I due sono inseriti nel gruppo universitario "Ex Cuem", tra i più "agguerriti" dell’Università Statale di Milano.
Manette all’alba per due esponenti dell’area antagonista: i carabinieri di Milano
hanno arrestato Lollo M. (30 anni) e Simone D. (26 anni), studenti alla
facoltà di Scienze politiche che militano nel gruppo universitario "Ex
Cuem", tra i più "agguerriti" dell’Università Statale.
I due sono accusati di lesioni personali
gravissime e violenza privata aggravata: secondo le indagini condotte
dai carabinieri sotto la guida del pm Piero Basilone e convalidate
dall’ufficio del gip, insieme ad altri venti no global in corso d’identificazione, i due sarebbero responsabili di aver ridotto in fin di vita Carlo (28 anni) per futili motivi.
Durante la festa del 14 febbraio Carlo, che non aderiva ad alcun
gruppo organizzato, aveva disegnato qualche scarabocchio su un manifesto
con le immagini di alcuni prigionieri politici di sinistra. La vignetta
aveva scatenato l’ira di Lollo e Simone. Gli aggressori gli avevano
chiesto spiegazioni per il comportamento. Poi avevano iniziato a
spintonarlo e infine a colpirlo a calci e pugni in testa, abbandonandolo
sanguinante sul selciato appena fuori dai cancelli dell università. Il
ragazzo fu accompagnato a casa da un amico, mentre tra il momento del pestaggio
e l’arrivo dei carabinieri Lollo e Simone avevano minacciato i
testimoni presenti per impedire loro di parlare dell’accaduto alle forze
dell’ordine.
Per circa due settimane Carlo è restato a casa e, in preda al panico,
ha cercato di curarsi da solo. Il 27 febbraio, però, le condizioni sono
peggiorate e il ragazzo si è recato in ospedale: i
calci in testa avevano provocato un rientro della scatola cranica. I
medici lo hanno sottoposto a un intervento di urgenza della durata di
sei ore, nel corso del quale gli hanno applicato circa quindici viti sul
cranio. La vittima è ancora sottoposta a terapia e rimarrà
probabilmente sfigurata a vita. Gli inquirenti sono giunti a
identificare Lollo e Simone grazie ai racconti di alcuni testimoni che,
nei primi momenti delle indagini, si erano mostrati reticenti a causa
delle minacce ricevute dai due. Entrambi con precedenti - Lollo è già
imputato a Torino per il processo ai No Tav - gli studenti vengono
dipinti dagli inquirenti come due elementi violenti, coi quali molti
degli stessi militanti di area antagonista non vogliono avere nulla a che fare.
di Sergio Rame (Giornale)
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