Ci
sottomettiamo alla dittatura del globalismo. E così giustifichiamo l'ideologia
islamica dell'odio.
Quanto sta
accadendo attorno e dentro di noi ci fa toccare con mano l'agonia della civiltà
laica e liberale dell'Occidente, sia nella sua dimensione economica, il
capitalismo, sia nella sua dimensione politica, la democrazia, sia nella sua
dimensione costituzionale, lo Stato nazionale, sia nella sua dimensione
spirituale, il cristianesimo.
E non si
tratta dell'approssimarsi di una morte conseguente al fallimento della nostra
civiltà, bensì dell'orientamento parzialmente inconsapevole e totalmente
irresponsabile a suicidarci, scegliendo di sottometterci alla duplice dittatura
della finanza speculativa e dell'eurocrazia che stanno uccidendo l'economia
reale e la democrazia sostanziale, alla dittatura del globalismo che abbatte le
nostre frontiere e promuove l'ideologia dell'immigrazionismo, alla dittatura
del relativismo che scardina i valori fondanti della nostra umanità favorendo
la diffusione dell'ideologia islamica con il suo portato di terrorismo,
violenza, odio, distruzione, arbitrio, dissimulazione e cultura della morte.
Come non vedere il rapporto speculare e complementare tra l'attentato di due
terroristi britannici cristiani convertiti all'islam che decapitano il soldato
britannico cristiano a Londra e l'assoluzione del primo ministro britannico
cristiano qualificando l'attentato come un «tradimento dell'islam»? Come
potremmo spiegare il fatto che la rete delle moschee e dei movimenti islamici
radicali, quale Al Muhajiroun (Gli Emigranti), i cui leader -
l'anglo-pachistano Anjem Choudary e il siriano Omar Bakri - hanno plaudito ai
taglia-testa e elogiato l'attentato, continuino l'attività di «produzione» di
terroristi islamici, se non considerando il potere della finanza islamica
presente nella City e il ricatto perpetuo degli sceicchi che elargiscono
petrodollari a condizione che si costruiscano moschee?
Così come non potremmo non prendere atto del rapporto di interdipendenza tra
l'offerta dello sceicco del Qatar Mohamed Al Hemadi in visita a Mazara del
Vallo lo scorso 16 maggio («Sono disponibile a contribuire al risanamento
avviato dall'amministrazione comunale della Casbah, attraverso un intervento a
mie spese di recupero territoriale che preveda anche la realizzazione di una
moschea»), l'accoglienza entusiastica del sindaco Nicola Cristaldi («La
proposta dello sceicco è motivo d'orgoglio per la nostra politica
multiculturale e multietnica e pensiamo sia giusto che la nostra città abbia
una moschea»), e la piena condivisione del vescovo monsignor Domenico Mogavero
(«La moschea è un diritto fondamentale. È libertà di culto, un diritto
fondamentale delle persone che non può essere ignorato neanche in nome di una
malintesa reciprocità»).
Ugualmente come si potrebbe non riflettere sul silenzio dei governi europei
circa la presenza di ben 800 terroristi islamici con cittadinanza europea in
Siria dove combattono in seno al gruppo Jabhat al Nosra (Fronte della
vittoria), legato ad Al Qaida, massacrando cristiani e minoranze islamiche,
mentre l'Unione europea è ufficialmente schierata dalla parte dei terroristi
islamici insieme a Turchia, Arabia Saudita e Qatar? Come si spiegano
l'imbarazzo del presidente francese Hollande a menzionare l'identità del
terrorista islamico che ha tentato di sgozzare un soldato francese a Parigi e
quello delle autorità svedesi a rendere pubblici i nomi degli immigrati che da
una settimana stanno mettendo a ferro e fuoco le periferie di Stoccolma e di
altre città?
La verità è che, succubi delle dittature finanziaria, eurocratica, globalista e
relativista, siamo precipitati nell'autocensura vietandoci di rappresentare
correttamente la realtà. Così come subiamo la nostra riduzione in uno stato di
povertà nonostante siamo un Paese ricco sottomettendoci al terrorismo
psicologico di chi ci vorrebbe far credere che lo strapotere delle banche, la
moneta unica e il mercato globalizzato sarebbero inviolabili e irreversibili,
ugualmente subiamo la spogliazione dei nostri valori e la perdita della nostra
identità a causa della scelta della classe politica, della Curia cattolica e
della cultura egemone che legittimano l'islam e l'abbattimento delle frontiere
nazionali.
L'agonia della nostra civiltà laica e liberale emerge come l'ossequio costi
quel che costi alla dimensione formale del capitalismo, della democrazia, della
nazione e della spiritualità, fino al punto da svilire e rinunciare alla
dimensione sostanziale, che ci porta a vergognarci di dire serenamente, fermamente
e orgogliosamente che questa è casa nostra, che l'Italia è la casa degli
italiani. All'opposto ci siamo autoimposti di considerare casa nostra come una
terra di nessuno, dove chiunque può prendervi possesso, urlare a viva voce che
gli spettano diritti e libertà anche se è entrato illegalmente, se risiede
irregolarmente, se opera per distruggerci e annientarci. Ebbene questa agonia
non è una calamità: la nostra missione è riscattare il nostro diritto
inalienabile alla vita, alla dignità e alla libertà qui a casa nostra.
Magdi Cristiano Allam
Nessun commento:
Posta un commento