Da
vent’anni, quando qualcuno mi chiede della mia Padova, mi rabbuio. Glisso.
Cerco di cambiare discorso: troppo desolante descrivere lo stato di degrado in
cui l’hanno relegata tre giunte del comunista Zanonato. Così a maggio i
padovani, nauseati dal lassismo progressista che agevolava lo spaccio
indisturbato e una moltitudine di mendicanti nel centro storico, hanno
sorprendentemente deciso di affidare il governo della città alla Lega, nella
persona dell’ex senatore Bitonci.
Il neo
sindaco si è messo subito all’opera per mettere in sicurezza il capoluogo del
Santo: lo sforzo è ammirevole quanto probante, perché riportare ordine dopo
vent’anni di caos non è semplice. Le varie associazioni sinistrorse e i
rappresentanti del Pd hanno subito tacciato di razzismo Bitonci. La Procura ha
aperto un’indagine per istigazione al sequestro di persona, quando il nuovo
assessore alla sicurezza Saia ha dichiarato: «Dobbiamo trattenere il più
possibile i mendicanti nei presidi di polizia». Segnali inequivocabili che la
giunta di centrodestra è sulla strada giusta per ripristinare un minimo di
decenza e civiltà a Padova. Il primo cittadino patavino spesso stupisce per le
misure di sicurezza innovative che intende applicare: «A settembre farò
approvare in Consiglio comunale una riforma del Regolamento di Polizia urbana,
inserendo il divieto di accattonaggio, inasprendo le multe e - novità assoluta
- prevedendo il sequestro dei soldi raccolti dai mendicanti, la maggior parte
dei quali svolge quest’attività in maniera molesta, importunando le persone ed
esibendo menomazioni fisiche che spesso nemmeno sono vere». Queste le
dichiarazioni agostane del sindaco Bitonci: insomma, il giro di vite contro
delinquenti e mendicanti non va in ferie, anzi raddoppia.
Corretta
l’intenzione del sindaco leghista, perché è inutile multare accattoni che mai
pagheranno le sanzioni pecuniarie dei verbali a loro carico, ma continueranno
indisturbati la loro attività. Solo il sequestro in flagranza dei denari
raccolti a garanzia del successivo adempimento della sanzione pecuniaria può
essere deterrente valido nei confronti di mendicanti e accattoni. Altrimenti siamo
alle solite: ovvero multe e tasse le pagano solo le persone perbene, gli altri
sono liberi d’infischiarsene senza alcuna conseguenza.
Complimenti
per l’iniziativa, sindaco, ma si accerti sino in fondo che la Polizia
municipale applichi le disposizioni, altrimenti rimarranno ottime sulle carta,
ma troveranno l’ostruzione di chi desidera che tutto rimanga come prima. Se poi
si leverà qualche Cassandra rossa per strimpellare ai quattro venti che Bitonci
è un fascista perché se la prende con i mendicanti, sarà solo la conferma che
il provvedimento è giusto. Per un decennio i perbenisti rossi hanno vituperato
e accusato di nefandezze il leghista Gentilini che ha tenuto Treviso ordinata e
pulita come una bomboniera. Se la città del Santo sciatta e stracciona splenderà
come Treviso, Bitonci sarà razzista e Padova una perla…
di Matteo
Mion
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