A Cortona la festa dem finisce male. Un gruppo
di piddini caccia via i radicali che raccoglievano le firme per i
referendum sulla giustizia... e Civati non interviene.
La cacciata dal Tempio. I democratici di Cortona non vogliono tra i piedi i radicali, soprattutto se raccolgono firme per i referendum sulla giustizia. La firma di Silvio Berlusconi sui quesiti referendari promossi da Marco Pannella
non è andata giù ad una parte del Pd. Così quattro militanti radicali,
che avevano regolarmente chiesto il permesso, hanno dovuto smontare il
banchetto in fretta e furia che avevano allestito alla festa Pd di
Cortona.
"Salvano Silvio, cacciateli!" -
"Eravamo arrivati da pochi minuti quando il segretario del Partito
democratico cortonese si è avvicinato intimandoci con toni accesi di
andarcene immediatamente. Ci ripetevano: State salvando Berlusconi, qui non c'è posto per voi", racconta Giusi Niddi,
una dei quattro attivisti radicali dell'associazione LiberAperta che
erano arrivati appositamente da Arezzo per allestire la raccolta delle
firme non soltanto per le dodici proposte dei Radicali. Insomma una vera
e propria azione da "squadristi democratici".
Civati non fa nulla - La cacciata dal party Pd è stata addirittura rivendicata da Andrea Bernardini,
portavoce dei dem di Cortona: "Ho agito in questo modo perché molti
militanti presenti alla festa sono venuti a lamentarsi chiedendo come
mai avessimo dato l'autorizzazione ai radicali proprio nel giorno
successivo alla firma di Berlusconi accanto a Pannella". Infine, delusi,
i militanti radicali hanno chiesto aiuto a Pippo Civati, ma "lui non ha fatto nulla... non voleva entrare nella bagarre".
Polemiche a Umbertide
- A pochi chilometri da Cortona, ma già in provincia di Perugia, si è
scatenata un'altra polemica questa volta tutta interna al Pd. Alla Festa
democratica di Umbertide i renziani hanno denunciato di essere stati esclusi da organizzazione, dibattiti e, più in generale, vita del partito. Marco Vinicio Guasticchi,
presidente della Provincia di Perugia, è durissimo: "Alla festa del Pd
in Umbria di Umbertide, la più importante della regione, che tra l'altro
continua a chiamarsi ancora Festa dell'Unità - sottolinea - ai
dibattiti non sono stato invitato né io né altri amministratori locali,
soltanto perché siamo vicini alle posizioni di Renzi". "Sono stati sì
invitati esponenti renziani, ma provenienti da altre parti d'Italia -
continua Guasticchi - e a noi è stato detto semplicemente che possiamo
partecipare alla Festa visto che si svolge in un parco pubblico.
Francamente è un comportamento vergognoso, che tra l'altro si ripete
nella vita del partito di tutti i giorni". "Il programma è opinabile e
contestabile, ma bisogna ricordare e sottolineare che sono stati
invitati esponenti di molte anime del Pd nazionale: i renziani, ad esempio, sono stati autorevolmente rappresentati dall'onorevole Angelo Rughetti,
esponente politico vicinissimo al sindaco di Firenze - precisa in una
nota il Pd di Umbertide -. Se poi qualcuno si ritiene l'unico
rappresentante di una certa area è un altro problema: ci sarà modo ed
occasione, nell’imminente congresso, di confrontarci e confrontarsi sul
futuro e sulle scelte del Partito Democratico". Come dire: lo scontro è
solo rinviato.
da Libero Quotidiano
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