Angelino Alfano, ministro dei
clandestini, dimettiti. Parla a una voce sola la Lega Nord dentro e fuori
dall’aula di Montecitorio dove ieri il titolare del Viminale ha riferito,
proprio su richiesta del Carroccio, dell’emergenza clandestini. Nell’emiciclo
della Camera il Carroccio contesta con forza il ministro dell’Interno. Non ha
ancora termonato il suo discorso che i deputati leghista sollevano i cartelli
con le scritte “Alfano dimettiti” e “Alfano, ministro dei clandestini”. La
reazione del ministro è furiosa e furente. Al ministro trema la voce. «Ai
leghisti - ha detto Alfano rivolto ai banchi dove sono seduti i deputati del
Carroccio - diciamo che non baratteremo mai un punto percentuale alle elezioni
con i morti in mare. Voi volete i morti». Alfano ha ricordato l'ultima grande
tragedia accaduta nel mare di Lampedusa, che ha colpito anche numerosi bambini,
affermando di essersi «ripromesso» di non voler più vedere «i sacchi neri pieni
di morti. Noi - ha sottolineato - non scambiamo 19 mila morti per 500 mila voti
come fate voi». In Aula scoppia il putiferio. La Lega Nord non ci sta ad
ascoltare queste accuse dal governo. Le voci si alzano e sale pure il tono
della protesta. Partono i primi richiami da parte della presidenza della Camera.
Il primo a essere ripreso è il veneto Emanuele Prataviera. Il presidente della
Camera lo redarguisce con veemenza e così fa pure con il collega di banco
Gianluca Buonanno.
di Iva Garibaldi
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