In
Regione Lombardia Romeo (Lega) chiede l'obbligo di referendum prima di
concedere l'autorizzazione
«Le moschee
che ci sono bastano e avanzano. Casomai va incrementato il controllo». A dirlo
la Lega che in Regione chiede una legge per imporre norme più restrittive per
la loro costruzione.
A cominciare
dal permesso all'edificazione che andrà concesso dal consiglio comunale, ma
solo dopo un referendum obbligatorio tra i cittadini. Un'iniziativa firmata dal
capogruppo Massimiliano Romeo con il consigliere Fabio Rolfi che dopo gli
ultimi rapporti delle organizzazioni internazionali sul rischio terrorismo
islamico, annunciano battaglia in aula.
«È un
momento molto critico - spiega Romeo - I servizi segreti hanno confermato
l'allarme terrorismo nel territorio italiano, è arrivato il momento di dire
basta alla proliferazione delle moschee». Di qui la presentazione di un
Progetto di legge per la modifica della numero 12 sull'Urbanistica con la
richiesta di «regole più severe che rendano più difficile realizzarle». Per
Rolfi «è assodato che sono luoghi di indottrinamento ideologico e di
reclutamento di aspiranti combattenti per la jihad». Per questo «occorre
fermarle» con la richiesta di stabilire «distanze minime da zone sensibili, tra
cui i luoghi di culto cattolici». Già nella scorsa legislatura la Lega con
l'assessore Daniele Belotti aveva chiesto che la costruzione fosse prevista
preventivamente nel Piano di governo del territorio. «Un modo - sottolinea
Romeo - per vanificare l'artifizio di registrare i locali come centri culturali
per poi, con un semplice cambio di destinazione, trasformarli in moschee». La
nuova legge dovrebbe impedire questi sotterfugi e imporre che le nuove costruzioni
siano concesse dal consiglio comunale, ma solo dopo un referendum. «Non
possiamo permettere - dice Rolfi - che per le scelte di taluni nobili
benpensanti di sinistra, come vorrebbero a Milano e Cantù, in nome del
politicamente corretto si scavalchi il volere della cittadinanza».
Una
battaglia condivisa dal membro del coordinamento cittadino di Forza Italia
Alessandro De Chirico. «Nessuno osanna più le primavere arabe. Oggi il Medio
Oriente è una polveriera perché non era pronto alla democrazia importata e
imposta dall'Occidente. La risposta in molti Paesi dell'Islam è stata la
persecuzione dei cristiani e delle minoranze religiose». Per questo «a Milano
non deve essere eretta alcuna moschea. E se Pisapia ci tiene tanto, lo chieda
ai milanesi con un referendum». Di tutt'altro parere Davide Piccardo, il leader
del Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano che ad
Affaritaliani.it dice che «in Italia ci sono un milione e 700mila musulmani e
non c'è mai stato nessun atto di violenza. Sono allarmismi inutili, non
esistono rischi». Approvando, perciò, il bando che il Comune ha promesso per
settembre. Ma per il membro del assemblea provinciale del Pd Roberto Caputo
«l'allarme dei servizi segreti e del ministero dell'Interno sulla presenza in
Italia di duecento reclutatori jidhaisti riguarda anche Milano. Un pericolo
reale che non può essere sottovalutato».
di Giannino Della Frattina (Giornale)
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