"Faccio mie le motivazioni della rivolta degli operatori padovani del turismo. Contro la crisi, ma anche e soprattutto per rilanciare il settore e sostenere gli investimenti migliorativi dell'offerta e della qualità, serve una seria defiscalizzazione, altro che ospitare profughi a 35 euro al giorno".
Non usa mezzi termini Luca Zaia, presidente del Veneto, prima regione turistica d'Italia che da sola registra un sesto delle presenze nel bel Paese (i pernottamenti nelle strutture ricettive sono mediamente 63 milioni l'anno, il 65 per cento dei quali generati da ospiti provenienti dall'estero), che conta circa 400 mila posti letto, un fatturato valutabile sui 17 miliardi di euro con l'indotto e quasi mezzo milione di addetti, anche in questo caso indotto compreso.
"Questi numeri, che si riferiscono ad un'industria non delocalizzabile - aggiunge Zaia - che valorizza il territorio, crea ricchezza e contribuisce a mantenerne la qualità e l'ambiente. I risultati del Veneto sono il frutto della capacità dei nostri imprenditori e dell'offerta disseminata ovunque al massimo livello: culturale, di accoglienza ed enogastronomico. Contro questo settore rema però una fiscalità ossessiva: i nostri alberghi faticano a offrire prezzi concorrenziali con il resto d'Europa perché il fisco qui è vorace: sia sui redditi, sia con l'IVA, sia con i canoni Rai, sia con contributi addizionali vari. A questo prelievo si aggiungono le nuove imposte comunali decise dallo Stato per "compensare" a spese dei cittadini i minori trasferimenti necessari agli enti locali".
Gli albergatori padovani hanno calcolato che, tra Imu e Tasi, devono pagare fino a 770 euro a stanza solo per il fatto che questa esiste. L'IVA nel comparto ha un'aliquota tra le più alte del vecchio continente, mentre i redditi sono assorbiti dalle tasse per circa il 50 per cento. Aggiungi anche il maltempo di quest'anno e si aprono prospettive per nulla rosee.
"Se il Governo vuole aiutare davvero il turismo - conclude Zaia - intervenga su queste rapine ed eviti di additare gli emigranti come risposta all'attuale situazione di crisi".
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