problemi insostenibili del bilancio di Stato ed Enti locali, all’esterno –
nella via adiacente al Comune – era tutto un lussureggiare di auto blu.
Gioielli a quattro ruote che arrivano a costare cifre a cinque zeri. Il
capogruppo leghista in Comune Alessandro Morelli ne ha contate la
bellezza di 14, tutte rigorosamente parcheggiate in divieto di sosta (alcune
addirittra contromano). Ha scattato la foto che potete vedere qui a fianco ed è
intervenuto in consiglio comunale per denunciare l’accaduto, sollecitando il
presidente dell’assemblea comunale Basilio Rizzo a scrivere al suo omonimo alla
Camera dei Deputati per lamentarsi dell’accaduto. «L’argomento del giorno – ha
sottolineato Morelli – era Expo e non l’esposizione di autovetture, per carità
molto belle, per la maggior parte straniere».
Anche perché resta da capire come mai così tante
quando le autorità col bisogno di spostarsi erano solo quattro: la Boldrini,
il sindaco di Roma Ignazio Marino, quello di Torino Piero Fassino
e il sottosegratrio a Expo Maurizio Martina e il commissario del
padiglione Italia Diana Bracco. Ora, anche ponendo che Bracco e Fassino
ne abbiano usate ben due a testa vuol dire che da Roma ne sono arrivate 10.
«Che bisogno c’è di tante auto –ha proseguito Morelli – tutte da un posto solo?
Pur comprendendo la necessità di un mezzo di trasporto non capisco perché non
si sia riuscito a fare economia sulle auto blu visto che lo stesso Letta ha
detto che ciò sarebbe stato uno dei punti qualificanti della spending review».
Riduzione della spesa che pare non interessare molto alla nostra presidente
che, alla Camera, l’ha aumentata di ben cinque milioni
in sei mesi.
Facendo un calcolo della distanza fra piazza
Montecitorio e Piazza della Scala (575 km) dove ha sede il Comune e
moltiplicandola per i costi chilometrici Aci per un’auto blu tipica (una Bmw
740) si ottiene un costo di 816 euro ad autovettura. Il che vuol dire, per le
10 presunte auto blu romane (di Boldrini, marino e Martina), una spesa di oltre
ottomila euro, senza contare le “indennità di missione” dei vari accompagnatori
dei politici (segretari, addetti stampa etc).
Di questi privilegi puoi usufruire se ti chiami
Boldrini e Martina ma anche Marino o Fassino (che almeno un’auto di servizio ce
l’hanno), tutti guru dell’ambientalismo de noantri. Se invece ti chiami
in altro modo l’auto in città non usarla. O se lo fai, mi raccomando, paga l’Area C.
di Matteo Borghi (L'Intraprendente)
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