A palazzo Chigi sbarcano i rom. La questione gitana è sul tavolo del ministero per l'integrazione, con Cècile Kyenge a capo di una cabina di regia che coordinerà pari opportunità, interni,
giustizia, salute, politiche sociali e lavorative. Ad annunciarlo è il
ministro a chiusura di un convegno incentrato su due proposte di legge
per la tutela di rom, sinti e camminanti.
"Ai Rom sanità e documenti" - La Kyenge vuole accelelare sull'integrazione dei rom: "La definizione dello stato giuridico delle comunità rom, e sinte, un punto fondamentale da cui partire per poi affrontare la questione sanità e documenti".
"Se non si parte dallo status giuridico - argomenta il titolare del
dicastero - si può affrontare solo i problemi della generazione di oggi,
mentre noi puntiamo a una soluzione anche per le generazioni future".
Il piano europeo -
L'"operazione-rom" è comunque già stata predisposta dall'unione
Europea che è in pressing sull'italia perché Roma si prepari a vare
alcune norme per riconoscere i diritti dei rom. Una relazione del maggio
2012 della Commissione Europea impone all'Italia "la realizzazione di un programma nazionale di interventi di supporto della popolazione immigrata nell’accesso ai servizi anche in ambito sanitario". E ancora "per l’occupazione,
diversi progetti a livello regionale come ad esempio interventi di
inserimento lavorativo di popolazioni Rom derivante dal Fondo nazionale
per le Politiche Migratorie. In materia di condizioni abitative,
molteplici progetti a livello regionale e locale per la ricollocazione e
l’integrazione socio abitativa di Rom e Sinti provenienti da campi
nomadi".
A spese nostre - La Kyenge è su questa
strada che vuole costruire il suo piano per i rom. Finora in ambito
europeo soltanto 12 paesi (Bulgaria, Repubblica ceca, Grecia, Lettonia,
Lituania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e
Svezia) hanno indicato chiaramente i fondi stanziati, a carico dei bilanci nazionali o
dell'Unione, e hanno presentato importi specifici destinati alle misure
di inclusione dei Rom previste dai loro documenti strategici. L'Italia,
secondo il ministro dell'Integrazione "deve adeguarsi". In Italia
vivono circa 170mila rom e sinti. Il riconoscimento di uno status
giuridico ben definito sarebbe il primo passo verso una integrazione
totale. Integrazione che passa anche dal diritto alla casa. Qualche
settimana fa il ministro consigliava di usare le "seconde case
inutilizzate" (magari quelle al mare e in montagna) per ospitare gli
zingari a prezzi popolari. E qualche mese fa aveva anche auspicato che
gli alloggi popolari fossero destinati anche ai rom. Il tutto ovviamente
a spese nostre.
(Da Libero Quotidiano)
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