BRESCIA. ORE
17.35 «Si dichiara
l’incompetenza territoriale del Tribunale di Brescia in favore di quello di
Padova per tutti i reati contestati», e si esclude la «gravità indiziaria
relativa alle contestazioni dei capi A e B», ovvero l’associazione eversiva ai
fini di terrorismo. È il passaggio principale - secondo quanto si apprende dai
difensori degli indagati - dell’ordinanza del Riesame di Brescia che, invece,
per i soli accusati della costruzione e custodia del tanko (ora ai
domiciliari), trasferisce la competenza a Padova.
ORE 15.05 BUSATO: «LO STATO HA PERSO». «Lo Stato italiano ha perso. Viva
la Repubblica veneta». Commenta così il leader dei venetisti di Plebiscito.eu,
Gianluca Busato, la decisione del Tribunale del Riesame di Brescia che ha deciso
la scarcerazione di 7 dei secessionisti arrestati il 2 aprile scorso e i la
concessione dei domiciliari ad altri 5. Secondo informazioni raccolte da
"Plebiscito", oltre a Franco Rocchetta e Lucio Chiavegato avrebbero
ottenuto la libertà Roberto Bernardelli, Riccardo Lovato, Corrado Manessi e
Giancarlo Orini (quest’ultimo già ai domiciliari). «La smettano ora e per
sempre questi politicanti di infangare la Repubblica Veneta - prosegue il
movimento venetista -. La smettano di perseguitare onesti cittadini lavoratori,
intellettuali, pacifici e responsabili, che hanno l’unica colpa di essersi
assunti le proprie responsabilità e di essersi attivati per amore della propria
terra e per garantire il benessere e la felicità del popolo veneto».
ORE 13.30. I giudici del tribunale del Riesame di Brescia hanno disposto
la libertà per sette dei 24 secessionisti arrestati il 2 aprile scorso: tra
questi l’ex parlamentare Franco Rocchetta e il leader dei Forconi, Lucio
Chiavegato, mentre ha disposto i domiciliari per altri cinque. I giudici del
riesame di Brescia ritengono competente per la vicenda l’Autorità giudiziaria
di Padova. Secondo fonti legali, i giudici ritengono sia venuta meno la gravità
degli indizi per l’associazione finalizzata al terrorismo e il reato più grave
ipotizzato sarebbe la costruzione del Tanko, avvenuta nel Padovano.
Grande soddisfazione per la remissione in libertà di Franco Rocchetta da parte
del suo legale di fiducia Fabio Pinelli che ha appreso, fuori del carcere di
Treviso, dell’ordinanza del Riesame. Pinelli sta attendendo l’uscita dal
carcere di Rocchetta, che al momento sarebbe nell’ufficio matricola per le
procedure di rito, ma non è stato in grado di fare anticipazioni sulle
motivazioni dell’ordinanza. Di certo - secondo il legale - è stato riconosciuto
lo spessore umano e quello giuridico di Rocchetta che in 15 giorni di carcere
ha perso tra gli otto e i 10 chili di peso. Pinelli - che si riserva di vedere
le carte - ipotizza che potrebbero essere state accolte dal Riesame la
questione della territorialità che sposterebbe su Padova da Brescia il
procedimento ma anche l’aggravante dell’associazione ai fini terroristici.
«Sono sensazioni - ha detto al proposito Pinelli - ma dobbiamo attendere di
avere le motivazioni per una disamina ed una comunicazione puntuale».
«Giudichiamo la scarcerazione come un ottimo segnale, con l’auspicio che tutta
la vicenda giudiziaria si risolva in modo positivo e soprattutto in tempi
rapidissimi», commenta il presidente del Veneto Luca Zaia. «Si sta confermando
quanto in tanti avevamo sottolineato circa la forza spropositata utilizzata in
questa vicenda - aggiunge - un trattamento e un’attenzione che vengono dedicate
soltanto ai peggiori delinquenti. Speriamo ora che torni il sereno in queste
famiglie».
«Da Brescia arriva una buona notizia ma resta la vergogna dei giorni di galera
fatti a causa di una idea», aggiunge il segretario della Lega Matteo Salvini.
«Sono contento perchè avevamo detto che avremmo passato Pasqua in galera noi
per solidarietà. Quello di oggi è solo l’inizio di un percorso in cui lo Stato
dovrà alla fine scusarsi per aver fatto fare la galera a dei cittadini solo per
le loro idee. Perchè questo è un processo alle idee».
«Erano state arrestate 24 persone che non dovevano essere toccate, oggi hanno
solo liberato degli innocenti», è il commento di Erminio Boso, leader degli
indipendentisti della Lega Nord. «Quando uno Stato non rispetta e ha paura dei
suoi cittadini, i cittadini devono avere paura di quello Stato e allora non gli
resta che scappare. Ma noi oggi dove scappiamo? In una Europa dove domina il
pensiero unico della sinistra che metterebbe in galera o in ospedale
psichiatrico tutti quelli che non si adeguano? Forse a questo punto ci resta
solo la possibilità di andare in Russia a chiedere che Putin ci garantisca lui
la libertà...».
(GdV)
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