“«Un vero e proprio atto di
discriminazione nei confronti del Veneto e non è la prima volta che accade, quasi che fossimo
stranieri in casa nostra. Il Questore Sanna riferisca immediatamente». Lorenzo
Fontana, capogruppo della Lega Nord e Vicepresidente della Commissione Cultura
e Sport del Parlamento europeo, non usa mezzi termini per biasimare il
comportamento dei poliziotti in servizio ieri allo stadio Menti di Vicenza per
Vicenza-Carrarese di Lega Pro. Le forze dell’ordine hanno vietato l’ingresso a
un gruppo di tifosi vicentini con la bandiera del Leone di San Marco, simbolo
storico e vessillo della Regione Veneto. Un comportamento contro le regole,
sottolinea Fontana, perché «allo stadio sono vietate le bandiere politiche, ma
il Leone di San Marco non appartiene a nessun gruppo politico, è semplicemente
il simbolo di tutti i veneti, quindi si tratta di capire perché sia accaduto un
episodio simile. Mi riferiscono che i poliziotti hanno eseguito ordini
superiori, perciò attendo risposte esaustive e convincenti, o altrimenti le
scuse pubbliche del Questore Sanna».
Parla di “morte della democrazia” il consigliere regionale Nicola Finco: «Mi auguro davvero che si tratti di un errore commesso per ignoranza. Solo questo, al limite, potrebbe giustificare la censura di un simbolo che da secoli, ben prima cioè che nascesse la bandiera italiana, ricorda la pace e la tolleranza. Se così non fosse, e mi auguro che ciò non sia vero, significherebbe la morte della democrazia, nonché l’oppressione dello Stato su una identità locale millenaria. Il leone veneto ha tutto il diritto di entrare anche negli stadi». Battagliero il deputato alla Camera Emanuele Prataviera: «Il fatto è di assoluta gravità e come tale va gestito, le autorità preposte hanno dimostrato insensibilità nei confronti di un simbolo caro a tutti i veneti. Presenterò un’interrogazione al Ministero degli Interni per fare la dovuta luce sulla vicenda. Inoltre, mi piacerebbe vedere le bandiere venete agli ingressi di tutti gli stadi della regione, per dare il benvenuto a tifosi e squadre».”
Parla di “morte della democrazia” il consigliere regionale Nicola Finco: «Mi auguro davvero che si tratti di un errore commesso per ignoranza. Solo questo, al limite, potrebbe giustificare la censura di un simbolo che da secoli, ben prima cioè che nascesse la bandiera italiana, ricorda la pace e la tolleranza. Se così non fosse, e mi auguro che ciò non sia vero, significherebbe la morte della democrazia, nonché l’oppressione dello Stato su una identità locale millenaria. Il leone veneto ha tutto il diritto di entrare anche negli stadi». Battagliero il deputato alla Camera Emanuele Prataviera: «Il fatto è di assoluta gravità e come tale va gestito, le autorità preposte hanno dimostrato insensibilità nei confronti di un simbolo caro a tutti i veneti. Presenterò un’interrogazione al Ministero degli Interni per fare la dovuta luce sulla vicenda. Inoltre, mi piacerebbe vedere le bandiere venete agli ingressi di tutti gli stadi della regione, per dare il benvenuto a tifosi e squadre».”
Nicola Finco.
Consigliere regionale Lega
Nord
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