Cribio, capogruppo di "Sinistra per Pisapia"
in zona 9 irride i morti. La destra insorge. Il sindaco: "Parole
vergognose".
Il rancore
mai sopito. La Storia, quella con la esse maiuscola, pretesto che alimenta nei
nipoti un astio di antiche tradizioni.
Aggressività
anestetizzata che improvvisamente riemerge. A risvegliarla sono le feste
comandate. Nella fattispecie la Giornata del ricordo, il 10 febbraio, per i
martiri delle foibe, vittime dei partigiani titini. Una ricorrenza che segue la
Giornata della Memoria, ovvero il 27 gennaio. L'Olocausto e i martiri ebrei. Identica
guerra, vicine celebrazioni. Impossibile non fare paragoni benché sia
irriguardoso, a volte, mettere sulla bilancia la dignità dei diversi
perseguitati, perché sempre meritano identico rispetto. Tuttavia, come si
diceva, è impossibile. E allora se già stupisce che a Milano il sindaco
Giuliano Pisapia abbia elegantemente disertato le commemorazioni delle vittime
di Tito, ancor più destano preoccupazione le frasi violente, postate su
Facebook da Leonardo Cribio, capogruppo comunale in zona 9 di «Sinistra per
Pisapia».
Ebbene Cribio non si è fatto pregare e, a suo modo, ha santificato la festa.
Così l'altroieri, alle 17.37, ha battezzato un primo ecumenico e articolato
intervento: «A tutti quelli che piangono per qualche infame finito nelle foibe.
Un parente di mio nonno (partigiano e di famiglia socialista/comunista) fu
fucilato in quanto fascista. Sai che vi dico? C...zi suoi, giusto così. Peccato
non l'abbiano ammazzato prima, il maiale. Amen». La devota preghierina finiva
qui, ma il dotto scrittore, volendo forse dar sfoggio del suo dono di sintesi,
ha chiosato in un successivo post: «Nelle foibe c'è ancora posto». Gli illustri
ammonimenti di Cribio che avrebbero causato una giusta levata di scudi
universale se solo pensati, verso le vittime dell'Olocausto, hanno resistito
mezza giornata sul network. L'autore, il giorno dopo il suo pregevole
intervento, lamentava: «Mi ha segnalato uno di Avellino che neanche conosco...
Fantastico». Provvidenzialmente, insomma, da Avellino è giunta una mano ai
martiri e l'intervento di indubbia rilevanza storica di Cribio è stato
soppresso. Alessandro Morelli, capogruppo leghista si è subito dissociato: «Mi
vergogno di sedere nello stesso Consiglio con persone che esternano e istigano
all'odio. Auspico provvedimenti». Da sinistra è stato chiesto che Cribio si
scusasse ma il poeta si è contraddetto: «Facebook cancella un mio stato perché
qualche fascistello è rimasto turbato dalla verità sulle foibe. Non so se siano
più patetici gli amministratori o il cog....e in questione». Poi ha raddrizzato
il tiro: «Frasi decontestualizzate, non mi riferivo ai martiri». In serata
Pisapia ha definito quelle parole «vergognose, inaccettabili e assurde» e
l'assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino: «Se un consigliere di destra
scrive che nei campi di concentramento c'è posto mi vergogno per lui, dico che
è impazzito e inadatto. Vale anche per uno di sinistra. Che pena».
di Stefano Giani (Giornale)
di Stefano Giani (Giornale)
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