La Le Pen
punta a essere la leader del nuovo gruppo: "L’obiettivo è di pesare al
massimo".
Abolizione
dell'euro, stop all'immigrazione clandestina e revisione dei trattati
economici sono i punti chiave su cui si sta formando il gruppo euroscettico che
tanto spaventa i grigi burocratici di Strasburgo e i partiti tradizionali.
A serrare le
fila è la leader del Front National Marine Le Pen che, dopo conquistato
undici città in Francia, ambisce a guidare un fronte di rivolta. "Nel
nuovo parlamento europeo, che si costituirà dopo le elezioni di maggio -
annuncia la Le Pen in una intervista a Le Figaro - ci sarà un solo vero gruppo euroscettico, quello che
io contribuirò a formare". Dal Pvv di Geert Wilders alla Lega Nord,
dall'Fpo di Heinz-Christian Strache allo UK Indipendence Party di Nigel
Farage: il fronte degli euroscettici è ricco e assortito, ma difficilmente
riuscirà a tener dentro tutti i partiti e i movimenti che puntano a ribellarsi
a "questa Europa". Quel che è certo è che più forze aderiranno
all'alleanza promossa dalla Le Pen, più riusciranno a destabilizzare il
sistema.
Secondo gli
ultimi sondaggi, l'area di destra potrebbe arrivare a raccogliere 133 seggi su
un totale di 751. Aggiungendo Tsipras e la Sinistra Unitaria si arriva a 184. E
a 225 mettendoci anche i conservatori. Con i popolari e i socialisti testa a
testa per la maggioranza relativa (divisi da sei seggi, 214 a 208), con i
liberal-democratici a quota 60 e i Verdi a 44, l'effetto dello tsunami euroscettico
potrebbe essere arrestato solamente da una Große Koalition tra Ppe e S&D.
Che eusoscettici di destra e sinistra possano convivere in uno stesso gruppo è
pressoché impossibile. Beppe Grillo, per esempio, ha già fatto sapere che non
intende apparentare il Movimento 5 Stelle al Front National. E lo stesso ha
detto Farage che, nonostante condivida alcune idee, ritiene che l’antisemitismo
sia "nel dna" dell’estrema destra francese. Dal canto suo la Le Pen
va avanti a tessere i rapporti per riuscire nell'obiettivo di formare il nuovo gruppo.
"L’obiettivo è di pesare al massimo nell’assemblea per limitare i
danni, utilizzando tutte le armi che saranno a nostra disposizione",
spiega a Le Figaro ricordando che, solo se in numero consistente,
potranno incidere realmente nelle scelte dell'Europarlamento. "Se
formiamo un gruppo - incalza - saremo molto più forti di oggi, avremo più mezzi
umani e materiali, e potremo respingere nelle loro trincee gli ayatollah del
libero scambio integrale, dell’euro forte e dell’immigrazione senza
limiti".
Secondo il Financial Times, così come
la crisi finanziaria ha mostrato le lacune dell’unione monetaria, il voto
evidenzierà la mancanza di fiducia nelle istituzioni dell’Unione europea.
Gran parte del malcontento è, infatti, dovuto alla disoccupazione di massa e al
peggioramento degli standard di vita. Il disagio è iniziato anni prima della
crisi e ha trovato sbocco nei referendum francesi sulla costituzione europea
del 2005. L'Europarlamento ha una parte di responsabilità nella diffusa perdita
di fiducia: l'affluenza al voto è, infatti, scesa progressivamente dal 1979.
Gli euroscettici puntano a dare una scossa portando a votare chi fino a cinque
anni fa si è astenuto. Per rispondere a tutte queste istanze il movimento della
figlia di Jean-Marie Le Pen punta ad allearsi, oltre che con l'olandese
Wilders, con formazioni "sorelle" in Austria (Fpo), Belgio (il Vlaams
Belang fiammingo), Italia (Lega Nord), Slovacchia (Partito nazionale slovacco)
e Svezia (Democratici svedesi). Ce n’è abbastanza per formare un gruppo.
E influenzare la politica europea.
di Andrea Indini (Giornale)
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